(Minghui.org) Lo scorso 20 dicembre, il Comitato esecutivo del Congresso degli Stati Uniti sulla Cina (CECC) ha pubblicato il suo rapporto di quest’anno, che condanna la persecuzione del Falun Gong da parte del Partito Comunista Cinese (PCC).

Il CECC è al fianco del popolo cinese contro il PCC

Il presidente del CECC, il rappresentante degli Stati Uniti Christopher Smith, ha dichiarato: “Nel rapporto annuale di quest’anno pubblicato oggi, il CECC è ancora una volta al fianco del popolo cinese contro il Partito Comunista Cinese”.

Il presidente del CECC, il rappresentante degli Stati Uniti Christopher Smith

La nostra commissione e il suo staff dedicato hanno compilato un elenco delle più gravi violazioni dei diritti umani commesse dal Partito Comunista Cinese che può servire come dichiarazione per i futuri procuratori giudiziari per ritenere Xi Jinping e i suoi associati responsabili”, ha detto Smith. È significativo che condanneremo anche le aziende occidentali coinvolte in tali abusi, comprese quelle che utilizzano catene di fornitura di lavoro forzato. Non potranno più dire 'non lo sapevamo'”.

Il co-presidente del CECC, il senatore Jeff Merkley

Jeff Merkley, co-presidente della Commissione del Congresso e dell'Amministrazione degli Stati Uniti sulla Cina, ha dichiarato: “Le violazioni della dignità umana da parte del governo comunista cinese non riguardano solo il popolo cinese, ma stanno gradualmente colpendo i cittadini di tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti”.

“La Commissione esecutiva del Congresso sulla Cina ha riferito su queste violazioni transfrontaliere dei diritti umani (da parte del PCC) e mi ha ispirato a introdurre una legislazione come il Transnational Repressive Policies Act”. “Ancora una volta, la Commissione ha pubblicato un rapporto di alta qualità che documenta la situazione abissale dei diritti umani e dello Stato di diritto in Cina. È nostra responsabilità dare voce al nostro popolo quando il governo comunista cinese nega le sue aspirazioni di libertà e dignità. Spero che il Congresso e la prossima amministrazione Trump agiscano in base alle raccomandazioni del CECC”.

Il crimine del PCC nel prelevare forzatamente di organi dai praticanti del Falun Gong

“Durante l'anno in corso, le autorità della RPC hanno continuato a monitorare, detenere e imprigionare i praticanti del Falun Gong, lo scorso marzo la Commissione ha tenuto un'udienza in cui i testimoni hanno espresso preoccupazione per il possibile prelievo forzato di organi dalle minoranze religiose ed etniche in Cina, compresi i praticanti del Falun Gong”, si legge nel rapporto.

Il prelievo di organi è stato oggetto di un'udienza del CECC durante il periodo di riferimento, che ha esaminato le affermazioni secondo cui gli aderenti al Falun Gong sarebbero stati i primi bersagli di questa pratica atroce.

Le autorità del PCC spesso arrestano i praticanti del Falun Gong per aver violato l'articolo 300 della Legge penale della Repubblica Popolare Cinese, che criminalizza “l'organizzazione e l'uso di culti per minare l'attuazione della legge”.

Il rapporto menziona anche che, dei 2.764 registri di prigionieri conosciuti o ritenuti detenuti, 497 erano praticanti del Falun Gong.

Il rapporto elenca i casi di persecuzione di praticanti del Falun Gong

Il sito web Minghui, affiliato al Falun Gong, ha riportato la morte di decine di praticanti a causa di maltrattamenti subiti durante la detenzione, e più di 1000 casi di praticanti perseguitati o condannati dalle autorità. I praticanti del Falun Gong sono spesso detenuti più volte nel corso degli anni, come le seguenti persone:

Hou Lijun: nel maggio dello scorso anno, il tribunale del popolo del distretto di Wanbailin, nella municipalità di Taiyuan, nella provincia dello Shanxi, ha condannato Hou Lijun a 10 anni di carcere. Nel giugno dello scorso anno, le autorità hanno inviato Hou in una prigione nel comune di Jinzhong, nella provincia dello Shanxi, e secondo quanto riferito, lo hanno torturato picchiandolo, costringendolo a stare seduto su un piccolo sgabello per lunghi periodi di tempo e privandolo del sonno e dei beni di prima necessità. Hou ha iniziato uno sciopero della fame per protesta e, lo scorso gennaio le autorità hanno trasferito Hou in un ospedale del PSB di Taiyuan dopo che si era gravemente ammalato. L'amministrazione carceraria ha negato alla sua famiglia il permesso di fargli visita in ospedale.

Lang Dongyue: il 14 dicembre 2021, la polizia ha preso in custodia la praticante del Falun Gong Lang Dongyue nella contea di Huailai, comune di Zhangjiakou, provincia dell’Hebei. Inizialmente la polizia l'ha trattenuta in una stazione di polizia, e poi l'ha trasferita nel centro di detenzione PSB di Zhangjiakou all'inizio del 2022.

Intorno al luglio dello scorso anno, il tribunale del popolo del distretto di Xuanhua, nella municipalità di Zhangjiakou, nella provincia dell’Hebei, ha condannato Lang Dongyue a 9 anni di carcere, e le ha imposto una multa di 15.000 yuan (circa 2000 euro), dopo che le autorità dal 1999, l'hanno detenuta almeno cinque volte per un totale di 10 anni.

Wang Yanming: dopo numerose detenzioni precedenti, i funzionari della pubblica sicurezza della municipalità di Daqing, nella provincia dell’Heilongjiang, hanno arrestato l’ uomo nel giugno dello scorso anno, sostenendo che le telecamere di sorveglianza lo avevano ripreso mentre appendeva i manifesti del Falun Gong; il 25 settembre dello scorso anno è stato condannato a tre anni e sei mesi di carcere, e a una multa di 20.000 yuan (circa 2600 euro).

Carceri nere

Secondo il rapporto, il termine informale “prigione nera” si riferisce a edifici, come alberghi e centri di formazione che i funzionari governativi o i loro agenti, usano per detenere le persone. Queste strutture di detenzione extralegale operano con nomi diversi, tra cui “centri di assistenza e servizi”, o “centri di educazione legale”, la loro esistenza e il loro uso non hanno alcuna base legale, e le persone detenute in questi luoghi - molte delle quali sono firmatari di petizioni e praticanti del Falun Gong - non sanno quando saranno rilasciate, e non hanno alcuna protezione procedurale.

Torture e abusi

Nell'osservare la Giornata internazionale a sostegno delle vittime della tortura, le Nazioni Unite hanno ribadito il principio che “la tortura è un crimine di diritto internazionale. Secondo tutti gli strumenti pertinenti, è assolutamente vietata e non può essere giustificata in nessuna circostanza”.

Tuttavia, i rapporti indicano che la pratica della tortura e degli abusi sui detenuti è continuata in Cina, in violazione della Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti, di cui la Cina è firmataria.

Di seguito alcuni esempi:

L'anno scorso sono emerse numerose notizie di torture e abusi nei confronti dei praticanti del Falun Gong, tra cui il caso di Li Lizhuang, che stava scontando una condanna a 10 anni e 8 mesi di reclusione nella prigione dell’Hulan, nel comune di Harbin, nella provincia dell’Heilongjiang, quando è stato maltrattato.

Secondo quanto riferito, i funzionari del carcere, a volte utilizzando altri detenuti come sostituti, hanno picchiato Li, gli hanno spruzzato dello spray al peperoncino, e gli hanno dato la scossa al viso e alle zone sensibili, lo hanno privato del sonno, e lo hanno costretto a indossare una camicia di forza.

Il ruolo di Cisco nella persecuzione dei praticanti del Falun Gong

Una sentenza del tribunale federale emessa nel luglio dello scorso anno, ha stabilito che l'azienda tecnologica californiana Cisco Systems può essere ritenuta responsabile di “favoreggiamento” delle violazioni dei diritti umani perpetrate in Cina per aver venduto attrezzatura di sorveglianza per monitorare i praticanti del Falun Gong.

In un caso risalente al maggio 2011, un cittadino americano e 13 cittadini cinesi aderenti alla pratica spirituale Falun Gong, hanno intentato una causa presso un tribunale distrettuale degli Stati Uniti contro Cisco, per favoreggiamento o cospirazione nei confronti di funzionari cinesi, in violazione dello Statuto dell'illecito straniero (ATS), della Legge sulla prevenzione delle vittime di tortura, e di altre leggi federali e statali.

La Corte d'Appello degli Stati Uniti per il Nono Circuito ha stabilito che un'azienda americana può essere citata in giudizio ai sensi dell'ATS, anche se ha riaffermato che un tribunale di grado inferiore ha respinto le richieste di risarcimento contro i dirigenti di Cisco.

L'organizzazione per i diritti digitali Fondazione Frontiera Elettronica, ha ribadito l'opinione della corte, secondo la quale gli usi legittimi della tecnologia di un'azienda non la rendono immune da responsabilità per gli usi che portano a violazioni dei diritti umani.