(Minghui.org) Il 26 maggio scorso, la National Review in un articolo dal titolo "Agenti del governo cinese hanno cercato di corrompere l’IRS in un complotto contro il Falun Gong", ha pubblicato che il Partito Comunista Cinese ha esteso la persecuzione all’estero attraverso vari agenti.

Il 26 maggio il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha esaminato una denuncia penale secondo la quale due uomini avrebbero cercato di corrompere un funzionario dell’IRS al fine di perseguitare il Falun Gong per conto del Ministero della Pubblica Sicurezza cinese. Nell’articolo, scritto da Jimmy Quinn si legge: "Gli imputati sono stati arrestati oggi in California con l'accusa di aver agito come agenti stranieri non autorizzati, per riciclaggio di denaro e corruzione".

In una dichiarazione rilasciata lo stesso giorno, il procuratore generale Merrick Garland ha affermato che il governo cinese ha nuovamente tentato, senza riuscirci, di attaccare i dissidenti del PCC all’estero. Nella dichiarazione si legge: "Il Dipartimento di Giustizia continuerà a indagare, per interrompere e processare i tentativi del governo della RPC di mettere a tacere i suoi oppositori e di estendere il raggio d'azione del suo regime nel territorio degli Stati Uniti".

Secondo la denuncia penale presentata dai procuratori federali, gli imputati entrambi residenti a Los Angeles, John Chen cittadino statunitense e Lin Feng cittadino cinese, hanno pagato un agente dell’IRS per indurre l'agenzia a "privare dello status di esenzione fiscale all’associazione no profit Falun Gong".

Chen ha progettato il piano nel gennaio scorso, secondo il quale avrebbe potuto favorire l’obiettivo del governo cinese di "abbattere" il Falun Gong, un gruppo spirituale represso dal PCC. Nel rapporto del 2017 del Freedom House, viene dichiarato che "I praticanti del Falun Gong in tutta la Cina sono soggetti a sorveglianza capillare, detenzione arbitraria, imprigionamento e tortura, e sono ad alto rischio di esecuzione extragiudiziale".

In particolare, Chen e Feng hanno collaborato con un funzionario del governo cinese per presentare una denuncia all’IRS, sostenendo che il gruppo Falun Gong stava abusando del suo status di organizzazione no profit. "Christopher Essick, l'agente dell'FBI che ha redatto la denuncia penale, suggerisce fortemente che a coordinare il complotto sia stato un funzionario dell'Ufficio 610 del Ministero della Pubblica Sicurezza cinese con sede a Tianjin, Questa cellula ha il compito di portare avanti le campagne di repressione del PCC contro i praticanti del Falun Gong", continua l’articolo di National Review.

All’inizio di maggio, i due imputati si sono incontrati con un agente sotto copertura che ha finto di essere un agente dell’IRS coinvolto nel programma di denuncia dell’agenzia fiscale. I due imputati hanno promesso di pagare alla persona che credevano essere un agente 50.000 dollari (circa 47.000 euro) per avviare un controllo sull’organizzazione Falun Gong. Essick ha dichiarato nel rapporto penale che il documento presentato da Chen e Feng non avrebbe probabilmente portato all’eliminazione dello status di organizzazione no profit del gruppo Falun Gong.

Il rapporto prosegue: "Questo mese, Chen e Feng si sono recati in Cina e sono tornati con migliaia di dollari in contanti da utilizzare nello schema di corruzione. Prima dell'arresto, il 18 maggio Chen ha detto all'agente sotto copertura che lui e Feng quest'estate, si sarebbero dovuti recare in Cina altre volte per recuperare il denaro per la tangente".

Il Dipartimento di Giustizia sta attualmente indagando su diversi altri casi di repressione transnazionale da parte del governo cinese. La maggior parte di essi riguarda pedinamenti e molestie nei confronti di dissidenti cinesi sul territorio degli Stati Uniti. "Non è la prima volta che presunti agenti cinesi cercano di usare la corruzione, usando lo stesso scenario di oggi, per infiltrarsi nelle agenzie governative statunitensi e portare avanti trame di molestie", secondo quanto afferma il National Review.

"Altri casi portati avanti nel 2022 dai procuratori federali hanno visto il tentativo di utilizzare tangenti per ottenere documenti sensibili del Dipartimento di Giustizia sull’accusa di Huawei e per ottenere informazioni personali sui dissidenti con sede negli Stati Uniti".