(Minghui.org) Il 24 settembre di quest'anno Tian Liping, una 62enne residente a Shenyang, nella provincia del Liaoning, è stata condannata a quattro anni perché pratica il Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal Partito Comunista Cinese (PCC) dal luglio 1999. Tian aveva già avuto guai giudiziari per la sua fede: ad aprile 2010 era stata arrestata e condannata a tre anni con tre di libertà condizionata. Ora è in attesa del verdetto d'appello per la condanna recente.
Era stata arrestata l'11 marzo di quest'anno e la procura aveva formulato l'atto d'accusa il 16 agosto. Il 9 settembre era stata processata e il 24 settembre imprigionata. Il 28 settembre aveva presentato ricorso e il suo caso era stato registrato presso il Tribunale intermedio di Shenyang il 24 ottobre e assegnato alla giudice Wen Xiaoxia.
Nel ricorso vi è l'esposizione dettagliata di come la polizia, il PM e il giudice avessero violato le procedure legali nel corso di tutto il procedimento giudiziario e la sua richiesta di archiviazione del caso.
L'arresto
Alle 9:00 dell'11 marzo di quest'anno oltre 10 agenti della Divisione per la sicurezza interna e della sua subordinata Stazione di polizia di Changbai hanno fatto irruzione in casa di Tian e le hanno confiscato gli effetti personali: la carta d'identità, un computer da tavolo e due portatili, due stampanti, un masterizzatore di CD, un disco rigido portatile, due o tre chiavette USB, due o tre lettori musicali, 10 libri del Falun Gong e un cellulare. Suo marito Piao Jinghai, anche lui praticante del Falun Gong, è stato portato alla Stazione di polizia di Changai con lei per l'interrogatorio.
La coppia era stata presa di mira per aver affisso degli autoadesivi con informazioni sul Falun Gong. Piao ha confessato di averlo fatto, ma ha al contempo sottolineato che praticare e diffondere informazioni sul Falun Gong era un suo diritto costituzionale e ha rifiutato di ammette le colpe e di firmare i verbali dell'interrogatorio. Tian, che è stata sentita separatamente, è stata minacciata di ulteriori perquisizioni domiciliari. La polizia ha promesso di rilasciarla se avesse firmato i verbali dell'interrogatorio. Lei ci ha creduto e ha firmato, ma si è subito resa conto che era una promessa fasulla.
Quel giorno dopo le 19:00 Tian e il marito sono stati sottoposti ad esami medici. A Piao è stata riscontrata la pressione alta e alti livelli di zucchero nel sangue. Il Centro di detenzione del distretto di Heping ha rifiutato di imprigionarlo ed è stato tenuto alla stazione di polizia per tutta la notte. Il mattino seguente lo hanno portato all'Ospedale centrale del Sujiatun per altri esami medici, durante i quali si è scoperto che aveva il diabete e un problema alle coronarie. La polizia ha cercato di nuovo di farlo rinchiudere nel centro, ma è stato ancora rifiutato per la sua cattiva salute. Il 12 marzo di quest'anno alle 14:00 lo hanno rilasciato e messo ai domiciliari senza dirglielo, e hanno scritto nel fascicolo della moglie che il suo caso era trattato separatamente.
Durante l'esame medico si è scoperto che anche Tian aveva la pressione alta, ma la polizia è riuscita a persuadere il Centro di detenzione n. 1 di Shengyang ad accettarla. La guardie l'hanno costretta a prendere dei farmaci per l'ipertensione, ma lei non ha visto miglioramenti, piuttosto si sentiva sempre confusa e notava che anche la memoria peggiorava.
La polizia estorce confessioni e viola le procedure legali
Gli agenti che hanno effettuato l'arresto non indossavano l'uniforme, non hanno mostrato né i loro tesserini identificativi né il mandato di perquisizione, e hanno fatto irruzione in casa di Tian. Non le hanno detto nemmeno quali effetti avessero confiscato e non gliene hanno rilasciato una lista, come richiesto per legge.
I verbali della polizia indicavano che il caso di Tian era stato avviato alle 9:00 dell'11 marzo di quest'anno e che le avevano perquisito la casa alle 8:50 dello stesso giorno, ma per legge la polizia deve avviare un caso con una causa probabile prima di fare irruzione in casa di un sospettato.
Dopo aver arrestato Tian e il marito, la polizia non ha fatto avere nessuna notifica di arresto né di detenzione al loro figlio Min (nome di fantasia). Nel fascicolo di Tian però si leggeva che Min aveva ricevuto le notifiche di arresto e detenzione e che aveva firmato la documentazione relativa. Era evidente che la polizia aveva falsificato la firma di Min. Il figlio aveva notato anche numerose discrepanze e prove false contenute nella documentazione: cioè il modulo di registrazione del caso, la decisione di archiviazione, la fonte del caso, la procedura d'arresto, i verbali degli inquirenti, il verbale del lavoro svolto, il mandato e il verbale di perquisizione, la decisione di confisca, la lista e le foto degli effetti confiscati.
Min è andato alla Stazione di polizia di Changbai il 18 aprile, ma non ha trovato gli agenti che si occupavano del caso. Allora ha chiamato la stazione di polizia e gli ha risposto il capo Liu Bin, che gli ha detto di essere stato nominato capo appena tre giorni prima e che doveva informarsi presso la Divisione sicurezza interna del distretto di Heping per conoscere gli sviluppi del caso. Gli ha però promesso che nel giro di una settimana gli avrebbe fatto sapere qualcosa.
Min però non ha più avuto sue notizie e allora ha chiamato la procura locale e alla fine ha scoperto che il caso era passato alla Procura distrettuale di Hunnan e assegnato al PM He Mengyao (+86-24-84829859). Ha anche appreso che il 22 marzo era stato spiccato un mandato di arresto formale contro la madre.
Mentre Tian veniva incriminata, l'agente Wang Yueyu ha convinto Piao ad andare alla Stazione di polizia di Changbai a firmare dei documenti per il rilascio della moglie. Lo stava ingannando, ma Piao gli ha creduto e ha firmato. Solo dopo ha scoperto che la sua firma e la sua testimonianza sarebbero state usate come prova contro la moglie.
Quando ha scoperto di essere stato ingannato ha scritto una dichiarazione in cui spiegava in dettaglio come la polizia lo avesse ingannato e gli avesse fatto produrre prove per incriminare la moglie contro la sua volontà, e ha dichiarato nulle tutte le "confessioni" e le firme. La stessa Tian ha consegnato una dichiarazione per annullare le confessioni che era stata costretta a rilasciare durante l'interrogatorio della polizia. Entrambe le dichiarazioni comunque non sono state prese in considerazione nel processo di Tian come prova contro la polizia per aver estorto confessioni usando la minaccia e l'inganno.
Il figlio della coppia, Min, ha ricevuto due telefonate dalla polizia in occasione del processo della madre. L'agente Wang lo ha chiamato dal numero +86-19990037680 il 13 settembre e l'agente Li Gang dal numero +86-15502400915 il 28 settembre, quattro giorni dopo la condanna della madre. Entrambi gli hanno chiesto di aiutarli a mettersi in contatto con il padre, così da poter trasformare il suoi arresti domiciliari da caso penale a detenzione amministrativa. Hanno promesso di assolvere Piao da tutte le accuse se si fosse recato alla stazione di polizia per compilare la documentazione necessaria. Li ha anche promesso di non applicare la detenzione amministrativa, viste le condizioni di salute di Piao. Min però questa volta non è caduto vittima del loro tranello, considerando anche come la madre stessa era stata ingannata ed era finita in prigione.
Il pubblico ministero viola le procedure legali
La Divisione per la sicurezza interna della città di Shenyang, che supervisiona la Divisione per la sicurezza interna del distretto di Heping, che a sua volta supervisiona la Stazione di polizia di Changhai, ha rilasciato l'autenticazione delle prove fornite dalla polizia contro Tian. Ma per legge, solo un organo forense indipendente e imparziale ha l'autorità di verificare e autenticare le prove dell'accusa.
Il PM He, tuttavia, ha accettato il documento di autenticazione e formulato l'atto di accusa contro Tian il 16 agosto di quest'anno. Min aveva assunto un avvocato e aveva anche chiesto di figurare come suo difensore non avvocato. Inoltre, per provare l'innocenza di sua madre, ha presentato la procura di rappresentanza, ha chiesto di esaminare il suo fascicolo e di farle visita e di visionare altri documenti relativi al caso.
He ha respinto la richiesta di Min di esaminare il fascicolo, sostenendo che era già stata concessa la possibilità di esaminare i documenti all'avvocato, e ha aggiunto che si trattava di un caso di sicurezza nazionale.
Il giudice viola le procedure legali
Al caso è stato assegnato il giudice Hao Xiaoli (+86-24-84829859, +86-24-84829140, +86-24-84829044) del Tribunale distrettuale dell’Hunnan.
Min ha presentato diversi documenti legali ad Hao nei giorni precedenti al processo, tra cui le dichiarazioni dei suoi genitori contro la polizia per aver estorto loro confessioni usando l'inganno e le minacce. Ha anche chiesto ad Hao di escludere le prove fornite dalla polizia e altre prove inammissibili.
Hao, tuttavia, ha ignorato la richiesta di Min, come aveva fatto anche all'inizio del processo, il 9 settembre, quando il figlio aveva chiesto che sia lei che il procuratore He fossero ricusati dal caso, date le loro numerose violazioni delle procedure legali.
Il PM He ha accusato Tian di aver preso parte ad attività anti-PCC e anti-governative, ma non è riuscito a presentare alcuna prova. Dopo che l'avvocato ha sottolineato che non esiste alcun crimine del genere nel diritto penale cinese, He ha affermato che Tian ha violato l'articolo 300 del diritto penale, che stabilisce che coloro che utilizzano un'“organizzazione di culto” per indebolire l'applicazione della legge devono essere puniti con la pena massima prevista dalla legge.
Sia Min che l'avvocato hanno replicato che nessuna legge in Cina criminalizza il Falun Gong. L'elenco delle sette pubblicato dal governo non menziona il Falun Gong e il divieto sulle pubblicazioni del Falun Gong è stato revocato anni fa. Min ha sottolineato di aver presentato documenti relativi alle prove false al giudice Hao giorni prima del processo.
La difesa ha chiesto al pubblico ministero He di presentare le prove effettive contro Tian in forma scritta, audio, video o elettronica. Sebbene il pubblico ministero He abbia presentato nove serie di prove dell'accusa (dettagli sconosciuti), erano solo dichiarazioni scritte, ma nessun elemento è stato presentato in tribunale. C'era un testimone dell'accusa, di nome Zhang Hao, che avrebbe visto Tian attaccare adesivi del Falun Gong, ma non si è presentato in tribunale per testimoniare.
Le dichiarazioni di Tian e di suo marito contro la polizia non sono state lette in tribunale, né utilizzate come prove ammissibili contro la polizia. Quando il suo avvocato ha chiesto di riprodurre l'hard disk e le unità flash confiscate da casa sua per dimostrare che nessun contenuto in essi violava alcuna legge, il giudice Hao ha respinto la richiesta.
Il pubblico ministero ha accusato Tian di essere una recidiva, data la sua precedente condanna a tre anni per aver praticato il Falun Gong, e ha chiesto per lei una pena severa.
Il giudice Hao l'ha condannata a quattro anni il 28 settembre. Nonostante la suddetta violazione delle procedure legali da parte sua, del pubblico ministero He e della polizia, ha dichiarato nel verdetto che "la corte ha fatto un controllo incrociato di tutte le prove dell'accusa e ha ritenuto che si corroborassero a vicenda e fossero ammissibili" e che "le dichiarazioni della difesa, tuttavia, mancassero di base giuridica e supporto fattuale e dovessero essere considerate inammissibili".
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