(Minghui.org) Recentemente il sito web Minghui ha confermato che, verso la metà di luglio dell’anno scorso, una donna residente a Guiyang nella provincia del Guizhou, è stata arrestata per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999. Dal momento dell’arresto Li Guimei è stata trattenuta nel centro di detenzione di Sanjiang. Altri dettagli sul suo caso non sono chiari.

Nel 1995 la donna di quasi 40 anni, che lavorava nel reparto di controllo qualità della fabbrica di macchinari Yonghong, ha iniziato a praticare il Falun Gong. Quando, quattro anni dopo, è iniziata la persecuzione Li è stata licenziata dal suo posto di lavoro, perché si è rifiutata di rinunciare alla sua fede.

Nel 2002 si è recata a Pechino per fare appello in favore del Falun Gong e le sono stati inflitti due anni nel campo di lavoro forzato femminile della provincia del Guizhou.

Nel 2004 è stata nuovamente arrestata per aver cercato di chiarire i fatti al marito di una praticante. L’uomo l’ha denunciata alla polizia, che l’ha arrestata e l’ha tenuta in custodia per 15 giorni.

In seguito, ha trovato lavoro in un’azienda tessile della contea di Wuyi, nella provincia dello Zhejiang. Il 12 novembre 2008 è stata arrestata dalla polizia locale e la sua abitazione è stata messa a soqquadro. Le è stato assegnato un altro periodo di due anni presso il campo di lavoro forzato di Moganshan nello Zhejiang dove, per protestare contro la persecuzione, ha fatto uno sciopero della fame e non ha ceduto alle torture messe in atto per costringerla a rinunciare al Falun Gong. Mentre era detenuta, suo padre ha avuto un ictus e, dopo essere stato ricoverato per oltre 40 giorni, è deceduto.

Li è tornata nella sua città natale, Guiyang, dove l’anno scorso è stata nuovamente arrestata.