(Minghui.org) Zhang Xuefu, 51enne di Sanhe, nella provincia dell’Hebei, è in attesa di processo a causa della sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere di mente e corpo che è perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999. 129 suoi concittadini hanno firmato una petizione per richiederne l’immediato e incondizionato rilascio.

Zhang è stato arrestato il 14 luglio scorso e il suo caso è stato inoltrato alla procura di Sanhe il 27 settembre, che lo ha incriminato in data sconosciuta e l’ha trasmesso, a sua volta, al tribunale locale il 27 ottobre. Adesso è in attesa di processo al Centro di detenzione di Sanhe.

Zhang Xuefu

Zhang aveva insegnato alla scuola elementare Shengjiatun e alla scuola media n° 14 di Sanhe, e in seguito aveva aperto una scuola privata che adesso vanta ben tre campus. Era conosciuto come un uomo che tendeva a voler prevalere, impulsivo e sciovinista ma, dopo aver intrapreso il Falun Gong nel 2015, si è trasformato in una persona umile, rispettosa e gentile. Quando la scuola ha dovuto chiudere durante la pandemia, ha chiesto un prestito per pagare i docenti e il personale.

Lui sostiene che sia stato il Falun Gong a farlo diventare più buono e a guarirlo da una paralisi facciale. Pertanto distribuiva materiale informativo sula pratica per informare la gente che non era affatto come la dipingeva la propaganda del regime comunista.

La polizia locale lo ha molestato a casa tre volte nel 2021 (all’inizio di marzo, il 20 aprile, e l’8 dicembre) e due volte a fine agosto dell’anno scorso. Gli hanno intimato di non distribuire più materiali del Falun Gong. Il 3 luglio scorso un agente l’ha chiamato e gli ha ordinato di recarsi alla polizia. Lui non ci è andato ed è stato arrestato alcuni giorni dopo, il 14 luglio.

L’ultimo arresto

Zhang abita nel villaggio Cangtou, città di Yanjiao, distretto di Dongshi, Sanhe. Diversi agenti della stazione di polizia di via Yanshun sono andati ad arrestarlo poco dopo mezzogiorno del 14 luglio scorso. Lui non era in casa, quindi è intervenuta la stazione di polizia di Yanjiao e lo ha arrestato nella sua scuola privata nel distretto di Dongshi all’incirca alle 16:00 quello stesso giorno.

Lui ha biasimato la polizia per averlo arrestato senza mostrare i distintivi, né mandato di arresto. Il vice capo Liu Zepeng, che ha condotto l’arresto, ha chiamato il suo supervisore per chiedere istruzioni. I superiori hanno ordinato all’agente di andare immediatamente al dipartimenti di polizia di Sanhe per prendere un mandato d’arresto temporaneo. La polizia poi ha portato Zhang alla stazione di polizia di Yanjiao.

La polizia lo aveva preso di mira perché sospettava che avesse distribuito del materiale informativo sul Falun Gong alla comunità di Tianyangcheng (un complesso residenziale di Yanjiao) l’8 luglio scorso. Le guardie della sicurezza del complesso residenziale, Jin Honghai e Yan Tongbo, quel giorno hanno denunciato alla polizia che del materiale del Falun Gong era stato trovato nell’unità abitativa 2 del condominio 1.

Gli agenti hanno visionato i filmati delle videocamere di sorveglianza del complesso residenziale e hanno notato che l’auto di Zhang era entrata e uscita dal complesso residenziale quel giorno. Dopo hanno guardato i video dell’unità 2 e hanno visto immagini di un uomo fuori dall’abitazione. L’immagine durava solo pochi secondi ed era molto sfocata. Ma la polizia “ha fatto due più due” e ha concluso che era Zhang il sospettato che aveva distribuito tutto il materiale del Falun Gong che era stato rinvenuto nel complesso residenziale l’8 luglio, non solo nell’unità abitativa 2.

Per giustificare l’accusa, la polizia dopo ha mostrato l’immagine nel video a Sun Xiaozhong (+86-13131697361), segretario del villaggio Cangtou e gli ha fatto pressioni perché confermasse che l’uomo del video sfocato era Zhang, anche se nessuno in realtà poteva dire chi fosse veramente quella persona basandosi solo su quell’immagine.

Zhang ha detto di aver distribuito del materiale del Falun Gong in passato (che era del tutto legale, dato che nessuna legge in Cina criminalizzava il Falun Gong), ma non lo aveva fatto in quella data e in quel complesso residenziale. Quindi si è rifiutato di “ammettere la sua colpevolezza” durante l’interrogatorio alla stazione di polizia di Yanjiao.

Altri tre agenti della stessa stazione di polizia, fra cui Zhang Hongqiu, hanno fatto irruzione in casa di Zhang intorno alle 21:00 la sera del suo arresto, il 14 luglio scorso. Zhang ha mostrato velocemente il suo identificativo e il mandato d’arresto, senza permettere alla famiglia di guardarli. Gli agenti hanno perquisito tutte le stanze, ma non hanno preso nulla.

Al primo avvocato viene impedito di far visita a Zhang

Zhang è stato tenuto alla stazione di polizia di Yanjjiao per circa 24 ore, prima di essere portato al centro di detenzione di Sanhe intorno alle 16:00 il 15 luglio scorso.

I familiari hanno ricevuto la notifica della sua detenzione criminale il 19 luglio. La procura di Sanhe ha chiamato la famiglia il 25 luglio, dicendo che lui aveva chiesto di vedere un legale. La famiglia ha immediatamente ingaggiato un avvocato, ma a questi, il 26 luglio, non è stato consentito di andarlo a trovare al centro di detenzione. L’avvocato ha quindi subito abbandonato il caso e la famiglia ha assunto un nuovo legale.

Secondo avvocato costretto a firmare un accordo di non-divulgazione

La procura di Sanhe, il 27 luglio, ha emesso un mandato di arresto formale per Zhang. Il suo nuovo avvocato ha richiesto di fargli visita quel giorno, ma non gli è stato concesso. Allora si è recato in procura per appellarsi al suo diritto di incontrarsi col cliente. La procura infine gli ha concesso una visita il giorno dopo.

L’avvocato si è incontrato con Zhang il 28 luglio, come stabilito. Alcuni agenti della stazione di polizia di Yanjiao si sono presentati al centro di detenzione e hanno insistito che l’avvocato firmasse un accordo di non-divulgazione, che gli impediva di rivelare all’esterno quello che gli aveva detto il suo cliente. In un resoconto si legge che la polizia ha costretto il legale a firmare l’accordo prima che entrasse per incontrare Zhang, mentre in un altro resoconto si asseriva che la polizia ha aspettato che uscisse dal centro di detenzione per farlo firmare (a causa della censura del regime comunista cinese, i corrispondenti Minghui non possono sempre ottenere informazioni accurate in maniera tempestiva).

L’avvocato comunque ha dovuto abbandonare il caso per motivi personali.

La polizia ha trasmesso il caso di Zhang alla procura di Sanhe il 27 settembre e questa l’ha inoltrata al tribunale locale il 27 ottobre.

Il terzo avvocato incontra ostacoli dopo aver fissato online con successo un appuntamento con Zhang

La famiglia di Zhang, dopo che anche il secondo avvocato ha abbandonato il caso, ne ha assunto un terzo. Questi è andato al tribunale di Sanhe il 3 novembre per presentare le pratiche burocratiche per rappresentare Zhang. Ha preso un appuntamento online per fargli visita alle 15:30 il giorno seguente.

Quando il legale si è recato nel centro di detenzione il 4 novembre, la guardia di turno ha detto che non erano più ammessi avvocati a far visita a Zhang perché ne aveva già visti due (anche se al primo avvocato non era mai stato consentito di incontrarlo). Il terzo avvocato ha detto di essere stato assunto da poco, e che non aveva mai incontrato il suo cliente. Ha aggiunto che quando ha fissato l’appuntamento online, dal sistema risultava che la famiglia di Zhang avesse formalmente licenziato i primi due avvocati.

La guardia ha esclamato che quello che risultava online non soddisfava i requisiti del centro di detenzione, perché il licenziamento doveva essere suggellato anche dagli studi legali dei primi due avvocati. Il terzo avvocato ha ribattuto che il cliente può licenziare il suo legale senza il consenso di quest’ultimo o del suo studio legale.

La guardia non cedeva e l’avvocato ha proposto di parlare direttamente con la figlia di Zhang che attendeva fuori dal centro di detenzione.

La guardia ha acconsentito, ma l’addetto alla sicurezza al cancello ha rifiutato di lasciar entrare la figlia di Zhang, con il pretesto che solo gli avvocati avessero il permesso di entrare. L’avvocato è corso dentro per parlare con la guardia, che ha detto che poteva chiedere di farla chiamare dalla guardia di sicurezza. Quest’ultima ha detto che non faceva parte del suo lavoro chiamare la guardia. Il legale è andato di nuovo dentro, ma la guardia lo ha rimandato dall’addetto alla sicurezza.

Dopo alcuni andirivieni, alla figlia di Zhang è stato concesso di entrare. La guardia le ha chiesto di chiamare il secondo avvocato del padre e la madre, per verificare delle informazioni prima di permettere al terzo avvocato di vedere Zhang.

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