(Minghui.org) Il 10 dicembre dell'anno scorso, 24 anni dopo l'inizio della persecuzione del Falun Gong da parte del Partito Comunista Cinese (PCC), i praticanti di 44 Paesi hanno presentato un nuovo elenco di colpevoli ai rispettivi governi, in vista della Giornata dei Diritti Umani, il 10 dicembre dello scorso anno, sollecitando le autorità a ritenere questi individui responsabili della persecuzione del Falun Gong in Cina. I praticanti hanno chiesto ai loro governi di vietare l'ingresso ai colpevoli e ai loro familiari e di congelare i loro beni all'estero.
Tra i responsabili elencati c'è Feng Guang, direttore della prima divisione della Procura di Ranghulu della città di Daqing, nella provincia dell’Heilongjiang.
Informazioni sull'autore del reato
Nome completo dell'autore del reato: Feng (cognome) Guang (nome) (cinese: 封光)Sesso: MaschioEtnia: HanData di nascita: Dicembre 1976Luogo di nascita: Città di Harbin, provincia dell’Heilongjiang
Feng Guang
Reati gravi
Da quando il PCC ha iniziato a perseguitare il Falun Gong nel 1999, i procuratori e i tribunali hanno aiutato il regime a condannare i praticanti.
Dal 2019 a oggi Feng Guang, procuratore della Procura di Ranghulu della città di Daqing, nella provincia dell’Heilongjiang, ha incriminato almeno 40 praticanti del Falun Gong a Daqing e Harbin, con l'accusa inventata di "aver usato un'organizzazione di culto per minare l'applicazione della legge". Tutti i praticanti sono stati poi condannati al carcere e 27 stanno ancora scontando la pena. Tre di loro sono morti a causa degli abusi subiti in carcere.
Di seguito sono riportati alcuni casi di persecuzione in cui Feng Guang è stato direttamente coinvolto.
Caso 1: Il signor Lyu Guanru è deceduto per abusi nella prigione di Tailai
Lyu Guanru, residente nella città di Daqing, nella provincia dell’Heilongjiang, è stato arrestato il 9 novembre 2018, durante una retata della polizia, con più di 60 praticanti del Falun Gong sia a Daqing che nella città di Harbin, capitale dell'omonima provincia. Mentre era recluso nel centro di detenzione di Daqing, la polizia lo ha interrogato, costretto a stare in piedi per lunghe ore e gli ha fatto indossare le catene. Il 15 dicembre 2018 il suo arresto è stato approvato dalla Procura del distretto di Ranghulu.
Quando Lyu ha iniziato lo sciopero della fame per protestare contro le persecuzioni, le guardie lo hanno nutrito a forza, facendogli vomitare sangue e provocandogli un'insufficienza cardiaca. In punto di morte, è stato rianimato più volte in ospedale.
Il 30 marzo 2019 Lyu è stato incriminato dalla Procura distrettuale di Ranghulu e il 6 giugno 2019 è comparso davanti al tribunale locale. I suoi due avvocati hanno presentato per lui una dichiarazione di non colpevolezza e il praticante ha testimoniato in propria difesa. Il 1° luglio 2019 il giudice ha condannato Lyu a sette anni con una multa di 40.000 yuan (circa 5.240 euro). Lyu ha fatto appello al verdetto, ma il 23 luglio il tribunale intermedio della città di Daqing ha confermato la sentenza, senza tenere un’udienza.
Il 30 luglio 2019 Lyu è stato mandato nel carcere di Hulan direttamente dall'ospedale.
Successivamente, a novembre 2019, è stato trasferito in quello di Tailai. Nonostante le sue cattive condizioni di salute, la prigione locale ha continuato a torturarlo e lo ha tenuto in una piccola cella per più di un mese. Il 4 aprile 2021, all'età di 69 anni, è deceduto in carcere a causa di un'emorragia cerebellare.
Caso 2: Insegnante in pensione di 75 anni muore nel carcere femminile della provincia dell'Heilongjiang
La signora Mou Yongxia, un'insegnante in pensione di 75 anni, il 13 luglio dell'anno scorso è deceduta a causa dei continui abusi subiti nel carcere femminile della provincia dell'Heilongjiang. Le guardie hanno arbitrariamente cremato il suo corpo prima di avvisare i familiari.
Nel settembre 2019 Mou è stata arrestata e nel maggio 2020 condannata a una pena detentiva di sei anni dal tribunale del distretto di Ranghulu. Le guardie del carcere femminile dell’Heilongjiang hanno incitato le detenute a picchiarla e ad abusare verbalmente di lei. Anni di torture e abusi hanno compromesso la sua salute e la donna riusciva a malapena a muoversi.
Nell'agosto del 2022, dopo aver sofferto di incontinenza fecale, una detenuta l'ha picchiata e le ha versato addosso dell'acqua fredda. In seguito ha sofferto anche di un disturbo mentale, ma le guardie e le altre detenute hanno continuato a picchiarla regolarmente.
Alla fine di dicembre 2022 una detenuta si è lamentata del fatto che Mou camminava troppo lentamente e l'ha spinta con violenza da dietro. Mou è caduta a terra riportando contusioni al volto. Quella notte ha iniziato a urinare frequentemente e si è dovuta alzare più di 10 volte nelle notti successive. Le detenute incaricate di sorvegliarla per questo motivo spesso la maltrattavano verbalmente e la picchiavano.
A causa dei continui abusi, Mou si svegliava spesso nel cuore della notte urlando così forte che le detenute delle altre celle la sentivano. Era disorientata e non riusciva nemmeno a riconoscere le altre praticanti del Falun Gong che stavano nella sua stessa cella.
Il figlio ha chiesto alle autorità carcerarie di rilasciarla, ma le sue richieste sono state ripetutamente respinte.
Caso 3: Ex vicedirettrice di banca deceduta durante il trasferimento
La signora Ding Lihua, ex vicedirettrice della filiale della Banca industriale e commerciale della Cina di Daqing, nella provincia dell'Heilongjiang, è stata arrestata il 9 novembre 2018 e reclusa nel centro di detenzione locale. Sebbene sia stata successivamente rilasciata su cauzione a causa dell'ipertensione arteriosa, il 22 dicembre 2018 la polizia l'ha nuovamente arrestata e riportata al centro di detenzione. Dopo che la struttura carceraria si è rifiutata di ammetterla, Ding è stata nuovamente rilasciata.
Il 22 agosto 2019 la donna è stata processata dal tribunale del distretto di Ranghulu e, a fine settembre, è stata condannata a tre anni e mezzo di carcere e a una multa di 20.000 yuan (circa 2.620 euro). Nell'ottobre 2019 il suo appello al tribunale intermedio della città di Daqing è stato respinto.
Per evitare di essere ripresa in custodia, Ding ha vissuto lontano da casa. Vivendo nella paura e nell'angoscia, la sua salute si è deteriorata. Nel maggio 2021 ha accusato forti dolori allo stomaco e non riusciva a mangiare nulla.
Il 15 giugno 2021 Ding è entrata in coma ed è stata portata in ospedale. Le è stato diagnosticato un cancro al fegato in stadio avanzato. Il 18 giugno 2021 è deceduta. Aveva 73 anni.
Caso 4: Arresto di massa, tre praticanti del Falun Gong condannati al carcere
Tre abitanti della città di Daqing, nella provincia dell'Heilongjiang, sono stati condannati al carcere per la loro fede nel Falun Gong. Du Yecheng, quarantenne e proprietario di un negozio di vetri, è stato condannato a sette anni. Guan Xingtao ha ricevuto otto anni e sua moglie, Wu Yanhua, sette anni e mezzo. Tutti hanno presentato ricorso al tribunale intermedio della città di Daqing.
Il 9 novembre 2018 i tre sono stati presi di mira durante un arresto di massa di oltre 100 praticanti dell'Heilongjiang.
Il 14 dicembre 2018 la Procura distrettuale di Ranghulu ha approvato l'arresto dei tre praticanti, che il 12 agosto 2019 sono comparsi davanti al tribunale del distretto di Ranghulu. I familiari di Wu e Guan hanno assunto un avvocato per dichiararli non colpevoli. Du ha testimoniato in propria difesa.
Sia l'avvocato che Du hanno sostenuto che nessuna legge in Cina ha mai criminalizzato il Falun Gong. Hanno anche respinto l'accusa di "minare l’applicazione della legge con un'organizzazione di culto", un pretesto standard usato dalle autorità cinesi per incastrare i praticanti.
L'avvocato ha chiesto al procuratore Feng: "Può specificare quale legge è stata violata dai miei clienti?". Feng non ha risposto.
Nelle oltre 100 pagine di documenti del caso, tutte le prove elencate contro i praticanti sono i loro libri sul Falun Gong, i cellulari personali e i computer. "Nessuno di questi oggetti può indicare che i miei clienti abbiano violato la legge", ha detto l'avvocato. Ha poi aggiunto: "Il Falun Gong è stato introdotto in molti Paesi del mondo e accolto dai cittadini, ma solo in Cina e in Corea del Nord viene perseguitato".
Du ha anche parlato in propria difesa: "Voglio solo essere una brava persona praticando il Falun Gong e vivendo secondo i suoi principi", ha detto. "Non ho violato alcuna legge nel sostenere la mia fede".
Il presidente del tribunale, Zhang Xinle, ha aggiornato l'udienza senza emettere alcun verdetto. Ha poi annunciato i verdetti nel novembre 2019.
Caso 5: Sette residenti nell'Heilongjiang condannati a quasi 11 anni di reclusione
Il 7 e l'8 aprile 2020 sette residenti della città di Daqing, nella provincia dell'Heilongjiang, sono stati arrestati per aver fatto telefonate alla gente su come il regime comunista abbia nascosto la pandemia e su come le persone affette dal virus siano guarite recitando sinceramente le parole "La Falun Dafa è buona, Verità-Compassione-Tolleranza è buona". Tutti e sette sono stati condannati al carcere.
Il 17 e il 29 dicembre 2020, il 22 giugno e il 21 ottobre 2021 sono comparsi quattro volte davanti al tribunale del distretto di Ranghulu. Durante l'udienza di ottobre uno dei praticanti, il signor Lizhuang, ha sottolineato che la polizia non ha fornito informazioni specifiche sulle telefonate, tra cui: l'ora esatta, la durata, cosa è stato detto, quanti telefoni sono stati usati da ogni praticante, i loro numeri di cellulare e come le telefonate abbiano danneggiato gli altri.
Li ha aggiunto che durante il blocco pandemico tra gennaio e aprile 2020, ognuno dei praticanti poteva uscire di casa solo per due ore al giorno per fare telefonate al pubblico per denunciare la persecuzione del Falun Gong. Ogni telefonata durava circa tre minuti, ed è impossibile che in 100 giorni di lockdown i sette praticanti abbiano fatto 150.000 telefonate, come sostiene il procuratore Feng, dato che, secondo i calcoli, avrebbero fatto al massimo 28.000 telefonate in totale (100 giorni x 120 minuti al giorno x 7 praticanti, diviso 3 minuti per ogni telefonata). In realtà, ha detto che le telefonate fatte dai praticanti non erano nemmeno lontanamente 28.000, tanto meno le 150.000 presunte.
Quando il procuratore Feng ha letto da un taccuino che aveva consigliato per Li la condanna a cinque anni di reclusione, il giudice Xue Qiang è intervenuto e Feng ha cambiato immediatamente la pena consigliata in 10-11 anni.
Durante la precedente udienza di giugno, Feng aveva tentato di ingannare i praticanti per far loro ammettere di aver effettuato decine di migliaia di telefonate, promettendo di ridurre la loro pena detentiva di tre o cinque anni minacciando che, in caso contrario, avrebbe chiesto da sette a undici anni di carcere.
Il 17 novembre 2021 il giudice Xue ha annunciato i verdetti. Li è stato condannato a 10 anni e 8 mesi con una multa di 80.000 yuan (circa 10.480 euro). La signora Tang Zhuyin è stata condannata a 9 anni e 4 mesi con una multa di 50.000 yuan (circa 6.550 euro). Zhao Lihua è stata condannata a 7 anni e 5 mesi con una multa di 40.000 yuan. Huo Xiaohui è stato condannato a 7 anni e 3 mesi con una multa di 40.000 yuan. La signora Ding Yan è stata condannata a 4 anni e 2 mesi con una multa di 30.000 yuan (circa 3.930 euro). Jiao Qihua è stata condannata a 4 anni e 30.000 yuan di multa. Li Yanqing è stata condannata a 1 anno e 10 mesi con una multa di 20.000 yuan.
Caso 6: Praticante di 71 anni condannata a otto anni
Il 22 novembre 2020 è stata arrestata la signora Han Lihua, di 71 anni, residente nella città di Daqing nella provincia dell'Heilongjiang. Il 2 agosto 2022 è stata incriminata dal Procuratore distrettuale di Ranghulu e processata presso il tribunale locale. Il giudice Leng Zhiqiang le ha chiesto se riconosceva il materiale del Falun Gong confiscato come prova della sua colpevolezza. La donna ha sostenuto che il materiale non violava alcuna legge, che non era presente quando la polizia ha saccheggiato la sua abitazione e che non ha mai verificato con lei gli oggetti confiscati o fornito una lista di confisca.
L'avvocato di Han ha presentato una dichiarazione di non colpevolezza a suo favore e ha negato le accuse contro di lei, in particolare quella di "aver minato l'applicazione della legge", il pretesto standard usato per criminalizzare i praticanti del Falun Gong. Ha sostenuto che il procuratore Feng non è riuscito a provare il presunto intento criminale di Han, né a dimostrare in che modo abbia minato la legge o quale danno abbia causato a un individuo o al Paese. Ha quindi invitato il giudice ad assolverla. A gennaio dell'anno scorso il giudice ha comunque condannato Han a otto anni di reclusione e a una multa di 50.000 yuan.
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