(Minghui.org) All'inizio di marzo la famiglia di Liu Xiaohua ha appreso che era stata ammessa in prigione, dove dovrà scontare un periodo di cinque anni e mezzo per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere fisico e spirituale che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.

Il 19 febbraio dell’anno scorso Liu, di 59 anni, residente a Changchun nella provincia dello Jilin, è stata arrestata durante una retata della polizia. Responsabili dell'arresto di gruppo sono stati il dipartimento di polizia della città di Changchun e l'Ufficio per la sicurezza interna del distretto di Erdao.

Dopo aver saputo della sua ammissione in prigione, i suoi familiari si sono recati al carcere femminile della provincia dello Jilin, ma non hanno potuto farle visita. Essi non sono al corrente dei dettagli del suo procedimento giudiziario, come ad esempio quale tribunale l'abbia condannata e in quale momento.

Non è la prima volta che Liu viene presa di mira per la sua fede. Nel 2011, mentre viveva ancora a Shiyan, nella città di Tumen nella provincia dello Jilin, è stata condannata a quattro anni e brutalmente torturata nel carcere femminile locale.

Dettagli della persecuzione passata

La mattina del 4 marzo 2011 Liu è stata arrestata nella propria abitazione da agenti della stazione di polizia della città di Shiyan e del dipartimento di polizia di Tumen, che l'hanno portata al dipartimento di polizia, dov’è stata interrogata con i piedi incatenati per 24 ore consecutive.

L'agente Zhou della stazione di polizia di Shiyan l'ha colpita alla schiena, l'ha schiaffeggiata e le ha bruciato le dita con dei mozziconi di sigaretta.

Durante l'interrogatorio, anche il capitano Wu Jilong del dipartimento di polizia della città di Tumen e i suoi subordinati, Quan Yongzhe e Zheng Wenyong, hanno torturato Liu. Wu le ha versato addosso dell'acqua, mentre Quan l'ha colpita all’addome, le ha calpestato le dita dei piedi, le ha colpito gli occhi con le dita e l'ha schiaffeggiata. Zheng le ha bruciato una mano con un accendino.

Dopo la maratona di interrogatori, gli agenti hanno legato i capelli di Liu allo schienale di una sedia di ferro e non le hanno permesso di dormire per quattro giorni consecutivi. La donna è svenuta due volte; di conseguenza gli agenti le hanno versato addosso dell'acqua fredda, per rianimarla, prima di riprendere a torturarla.

In seguito Liu è stata portata al centro di detenzione di Tumen. Durante l'esame fisico richiesto, le è stato riscontrato un battito cardiaco accelerato, ipertensione e mancanza di flusso sanguigno al cuore. La parte inferiore del corpo era ricoperta di lividi, dovuti alle percosse subite al dipartimento di polizia.

Il 30 agosto 2011 Liu è stata processata presso il tribunale della città di Tumen ed è stata condannata a quattro anni di prigione. Il 19 ottobre 2011 è stata ammessa nel carcere femminile della provincia dello Jilin.

Il caposquadra Zhang ha incaricato le detenute Wang Fuxia, Ma Yan e Wang Xiufen di controllarla e maltrattarla. La costringevano a sedersi a terra con un pezzo di giornale inserito tra le gambe, e la punivano ogni volta che questo cadeva. Doveva anche chiedere il permesso di usare il bagno, ma non sempre le veniva concesso.

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