(Minghui.org) Lo scorso 14 maggio una donna, residente nel distretto di Pinggu a Pechino, è stata arrestata per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere fisico e spirituale che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999. Il luogo in cui si trova Li Xiaofeng rimane sconosciuto.

Li, parrucchiera di circa 60 anni, è stata precedentemente condannata a due periodi di lavori forzati e a una pena detentiva, per un totale di oltre otto anni per aver praticato il Falun Gong. Nel 2021 suo marito è deceduto, non molto tempo dopo che lei era stata rilasciata nel mese di maggio 2020, dopo aver trascorso tre anni e mezzo in prigione. Ora vive con il figlio non sposato.

Il 14 maggio di quest’anno un vicino ha visto alcuni agenti parlare con lei nel cortile di casa, e da allora le sue porte sono rimaste chiuse. I vicini hanno detto che non è chiaro se anche il figlio sia stato arrestato, ma non lo hanno più visto dopo la visita della polizia.

Persecuzioni passate

Due settimane di detenzione in un centro per il lavaggio del cervello

Nel luglio 2000 Li è stata arrestata e trattenuta per due settimane nel centro per il lavaggio del cervello all’interno del campo di lavoro forzato di Tuanhe.

Prima condanna ai lavori forzati (28 mesi)

Nel febbraio 2001 è stata nuovamente arrestata e sottoposta a un anno e mezzo di lavori forzati. In seguito, il periodo di detenzione è stato prolungato di 10 mesi, che ha trascorso in varie strutture carcerarie, tra cui il centro di detenzione distrettuale di Pinggu, il campo di lavoro di Xin’an e il campo di lavoro femminile di Daxing.

Durante un interrogatorio nel centro di detenzione di Pinggu, un agente maschio l’ha ripetutamente colpita alla testa con un libro, quando si è rifiutata di rispondere alle sue domande. Un’agente donna l’ha ferita alla testa con una scopa, perché si era rifiutata di firmare i verbali dell’interrogatorio.

Le guardie del campo di lavoro di Xin’an l’hanno costretta a stare seduta su un piccolo sgabello per tutto il giorno, ogni giorno per un anno intero. La notte non le è stato permesso di dormire a letto. Le guardie la schiaffeggiavano, spesso fino allo sfinimento.

Ricostruzione della tortura: seduta su un piccolo sgabello

Li è stata anche sottoposta a una tortura chiamata volare come l’aereo, con il corpo piegato verso il basso e le braccia alzate dietro la schiena, contro il muro. Dopo essere rimasta in questa posizione per lunghi periodi di tempo, le sue gambe si sono gonfiate.

Ricistruzione della tortura: volare come l’aereo

Un’altra volta, alle 22:00, la guardia Cheng Cui’e ha ordinato a sette tossicodipendenti di picchiarla in un bagno. Il suo occhio destro è diventato iniettato di sangue e ha avuto brividi in tutto il corpo. le detenute le hanno anche strappato molte ciocche di capelli.

Per tutta la durata del suo mandato, Li è stata costretta a svolgere lavori non retribuiti. Nel 2001 le è stato imposto di confezionare bacchette monouso in un centro di smistamento a Pechino, in attesa di essere trasferita nel campo di lavoro femminile di Daxing. Dopo il trasferimento, è stata obbligata a raccogliere verdure, confezionare piselli e piegare scatole di cartone.

Secondo periodo di lavoro forzato (2 anni e mezzo)

Nel 2006 Li è stata arrestata e nel marzo dello stesso anno le sono stati inflitti due anni e mezzo di lavoro forzato. Durante l’arresto, gli agenti dell’Ufficio per la sicurezza interna del distretto di Pinggu le hanno confiscato i libri del Falun Gong e la stampante.

Come per il primo periodo di lavori forzati, la donna ha scontato nuovamente la pena nel centro di detenzione di Pinggu, nel campo di lavoro di Xin’an e nel campo di lavoro femminile di Daxing. È stata brutalmente torturata in tutte e tre le strutture, ma il campo di Daxing che è stato il più crudele. Per più di due anni è stata costretta a sedersi su un piccolo sgabello, immobile e rivolta verso il muro, dalle 4:00 del mattino fino alle 2:00 del mattino successivo. A ogni minimo movimento veniva percossa e insultata dalle tossicodipendenti incaricate di sorvegliarla. I suoi glutei, feriti, si sono incancreniti.

Condannata a 3 anni e mezzo di prigione

Il 18 novembre 2016, nel suo salone di parrucchiera, Li ha parlato con un cliente del Falun Gong e gli ha dato del materiale informativo. Il cliente l’ha denunciata alla polizia. Più di 10 agenti dell’Ufficio per la sicurezza interna del distretto di Pinggu e della stazione di polizia della città di Lehe sono arrivati per arrestarla. L’hanno insultata e le hanno confiscato alcuni libri del Falun Gong e altri oggetti personali, che teneva nel suo salone.

La polizia ha minacciato di arrestare anche suo marito, quando ha cercato di impedire loro di portarla via.

Il 21 dicembre 2016 è stata incriminata dal Procuratore distrettuale di Pinggu e, il 14 marzo 2017, è stata processata dal Tribunale distrettuale, senza informare la sua famiglia. Il 9 maggio 2017 è stata condannata a tre anni e mezzo e multata di 7.000 yuan (circa 887 euro).

Li ha presentato ricorso e il 14 giugno 2017 il terzo tribunale intermedio di Pechino ha deciso di confermare il verdetto originale. Il 6 luglio dello stesso anno è stata trasferita dal centro di detenzione distrettuale di Pinggu a una prigione locale.

Durante la detenzione le è stata sospesa la pensione.