(Minghui.org) Una residente di 68 anni della città di Baoding, nell'Hebei, il 6 aprile scorso è stata mandata nella prigione femminile locale, dove dovrà scontare una pena di due anni per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Zheng Baoying aveva già subito due mesi di reclusione e il marito, anni prima colpito da un ictus e trasferito in un centro per anziani dopo il suo arresto, è deceduto per mancanza di cure e a lei non è stato permesso di partecipare al suo funerale.

Il 10 ottobre scorso Zheng per aver parlato alla gente del Falun Gong, è stata arrestata, reclusa nel centro di detenzione di Baoding e successivamente condannata dal tribunale della contea di Shunping.

Nel 2015 Zheng ha iniziato a praticare il Falun Gong e, per i suoi continui sforzi nell’aumentare la consapevolezza nei confronti della persecuzione, è stata più volte arrestata e ha subito il saccheggio della sua casa. La praticante e il marito invalido, per nascondersi dalla polizia, sono stati costretti a vivere lontano da casa.

Zheng successivamente ha trovato un lavoro come guardia di sicurezza presso un'azienda alla periferia di Baoding, ma il guadagno era appena sufficiente per vivere. La polizia l'ha rintracciata ben presto e, alle ore 9:00 del 25 giugno 2019, quattro agenti in borghese guidati da Jia Xiaohui, capo dell'Ufficio per la sicurezza interna della contea di Fuping, l’hanno molestata nella sua residenza temporanea e interrogata per quasi due ore.

Nel pomeriggio del 17 dicembre 2019 a casa di Zheng è arrivata di nuovo la polizia, ma gli agenti hanno trovato il marito da solo perchè lei era al lavoro, e quindi hanno aspettato che lei tornasse per farle firmare una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong, ma la praticante si è rifiutata di obbedire e la polizia è rimasta per un'altra ora prima di andarsene.

Il 27 dicembre sette agenti sono tornati a casa di Zheng e hanno convocato il figlio e la figlia chiedendo un breve colloquio con loro. Quando la figlia è arrivata, la polizia ha ammanettato Zheng davanti a lei, l'ha spinta nell'auto di servizio e portata al Dipartimento di polizia della contea di Fuping, dov’è stata costretta a sedersi su una sedia di ferro e tre agenti a turno l'hanno sorvegliata per non permetterle di chiudere gli occhi. Il giorno dopo, quando lei è stata portata alla Procura della contea di Shunping, anche il figlio e altri familiari vi si sono recati per chiederne il rilascio. Nel pomeriggio è stata liberata.

Zheng, prima del suo ultimo arresto, è stata presa di mira altre volte, per aver parlato alla gente dei benefici del Falun Gong sulla salute durante la pandemia.

Oltre alle persecuzioni subite da lei, anche suo figlio, che lavora nell’ufficio locale per il l’energia elettrica, è stato costantemente molestato. La figlia, influenzata dal genero che lavorava per il tribunale locale, non osava andare a farle visita in prigione.