(Minghui.org) Yin Peiqin, anche chiamata Yin Peikun, una 76enne di Xintai nella provincia dello Shandong, è stata picchiata e torturata brutalmente mentre scontava una pena di cinque anni nel Carcere femminile dello Shandong per la sua pratica del Falun Gong.
Siccome rifiutava di abbandonare il Falun Gong, le detenute spesso la picchiavano, la insultavano e non le lasciavano usare il bagno. Siccome era analfabeta e non sapeva scrivere, le guardie hanno fatto scrivere una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong a una detenuta e le hanno ordinato di copiarla a mano. Non si sa se l'abbia fatto o meno.
Il 21 aprile dello scorso anno sei detenute l'hanno trascinata in un angolo del bagno dove la telecamera di sorveglianza non arrivava e l'hanno picchiata. La detenuta Liu Yuan le ha colpito l'interno coscia con le ginocchia, lasciandole piene di lividi e lei non non ha potuto camminare per un intero giorno. Un'altra detenuta, Chen Yan, le ha sbattuto la mano contro il muro. La mano è rimasta ferita e le si è gonfiata. Le guardie gliel'hanno medicata, ma l'hanno costretta a dichiarare che era stato un suo errore a provocare l'incidente.
Molestie e condanna al carcere
Poco dopo il capodanno 2020 alcuni dipendenti della Procura di Xintai erano andati a casa di Yin per dirle che stavano lavorando al suo caso e farle firmare il fascicolo. Lei si era rifiutata e aveva cercato di persuadere gli impiegati a non perseguitare i praticanti del Falun Gong. Loro le avevano consegnato una copia della "comunicazione dei diritti e degli obblighi"ed erano andati via senza fornirle alcuna informazione sul suo caso.
Feng Dayong, capo della Divisione sicurezza interna di Xintai, il 31 marzo 2020 ha portato con sé due agenti a casa di Yin e le ha detto che il suo caso era passato al Tribunale di Feicheng e che doveva attendere la convocazione per l'udienza.
La mattina del 27 agosto 2020 Wang Yujun e due agenti della Divisione sicurezza interna hanno scavalcato la recinzione di casa di Yin e l'hanno portata con la forza in un ambulatorio associato al Dipartimento di polizia di Xintai per un esame medico. Una persona le ha prelevato una grossa provetta di sangue. Le hanno anche fatto un’ecografia, l'elettrocardiogramma e una TAC in tutto il corpo.
Tre agenti sono andati di nuovo a casa di Yin il 22 ottobre del 2020. Le hanno promesso che avrebbero solo dato un'occhiata in giro e non le avrebbero preso niente (prima della "visita" la polizia aveva perquisito più volte la sua abitazione negli anni addietro e le erano stati confiscati tutti gli effetti personali che riguardavano il Falun Gong). Quando gli agenti stavano andando via, Yin ha notato che la porta sul retro che dava sul cortile era aperta, così è andata a chiuderla. Un agente l'ha seguita e ha controllato il cortile sul retro prima di andare via.
In seguito le hanno confiscato tutti i risparmi e le hanno detto che l'avrebbero mandata in un posto simile a una casa di riposo. Ha capito che era stata condannata a cinque anni solo quando è stata portata al Carcere femminile dello Shandong, in data imprecisata.
La persecuzione passata e due condanne ai lavori forzati
Quando il figlio aveva solo due anni, Yin aveva avuto un ictus ed era rimasta parzialmente invalidaDopo aver intrapreso il Falun Gong nel 1999, ha subito recuperato la salute ed era di nuovo in grado di svolgere i lavori domestici.
Alcuni mesi dopo, nel luglio del 1999, il regime comunista cinese ha lanciato la persecuzione del Falun Gong. Siccome era rimasta salda nella sua fede, era stata ripetutamente presa di mira e aveva trascorso due anni ai lavori forzati.
Yin era stata arrestata a gennaio 2005 da Su, il direttore della Divisione sicurezza interna di Xintai e le erano anche stati confiscati i libri del Falun Gong, il registratore, e le cassette delle lezioni del Falun Gong. Era stata confinata nel Carcere di Beishi per due settimane e aveva dovuto pagare una multa di 300 yuan (circa 40 euro). Nel marzo 2005 le sono stati dati due anni al Campo di lavoro forzato n. 1 dello Shandong.
Yin aveva cercato di persuadere le guardie a non diffamare il Falun Gong, ma queste l'avevano afferrata per i capelli, spinto la testa all'indietro e stretto con forza la mandibola. Così intere ciocche di capelli sono rimaste nelle mani delle guardie e anche i denti hanno subito danni.
Se le guardie la vedevano fare gli esercizi del Falun Gong, le mettevano del nastro adesivo intorno alla testa e su bocca, mani e braccia. Inoltre a volte la costringevano a stare in piedi diritta per ore ed ore e le gambe le si gonfiavano. Una volta l'hanno appesa per i polsi tutta la notte ammanettata al tubo del riscaldamento.
Yin inoltre si rifiutava di indossare l'uniforme delle detenute e le guardie hanno ordinato alle detenute di toglierle i vestiti e di lasciarla nuda a lungo. Poi l'hanno filmata e accusata di aver sviluppato una malattia mentale praticando il Falun Gong.
Due giorni dopo il capodanno cinese del 2006 Yin è stata portata in cella d'isolamento, una stanza piccola e buia. Trascorreva lì sei mesi all'anno ed era costretta a stare in piedi o seduta immobile per ore ed ore. Le guardie la privavano anche del sonno e non le permettevano di usare il bagno. Lei spesso evacuava nei pantaloni. D'estate, col caldo intenso nella stanza senza aria condizionata, ci sono state almeno tre volte in cui non le è stato permesso di fare la doccia per nove giorni consecutivi.
Oltre alle torture fisiche le guardie la lasciavano affamata, dandole solo due pasti al giorno, e ogni pasto consisteva solo in un piccolo panino al vapore e un sottaceto. Al momento del rilascio era pelle e ossa.
Il 1° settembre 2007, solo alcuni mesi dopo il rilascio, è stata arrestata di nuovo, la casa le è stata di nuovo perquisita e le è stato dato un altro anno al Campo femminile di lavoro forzato dello Shandong.
Le sofferenze della famiglia di Yin
Durante la persecuzione è stata coinvolta anche la sua famiglia. Il marito e il figlio hanno avuto un crollo mentale a causa dei ripetuti arresti, della detenzione e delle molestie. Quando è stata tenuta al campo di lavoro, il figlio vagava in giro come un senzatetto. Il marito non era in grado di badare a se stesso e tirava avanti con solo 180 yuan (circa 20 euro} di pensione e 300 yuan mensili di sussidio integrativo per redditi bassi.
Quando Yin è stata rilasciata all'inizio del 2007 dopo aver scontato la prima condanna ai lavori forzati, il marito e il figlio avevano i capelli lunghi, il cortile era pieno di erbacce e piccoli cespugli, che lasciavano solo un piccolo passaggio per raggiungere la porta di ingresso che aveva anche uno stipite rotto. C'era spazzatura dappertutto nelle stanze e quasi tutto il cibo era mangiato da topi e insetti. Il marito le aveva detto in lacrime: "Non credevo che saresti tornata a casa viva!".
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