(Minghui.org) È stato recentemente confermato che una quarta residente della contea di Pengxi, nella provincia del Sichuan, è stata condannata a quattro mesi di prigione dal tribunale locale per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere fisico e spirituale che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.
Il 29 giugno scorso He Xuemei, di 72 anni, è stata condannata a tre anni con un anno di libertà vigilata, dal tribunale della contea di Pengxi.
È stato riferito che, all’inizio di quest’anno, lo stesso tribunale aveva condannato altri tre residenti di Pengxi per aver praticato il Falun Gong. Alla fine di febbraio Tang Qiongying, di circa 68 anni, è stata condannata a due anni (da scontare fuori dalla prigione). Il 18 maggio Yan Changsu, di 77 anni, è stata condannata a un anno con due anni di libertà vigilata. Lo stesso giorno di He sono stati inflitti tre anni di prigione a Chen Qiuju, di 54 anni.
Ulteriori informazioni su Yan
Il 25 ottobre dell’anno scorso He e Yan sono state arrestate insieme, mentre parlavano alla gente del Falun Gong. Entrambe sono state trattenute nel centro di detenzione di Yongxing per 35 giorni, prima di essere rilasciate su cauzione il 30 novembre dello stesso anno.
Il 12 maggio scorso la stazione di Pengnanchang ha chiamato Yan, ordinandole di presentarsi a firmare alcuni documenti. La donna è stata accompagnata dal figlio e dalla figlia. È stato mostrato loro un atto di accusa emesso dalla Procura della contea di Pengxi. Yan, che non ha mai frequentato la scuola, non sapeva come firmare. I figli hanno firmato per lei e gli agenti le hanno preso le impronte digitali.
Sei giorni dopo Yan è stata nuovamente convocata alla stazione di polizia. Anche i suoi figli sono andati con lei. Ad attenderli c’era una persona incaricata dal procuratore, che le ha consegnato la sentenza del tribunale della contea di Pengxi, in cui si diceva che era stata condannata a un anno con due anni di libertà vigilata. Yan si è resa conto che il tribunale aveva semplicemente emesso la sentenza senza nemmeno tenere un’udienza sul suo caso. I suoi figli hanno firmato il verdetto e a lei sono state prese di nuovo le impronte digitali.
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