(Minghui.org) Nel 2021, il Partito Comunista Cinese (PCC) ha lanciato una grande campagna per arrestare i praticanti della Falun Dafa nella nostra zona. Sono stata arrestata e portata in un centro di detenzione perché dicevano che ero un praticante chiave.
Grazie alla protezione del Maestro Li (fondatore della Falun Dafa), all’aiuto dei praticanti locali e stranieri, a un avvocato per i diritti umani e al sostegno della mia famiglia, sono riuscita a uscire dal centro di detenzione con dignità dopo sette mesi. Mi sono riunita ai praticanti locali per assistere il Maestro nella rettifica della Fa.
Rafforzare i miei pensieri retti e non collaborare con la polizia
Quando la polizia ha fatto irruzione in casa mia, gli ho chiarito la verità per oltre un’ora. Mentre portavano me e mio marito al piano di sotto, ho gridato: “La Falun Dafa è buona; Verità, Compassione, Tolleranza sono buone”. Quando ho visto i miei vicini fuori, ho gridato: “Per favore, ricordate che la Falun Dafa è buona”. I poliziotti non mi hanno impedito di parlare e mi hanno ascoltata in silenzio.
Alla stazione di polizia, ero determinata a non scrivere alcuna dichiarazione contro la Dafa né a tradire alcun praticante.
La polizia mi ha interrogato tre volte. Mi hanno chiesto quando ho iniziato a praticare la Falun Dafa e se conoscessi un certo praticante. Mi sono rifiutata di rispondere o di firmare qualcosa. Erano molto delusi. Sapevo di aver fatto bene.
Nel centro di detenzione, pensieri negativi continuavano ad affiorare nella mia mente: I miei genitori non avrebbero potuto sopportare la notizia improvvisa della mia detenzione e avrebbero potuto morire. Cosa avrebbe fatto mio figlio senza di me? Ho vissuto in un’agonia straziante per un mese intero. Ho continuato a eliminare questi cattivi pensieri inviando pensieri retti.
Un’altra praticante mi ha incoraggiato: “Questa sofferenza non è vana. Il Maestro si prende cura di noi”. Anche se ho sofferto come se fossi all’inferno, ero determinata a non tradire il Maestro, la Falun Dafa o i praticanti.
Ho detto ai detenuti di ricordare le due frasi e ho chiesto loro di ritirarsi dal PCC e dalle organizzazioni affiliate. Quando ho chiarito loro la verità, ho sentito il mio corpo attraversato da un flusso di corrente calda. Sapevo che il Maestro mi stava incoraggiando.
Le cose cambiano
Sono stata trasferita in un’altra cella. Non volevo lasciare i praticanti della mia vecchia cella, ma quando me ne sono dovuta andare, ho detto: “Abbiamo il Maestro e la Fa con noi. Non abbiamo nulla da temere”.
Le detenute della nuova cella sono state molto felici di vedermi quando hanno saputo che ero una praticante della Falun Dafa. Quando hanno visto i miei piedi gonfi, hanno incolpato le detenute dell’altra cella di essere disumane. Le capo cella erano due giovani studentesse universitarie molto gentili. Mi hanno dato calzini, cibo e altri beni di prima necessità e mi hanno chiesto di sedermi sulla panca.
Quando le ho incontrate per la prima volta, ho detto: “Io pratico la Falun Dafa. Vi prego di ricordare che la Falun Dafa è buona e Verità, Compassione, Tolleranza sono buone. Sarete al sicuro durante la pandemia”.
Una praticante di nome Ying (pseudonimo) praticava da tre anni e mezzo. Faceva gli esercizi della Falun Dafa e inviava pensieri retti proprio sotto la telecamera di sorveglianza. Era stabile nella sua fede. Nel 2012 è stata coinvolta in un incidente d’auto e ha riportato ferite al volto. Ha recitato ripetutamente le due frasi per sette giorni e si è ripresa. Ha iniziato a praticare la Falun Dafa e ha cominciato a chiarire la verità alle persone.
Ci siamo incoraggiate a vicenda e abbiamo recitato la Fa insieme. Le ho detto: “Non riconoscere la persecuzione. Una praticante è stata condannata a tre anni nel campo di lavoro di Masanjia. È stata rilasciata dopo diciotto mesi”. Praticavo gli esercizi e inviavo pensieri retti e quando ne avevo l’opportunità, chiarivo la verità ai detenuti.
Una guardia mi ha mostrato una lista dei libri della Dafa, la stampante, ecc. che avevano preso da casa mia. Volevano che firmassi un documento in cui dicevo che gli oggetti erano miei. Anche se ho avuto paura, mi sono rifiutata di firmarlo. Ho detto alla polizia con calma: “La Falun Dafa è retta. Sarete benedetti se tratterete gentilmente i praticanti della Falun Dafa”. La giovane guardia ha sorriso e se n’è andata senza dire nulla.
Un giorno mi sono seduta sulla panca e ho recitato la Fa:
“La retta Fa si diffonde,diecimila demoni cercano di impedirlo,salvare gli esseri senzienti,le nozioni umane cambiano,le cose degenerate periscono,la luce e lo splendore emergono.”(“Una vita nuova”, Hong Yin)
Ho capito che dovevo cambiare le mie idee. Anche se ero perseguitata, potevo eliminare il karma soffrendo le difficoltà, lasciando andare gli attaccamenti ed elevando la mia xinxing. Potevo anche eliminare il male inviando pensieri retti. In quel momento mi sono sentita percorsa da una scossa. Ho percepito che qualcosa di brutto lasciava il mio corpo. Non sentivo più tristezza ma un senso di leggerezza.
Ying mi ha raccontato di una praticante del suo gruppo di studio della Fa. Questa persona studiava la Fa, coltivava solidamente e faceva bene le tre cose. Quando mi sono confrontata con questa praticante, mi sono resa conto che credere di essere occupata a fare le cose e a completare i compiti fosse coltivazione. La mia mente vagava mentre studiavo la Fa ed ero compiacente. La mia xinxing non era buona. Sentivo che questo era il motivo per cui ero perseguitata.
Sono rimasta in questa cella per nove giorni. Tutti erano buoni e amichevoli con me. Ho convinto diverse detenute a lasciare il PCC. Un giorno ho fatto un sogno in cui ho visto il fuoco cadere dal cielo nella cella. Ho detto alle detenute di ripetere le due frasi. Quando hanno cominciato a recitarle ho visto, in un’altra dimensione, che il fuoco si spegneva e loro si salvavano.
Nove giorni dopo sono stata trasferita al centro di detenzione locale. Prima di andarmene, la capo cella ha accettato di ritirarsi dal PCC. Ying mi ha detto di pensare solo alle cose belle.
Rifiutarsi di dire qualsiasi cosa durante gli interrogatori
Mentre ero detenuta in un’altra città sono stata interrogata in videochiamata a causa della pandemia di COVID. Mi hanno chiesto se conoscessi dei praticanti. Ho risposto di no. Ho detto che non avevano loro l’ultima parola. Si sono arrabbiati e hanno detto: “Porteremo qui tuo figlio. Resterete qui per sempre”.
Ero molto preoccupata per mio figlio, ma non ho fatto nulla di male. Credo che l’ultima parola spetti al Maestro.
Durante il video interrogatorio, hanno cercato di costringermi ad ammettere che ero colpevole e che dovevo essere punita. Ho detto: “Non ho commesso alcun crimine. Non ho fatto nulla che abbia danneggiato altre persone. Voi mi state perseguitando”. Mi hanno chiesto chi mi perseguitava. Ho gridato: “Il PCC!” Si sono ammutoliti. Dopo la fine dell’interrogatorio, la guardia nel corridoio ha detto ad alta voce: “È una praticante della Falun Dafa determinata”.
Mi hanno interrogato nove volte. Hanno detto che mio marito aveva rinunciato alla Falun Dafa e mi hanno detto di seguirlo. Mio marito è stato detenuto contemporaneamente a me. Ho detto: “Ognuno fa la propria scelta. Questa è stata la sua scelta”. Li ho avvertiti che il bene viene premiato e il male punito.
Mi hanno minacciata e mi hanno detto: “Il PCC ti perseguita giustamente. Se muori qui, sei solo un mucchio di proteine. Quello che dirai oggi determinerà a quanti anni sarai condannata. Se non ci dici quello che vogliamo sapere, lo farà qualcun altro”. Ho detto loro che non avrei detto nulla e ho chiesto di essere rimandata in cella.
Il procuratore ha rinviato il mio caso al centro di detenzione per insufficienza di prove. Una guardia della Divisione di sicurezza interna ha continuato a interrogarmi e a indagare su di me. Non ho collaborato con loro. Alla fine, mi hanno quasi implorato di dire qualcosa, perché sapevano che avevo preparato del materiale per chiarire la verità. Ho detto: “Per favore, fate tesoro delle vostre vite! Per favore, rilasciate me e gli altri praticanti immediatamente!”
Lasciare andare gli attaccamenti grazie alla memorizzazione della Fa
Nella mia cella c’erano sei praticanti. Le detenute sapevano che la Falun Dafa è buona e avevano abbandonato il PCC. Andavamo d’accordo. Studiavamo e recitavamo la Fa quotidianamente e inviavamo pensieri retti tutto il giorno. Le guardie non si preoccupavano, a loro non importava.
Dopo aver sbrigato le faccende in cella, tutto il tempo rimanente lo trascorrevo a memorizzare la Fa, inviare pensieri retti e a meditare. Mi sono guardata dentro e ho trovato molti attaccamenti come l’invidia, il risentimento, la fama, il guadagno personale, ecc. Ho inviato pensieri retti per dissolvere gli elementi negativi.
Spesso in casa mi innervosivo. Sapevo che quando mi arrabbiavo era la natura demoniaca che si manifestava, ma non riuscivo a controllarmi. Costantemente l’ho eliminata finché non è scomparsa, per tutto il tempo (sette mesi) in cui ero detenuta non ho perso la calma una sola volta. Quando gli altri si arrabbiavano con me, non me la prendevo e mi guardavo dentro.
A poco a poco mi sono staccata sempre più dal sentimentalismo a mio figlio. Il Maestro ci ha detto che ogni essere ha il proprio destino. Il Maestro mi ha dato un suggerimento in sogno: mio figlio era molto buono e anche mio marito; quindi, dovevo lasciare andare il mio attaccamento a loro.
Grazie alla costante memorizzazione della Fa, ogni praticante aveva pensieri retti più forti. Non riconoscevamo la persecuzione. Sapevamo che il Maestro si stava prendendo cura di noi.
Ho condiviso la cella con la praticante che guardavo con sufficienza e con l’altra di cui ero invidiosa. Ho eliminato i miei pensieri negativi, abbiamo memorizzato la Fa e ci siamo guardate dentro insieme. I legami tra i praticanti sono sacri. Dovremmo avere cura l’uno dell’altro, aiutarci a vicenda, coltivare diligentemente insieme e compiere la missione di salvare gli esseri senzienti in modo da poter tornare alle nostre case celesti.
Uscire dal centro di detenzione con pensieri retti
Quando ho sentito che altri praticanti assumevano avvocati, ho voluto farlo anch’io. Un giorno una guardia mi ha detto: “Il tuo processo si avvicina. Tuo figlio vuole difenderti”. Sono rimasta sorpresa e ho detto: “Non c’è bisogno. Mi difenderò da sola”. Mi ha mostrato tre copie della lettera di autorizzazione e mi ha chiesto di firmarle.
Tuttavia, ho visto il nome di un avvocato dei diritti umani al posto del nome di mio figlio. L’altra praticante ha detto: “Vedi, come sono bravi i praticanti, hanno assunto un avvocato per te”. Sono stata molto grata ai praticanti che mi hanno procurato un avvocato. Avevo la brutta sensazione che sia i praticanti non incarcerati che i miei familiari, mi avessero abbandonata; ma appena ho saputo che mi avevano procurato un avvocato, mi si è davvero risollevato il morale.
Alcuni praticanti hanno ricevuto una denuncia, mentre io no. Mi sono commossa e ho chiesto a una praticante quando sarei potuta tornare a casa. Lei mi ha risposto: “Potrai tornare a casa quando avrai coltivato abbastanza bene”.
L’avvocato di una praticante che è andato a trovarla le ha riferito che avrebbe chiesto la cauzione in attesa del processo. Non volevo che il mio avvocato facesse altrettanto per me e gli ho chiesto di essere rilasciata incondizionatamente.
Il terzo giorno non ho fatto il pisolino. Al contrario, ho inviato pensieri retti affinché venissi rilasciata senza condizioni. Nel pomeriggio una guardia ha gridato il mio nome fuori dalla cella: “Fai le valigie in fretta. Sarai rilasciata”. Tutti hanno pensato a uno scherzo. Una detenuta ha chiesto conferma e la guardia ha ripetuto quello che aveva detto prima.
Ho detto alle detenute: “Per favore, ricordate che la Falun Dafa è buona e Verità, Compassione, Tolleranza sono buone”.
Anche alla guardia ho detto: “Per favore, ricorda che la Falun Dafa è buona”. Ogni volta che sono stata interrogata illegalmente, ho detto alle guardie che mi hanno portato fuori di ricordare che la Falun Dafa è buona. Molte di loro erano brave persone. Alcuni mi hanno ascoltato in silenzio e altri hanno detto che sapevano che i praticanti della Falun Dafa sono persone gentili.
Poiché il mio rilascio è avvenuto all’improvviso, dal centro di detenzione hanno avvisato i miei familiari di venire subito a prendermi, ma ho aspettato nella sala di attesa per mezz’ora prima che arrivassero.
Grazie alla protezione del Maestro, all’aiuto degli amici praticanti, dell’avvocato per i diritti umani e della mia famiglia, sono uscita dal centro di detenzione con dignità.
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