(Minghui.org) All'inizio di quest'anno Tang Gemei, una praticante 69enne di Yueyang nell'Hunan, è stata condannata a tre anni e mezzo per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

È stata arrestata il 4 luglio dello scorso anno mentre si trovava a casa di sua figlia a Nanjiang (che è nel comune di Yueyang), poi è stata rinchiusa nel Centro di detenzione distrettuale dello Yunxi e, all'inizio di quest'anno (non si conosce la data esatta), è stata condannata dal Tribunale della contea di Pingjiang. Dopo l'ingiusta condanna è stata tradotta nel Carcere femminile provinciale dell'Hunan, ma non si conoscono i dettagli sull'atto d'accusa, sul processo e sulla condanna.

Questa è la terza volta che Tang, operaia in pensione di una società d'energia idroelettrica, viene condannata per la sua pratica del Falun Gong.

Il suo primo arresto risale all'ottobre del 2001, dopo che era stata denunciata alla polizia per aver esortato i funzionari del suo posto di lavoro a smetterla di scrivere frasi diffamatorie sul Falun Gong.

Durante i 37 giorni trascorsi presso il Centro di detenzione della contea di Pingjiang, le guardie l'hanno tenuta in cella d'isolamento per tre giorni e le hanno versato addosso dell'acqua fredda per tre volte, dopo aver scoperto che aveva fatto gli esercizi del Falun Gong. La famiglia ha pagato oltre 1.000 yuan (circa 130 euro) di multa e 400 yuan (circa 50 euro) per il vitto in cambio del rilascio.

Nell'agosto 2002 era stata arrestata nuovamente e le avevano anche perquisito l'abitazione. La polizia aveva buttato giù la porta d'ingresso e all'ufficio sicurezza interna l'aveva interrogata per quattro giorni. Non le permettevano di dormire, né di stare seduta ed era costretta a stare in piedi o in ginocchio. Quando si rifiutava di fare quello che le ordinavano, l'agente Li Jiangzhou la picchiava con un bastone di legno e quando si rifiutava di mettersi in ginocchio la picchiava con un bastone ancora più grosso.

Quella volta era rimasta in carcere per sette mesi ed era stata rilasciata il 27 febbraio del 2003. Aveva dovuto pagare 1.000 yuan per il vitto e 1.500 yuan (circa 200 euro) di multa.

Il 4 novembre del 2003 era stata di nuovo arrestata e anche la casa le era stata ancora perquisita. Era stata tenuta al centro di detenzione per 30 giorni, spesso ammanettata e incatenata.

Dopo l'arresto del dicembre 2006 era stata condannata a tre anni che ha scontato nel Carcere femminile di Changsha, dove ha subito varie torture per aver rifiutato di rinunciare al Falun Gong.

Nel 2019 era andata a stare dal figlio che viveva a Shunde, nella provincia del Guangdong, per aiutarlo con il nipotino. Il 16 maggio 2019 era stata arrestata, dopo essere stata denunciata per aver distribuito del materiale del Falun Gong. Qualche tempo dopo è stata condannata a tre anni e mezzo di prigione con una multa di 5.000 yuan (circa 650 euro).

Dopo che è stata portata al Carcere femminile provinciale del Guangdong il 10 maggio del 2020, alla famiglia non è stato consentito di andarla a trovare. Da una lettera che aveva scritto dal carcere, datata dicembre 2020, i familiari avevano appreso che aveva iniziato a soffrire di una patologia cardiaca, di pressione alta e di aterosclerosi della carotide (l'indurimento delle arterie della carotide). Avevano chiesto il rilascio per motivi di salute, ma le autorità carcerarie avevano chiesto una cauzione pari a 100.000 yuan (circa 13.000 euro) per approvare la richiesta. Non disponendo di quella somma di denaro, la famiglia ha desistito.

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