(Minghui.org) Una residente della contea di Heishan, nella provincia del Liaoning, è stata condannata a due anni e mezzo a fine aprile scorso per la sua fede nel Falun Gong.

Qi Sumei è stata arrestata il 1° marzo scorso per aver parlato del Falun Gong in un mercato agricolo tuttavia, a causa dell’ipertensione da cui è affetta, il centro di detenzione di Jinzhou ha rifiutato di ammetterla ed è stata rilasciata su cauzione.

Il 21 marzo si è recata all'Ufficio per la sicurezza interna della contea di Heishan e ha cercato di convincere il direttore, Wang Zhen, a non partecipare più alla persecuzione. Wang si è rifiutato di ascoltare e ha cercato di portarla alla procura della città di Linghai, designata per gestire i casi del Falun Gong in quella regione. Qi si è aggrappata alla sedia su cui era seduta e gli agenti non sono riusciti a spostarla; dopo un’ora di stallo l’hanno lasciata andare a casa.

Il 27 marzo Wang e alcuni agenti del procuratore si sono recati a casa di Qi, ordinandole di seguirli alla stazione di polizia di Heishan per rispondere ad alcune domande, Qi si è rifiutata di farli entrare e suo figlio, che era in visita, ha detto alla polizia che il padre aveva avuto un ictus, tremava dopo essere stato terrorizzato da loro e che sarebbero stati ritenuti responsabili se le sue condizioni fossero peggiorate a causa della pressione mentale. La polizia se n’è andata subito.

Il 3 aprile due impiegati del tribunale della città di Linghai si sono recati a casa di Qi con la polizia, e le hanno detto che era stata incriminata. Suo figlio ha firmato l’atto di accusa per lei.

Il 19 aprile oltre 20 persone del tribunale di Linghai si sono recate alla stazione di polizia di Heishan. Mentre aspettavano, Wang si è recato a casa di Qi e l'ha convinta con l'inganno a recarvisi a sua volta.

Arrivata lì ha cercato di spiegare al personale del tribunale che la pratica del Falun Gong non viola alcuna legge, ma loro si sono rifiutati di ascoltare e la conversazione si è conclusa rapidamente.

Il 26 aprile il cancelliere Li Pengru e Wang hanno consegnato il verdetto a casa a Qi, che è stata condannata a due anni e mezzo con una multa di 5.000 yuan (circa 662 euro). Solo allora si è resa conto che la conversazione avuta con il giudice presso la stazione di polizia la settimana precedente era la sua udienza.

Il verdetto portava le firme del presidente del tribunale, Huang Yanchun, e di altri due giudici, Wang Run e Tian Kun. Li ha detto che stavano lavorando con il Centro di detenzione di Jinzhou per valutare le condizioni di salute di Qi e se avrebbe dovuto scontare la pena a casa o nel centro di detenzione.

Poche ore dopo la loro partenza, Wang ha chiamato Qi e le ha ordinato di recarsi al centro di detenzione il giorno successivo per un esame fisico. Poiché si rifiutava di andarci, la polizia si è recata a casa sua e ha cercato di costringerla. La donna ha opposto resistenza e alla fine la polizia ha ceduto e se n'è andata. Gli agenti hanno detto che, siccome non erano ancora trascorsi i 10 giorni di tempo per appellarsi alla sentenza, non c’era problema a non farle fare subito l’esame fisico.

La sentenza a sorpresa ha inferto un duro colpo alla praticante, che un giorno dopo ha accusato dolori addominali. Il figlio la ha portata in ospedale e le è stato riscontrato un gonfiore addominale. Il figlio ha chiamato Wang per informarlo della situazione. Questi si è recato in ospedale e ha fotografato il referto medico. Il 3 maggio la famiglia ha portato la donna a Shenyang, la capitale e la città più grande della provincia del Liaoning, per un intervento in un ospedale maggiore.

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