(Minghui.org) I praticanti di Kanto, Nagoya e Sapporo hanno tenuto proteste pacifiche lo scorso 31 dicembre presso l’Ambasciata cinese di Tokyo, i Consolati cinesi di Nagoya e Sapporo, chiedendo la fine della persecuzione della Falun Dafa da parte del Partito Comunista Cinese (PCC) e che tutti i praticanti imprigionati siano immediatamente rilasciati.

I praticanti hanno protestato pacificamente davanti all’Ambasciata cinese di Tokyo il 31 dicembre

Hiroko, originaria della Cina, ha dichiarato: “Negli ultimi 25 anni ho protestato ogni giorno contro la persecuzione. Continueremo la nostra protesta finché non finirà”.

Đương Thu Hằng pratica gli esercizi della Falun Dafa

Đương Thu Hằng ha detto di aver iniziato a praticare la Falun Dafa nel 2020. “Non mi arrabbio e non mi lamento più. I miei rapporti con la famiglia, gli amici e i colleghi sono migliorati. Vedendo i miei miglioramenti, anche mio marito ha iniziato a praticare la Falun Dafa. Ringrazio il Maestro Li [il fondatore della pratica] per la sua guida”. Đương Thu ha partecipato alla protesta per denunciare la brutalità del PCC contro i praticanti del Falun Gong, in particolare per il crimine del prelievo forzato di organi da praticanti ancora in vita.

I praticanti protestano vicino al Consolato cinese di Nagoya

Nhâm e sua moglie di Shizuoka hanno partecipato alla protesta davanti al Consolato cinese di Nagoya. Ha spiegato che sua moglie si è commossa nel vedere la cordialità delle persone e la protezione della polizia nei confronti dei praticanti, e ha detto: “Desideriamo vedere la fine della persecuzione il più presto possibile e speriamo che i cinesi godano della libertà di praticare la Falun Dafa come fanno le persone di tutto il mondo”.

“Fa freddo e piove”, ha aggiunto la moglie di Nhâm, “ma vedo pace e buoni propositi negli occhi di tutti”.

I praticanti di Hokkaido hanno tenuto una protesta pacifica davanti al Consolato cinese di Sapporo

Nonostante la forte neve, i praticanti di Hokkaido hanno eseguito gli esercizi e inviato pensieri retti davanti al Consolato cinese di Sapporo, chiedendo al pubblico di aiutare a porre fine alla persecuzione.