(Minghui.org) In occasione del 30° anniversario della diffusione della Falun Dafa in tutto il mondo, ho deciso di raccontare come il Maestro Li (fondatore della Falun Dafa) e un gruppo di astanti mi hanno aiutato a sfuggire alla persecuzione.

Nel marzo 2007, un’amica praticante ed io siamo uscite per raccontare alla gente i fatti sulla Dafa e sulla persecuzione. Vicino al fiume, abbiamo parlato con un uomo anziano e gli abbiamo dato degli opuscoli. Tutto sembrava andare bene.

Eravamo felici e abbiamo continuato ad andare in giro. Poi abbiamo incontrato un ragazzo di 12 anni e gli abbiamo chiesto se voleva dimettersi dalle associazioni affiliate al Partito Comunista Cinese (PCC), e lui ha acconsentito di farlo. Dato che ha creduto a tutto ciò che gli abbiamo detto, ho pensato che fosse davvero un bravo ragazzo. Ci ha anche chiesto altri opuscoli in modo da poterli dare ai suoi familiari iscritti al Partito. Ha poi chiesto: “Avete ancora dei DVD?”, e l’altra praticante ha detto di sì.

Quando ha preso un dischetto dalla borsa e gliel’ha porto, il giovane ha detto: “Fantastico! Vi ho sorprese a promuovere la Falun Dafa... ho le prove. Nessuna di voi può scappare!”, poi ha afferrato il polso della mia amica. È dunque emerso che il ragazzo credeva alla propaganda del PCC contro la Dafa e voleva denunciarci.

La praticante ha detto: “Lasciami il polso... non scapperemo!”. Tuttavia il ragazzo non ha mollato la presa e ha gridato: “Queste due sono praticanti della Falun Dafa! Stanno promuovendo la Falun Dafa! Ho sorpreso una di loro a farlo... se qualcuno ha un cellulare, per favore chiami la polizia!”. Gli ho detto: “La Falun Dafa insegna alle persone a essere buone e a seguire i principi di Verità, Compassione e Tolleranza. Quello che stai facendo non ti porterà dei benefici”. Il ragazzo ha risposto: “Non ti credo! Il nostro insegnante ha detto che la Falun Dafa è la peggiore!”.

L’amica praticante ha iniziato a inviare pensieri retti e ha chiesto silenziosamente al Maestro di rinforzarci e disintegrare tutti i fattori malvagi che manipolavano il ragazzo in altre dimensioni. Non dovevamo lasciare che facesse cose per perseguitare la Dafa e i suoi discepoli!

Mi sono chiesta perché fosse successo, poi ho chiesto aiuto al Maestro per rafforzare i nostri pensieri retti e recitato la formula per inviarli.

Era l’ora in cui le persone staccavano dal lavoro e una folla sempre più numerosa si stava radunando intorno a noi. Poiché non sapevano cosa fosse successo, abbiamo raccontato loro i fatti sulla Dafa e che le stazioni radio e TV del PCC ci avevano calunniato.

Una donna ha detto al ragazzo: “Perché la trattieni? Lasciala andare. Sei ancora giovane e non sai bene le cose”. Il ragazzo ha risposto: “Non è vero, so bene come stanno le cose... stai parlando in loro difesa. Sei anche tu una praticante?”. La donna ha detto: “Perché, avresti il coraggio di fare qualcosa se lo fossi?”.

Sopraffatto dai pensieri retti della donna, il ragazzo si è calmato, tuttavia teneva ancora la mano della praticante. La mia amica voleva che me ne andassi, ma non l’ho fatto. Il ragazzo ha urlato: “Non puoi andare... non puoi andartene con le prove!”. Quello che ha detto ci ha dato un suggerimento. La mia amica ha detto: “Perché non vai? Porta la via borsa con te!”. D’accordo con lei, sono partita in bicicletta con la borsa.

Il ragazzo si è agitato e a gridato: “Fermatela... non lasciatela andare. Se ne va con le prove!”. Ma nessuno degli astanti l’ha ascoltato. Voleva inseguirmi, ma la praticante lo ha bloccato con la sua bicicletta.

Il ragazzo le ha urlato: “Se n’è andata. Ma tu non lo farai?”, e ha afferrato di nuovo il suo polso. La praticante ha detto: “Non cercherò di andarmene. Come posso andare via se ancora non conosci la verità?”. Il ragazzo ha continuato a chiedere alla folla se qualcuno avesse un cellulare per poter chiamare la polizia, ma nessuno si è offerto di farlo. Ad oggi, la scena è ancora vivida nella mia mente. Sentivo che il Maestro stava vegliando su di noi e che gli esseri senzienti si stavano risvegliando.

Mentre andavo in bicicletta, ho chiesto al Maestro di proteggerci e recitato le formule per inviare pensieri retti senza mai voltarmi indietro. Quando ho raggiunto il mio quartiere, sono andata come prima cosa a casa di un altro praticante. Gli ho raccontato della situazione e lui è andato subito sul posto, mentre io sono rimasta a casa sua a inviare pensieri retti. Poco dopo il praticante è tornato e ha detto di aver visto la mia amica andarsene in bicicletta.

Più tardi ho visto che in casa sua c’erano le luci accese e perciò l’ho chiamata. Quando ci siamo incontrate mi ha detto che, dopo che me n’ero andata, la folla era diventata sempre più numerosa. Ha raccontato che un’altra donna si è fatta avanti e ha criticato il ragazzo: “Come puoi farle questo?! È più anziana di tua madre... lasciala subito andare!”. Il ragazzo ha detto: “Sta promuovendo la Falun Dafa. I praticanti della Falun Dafa si sono dati fuoco!”. A quel punto lei è intervenuta, dicendo: “L’incidente dell’auto-immolazione di Piazza Tienanmen è stato inscenato per incastrare la Dafa. La Falun Dafa insegna alle persone a seguire i principi di Verità, Compassione e Tolleranza e a essere brave; inoltre, proibisce l’omicidio e il suicidio. I vestiti di Wang Jindong 00erano bruciati, ma la bottiglia di Sprite piena di benzina tra le sue gambe era intatta. La sua faccia era bruciata, ma i suoi capelli no! Era tutta una finzione”. E alla fine il ragazzo ha urlato: “Non dirmi queste cose... non ci credo!”.

A quel punto si erano radunate intorno al ragazzo e alla praticante un centinaio persone e la pista ciclabile era bloccata. La praticante si è tolta il cappotto, che è finito nelle mani del ragazzo, costringendolo a lasciarle andare il polso. Il ragazzo ha gridato: “Anche se non vuoi il cappotto, non puoi scappare!”. La praticante ha replicato: “Voglio il mio cappotto”, e dopo averlo ripreso, l’ha indossato. Nel tentativo di afferrarle di nuovo il polso, il ragazzo ha poi urtato la sua bici con la propria e l’ha fatta cadere a terra.

Molte persone tra la folla hanno criticato il ragazzo: “L’hai fatta cadere. È ferita, portala in ospedale! Qualcuno ha detto dolcemente alla praticante: “Stai giù e lascia che ti porti in ospedale”. Tuttavia lei ha riso e si è alzata affermando che stava bene.

Poi ha visto il praticante che è venuto a cercarla e, dopo che si sono scambiati un sorriso, si è sentita sollevata. Sapeva che i fattori malvagi in un’altra dimensione erano stati sconfitti. Il Maestro aveva mandato l’altro praticante per incoraggiarla.

Poi è arrivato un uomo di mezza età con un soprabito verde, il quale ha afferrato il ragazzo e fatto cenno alla praticante di andarsene. Il giovane si è contorto e ha urlato: “Non puoi lasciarla andare”, poi si è voltato e ha gridato alla praticante: “Posso riprenderti anche se corri!”.

Dato che la pista ciclabile era bloccata, la praticante ha preso la bicicletta, l’ha spinta giù per l’argine e ha percorso il pendio del letto del fiume. La salita dall’altra parte era più lunga di cento metri. La bicicletta non era adatta per un percorso del genere e c’era il rischio che la catena saltasse, tuttavia non ci ha pensato e ha continuato a pedalare. È arrivata facilmente in cima alla collina ed è arrivata a casa sana e salva.

Ascoltando il racconto mi sono commossa. Il risveglio di quegli astanti, così come il sostegno del Maestro, hanno lavorato insieme e dissolto la persecuzione.

Ciò che è stato ancora più sorprendente è che la praticante, salendo sulla sua bicicletta il giorno dopo, ha notato che la catena si era staccata e che si era incastrata impedendo persino alla ruota di girare. In quel momento ha capito che il Maestro l’aveva protetta per tutto il tempo!

Riguardo all’accaduto ho fatto due osservazioni: la prima è che, quando si è verificato l’incidente, sia l’amica praticante che io abbiamo pensato di rivolgerci al Maestro – e gli siamo davvero grate per la sua grazia salvifica. La seconda è che in quel momento nessuna di noi ha pensato a se stessa. Soprattutto la mia amica, che al pensiero che il mio anziano padre avesse bisogno delle mie cure, mi aveva chiesto di andarmene. Questo ha mostrato il livello di altruismo di un discepolo della Dafa! Ho anche osservato che nessuna di noi due ha avuto pensieri negativi. La coltivazione è molto seria. Bisogna studiare bene la Fa, guardarsi sempre dentro, eliminare gli attaccamenti al fare le cose, al mettersi in mostra, al risentimento, alla paura e a qualsiasi desiderio di convalidare se stessi. Bisogna coltivare bene se stessi e salvare più persone!