(Minghui.org) L'8 marzo una residente della città di Harbin è stata processata per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina per il benessere della mente e del corpo perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.

Il processo di Zhou Chunling si è tenuto in seguito al suo arresto avvenuto il 9 novembre dello scorso anno, mentre lavorava in un fast food. Gli agenti che l'hanno arrestata appartenevano alla stazione di polizia di Renli e all'ufficio per la sicurezza interna del distretto di Hulan.

La mattina dopo la polizia ha notificato al fratello di Zhou che la donna era stata messa in stato di reclusione penale presso il secondo centro di detenzione della città di Harbin; gli hanno chiesto di ritirare i suoi effetti personali e di depositare del denaro sul suo conto corrente.

L'agente Han Jiabin, dell'ufficio per la sicurezza interna del distretto di Hulan, ha ricevuto il fratello di Zhou al centro di detenzione. L’uomo ha domandato all’agente perché la polizia non aveva emesso un avviso ufficiale scritto come previsto dalla legge; l’agente ha affermato che una notifica verbale della detenzione penale di Zhou era sufficiente, inoltre si è rifiutato di rivelare qualsiasi altra informazione.

Il 18 novembre dello scorso anno Han ha chiamato di nuovo il fratello di Zhou dicendogli che il caso era stato trasmesso alla procura del distretto di Daowai il giorno prima. Il 20 dicembre l'ufficio per la sicurezza interna del distretto di Hulan ha chiesto al procuratore di incriminare la praticante.

Il 25 dicembre dello scorso anno il procuratore Shao Mengnan (+86-45182402033) ha incriminato Zhou e ha presentato il caso al tribunale del distretto di Daowai. Lo scorso 7 febbraio il suo avvocato si è recato in tribunale per esaminare il fascicolo e il giudice Mi Shimo (+86-451-87073050) ha dichiarato che la donna potrebbe rischiare più di tre anni di reclusione. Il 1° marzo è stato comunicato all'avvocato che la data del processo per la sua cliente era fissata al 6 marzo.

La mattina del 6 marzo, quando l'avvocato e sette membri della famiglia di Zhou sono arrivati al tribunale del distretto di Daowai, l'udienza era stata cancellata e il giudice Mi ha detto che il motivo era che l'avvocato aveva chiesto di esaminare la chiavetta USB confiscata a Zhou durante il suo arresto.

L'udienza si è tenuta due giorni dopo. Non è chiaro se all'avvocato di Zhou sia stato permesso di esaminare la chiavetta, ma ha difeso il diritto costituzionale della sua cliente alla libertà di credo. Il giudice Chen Zhongyan (+86-451-87073045) ha minacciato di revocare la sua licenza di avvocato e di condannare Zhou a due anni. Il procuratore Shao ha raccomandato per la donna una condanna a tre anni. Secondo gli addetti ai lavori Chen e Mi potrebbero emettere una sentenza intorno al 25 marzo.

Non è la prima volta che Zhou viene presa di mira per la sua fede; in passato è stata incarcerata per dieci anni, tra il 2002 e il 2012.

Dettagli sulla passata persecuzione

Il 20 dicembre 2002 Zhou è stata arrestata e condannata a 10 anni. Il 15 luglio 2003 è stata rinchiusa nel carcere femminile della provincia dell’Heilongjiang e, il 30 ottobre dello stesso anno, è stata assegnata alla divisione n° 2.

Zhou si è rifiutata di definirsi una criminale e di fare i lavori forzati, come le era stato ordinato. Le capisquadra Zhang Shuhua e Zheng Jie l'hanno insultata prima di portarla nel loro ufficio e legarla. Non l'hanno slegata finché non ha accettato di fare i lavori forzati senza retribuzione.

Pochi giorni dopo è stata nuovamente legata, quando ha deciso di opporsi ai lavori forzati. Zhang e Zheng hanno interrotto la tortura dopo che la praticante ha ceduto. Non appena ha disobbedito di nuovo l'hanno sottoposta a un altro ciclo di tortura e l’hanno legata.

Nel 2004, dopo il capodanno cinese, Zhou si è nuovamente rifiutata di fare i lavori forzati. Il caposquadra Li l'ha schiaffeggiata e le ha ordinato di sedersi a terra con le mani ammanettate insieme ad altre due praticanti che si sono rifiutate di fare i lavori forzati. Una detenuta ha tolto i pantaloni di cotone alle tre donne, lasciandole in mutande, poi ha aperto la finestra per congelarle. Poiché si rifiutavano ancora di fare i lavori forzati, le guardie hanno ordinato alle detenute di trascinarle fuori. Le loro giacche di cotone sono state strappate durante il processo.

Nel 2005 Zhou ha protestato pacificatamene contro la persecuzione: si è rifiutata di rispondere all'appello e di indossare la targhetta con il nome della detenuta. Le guardie le hanno tolto il diritto alle visite familiari e hanno incaricato due detenute di controllarla, inoltre l’hanno presa a calci sulle gambe per costringerla ad accovacciarsi e l'hanno insultata durante l'appello.

Nel novembre 2006 Zhou è stata costretta a sedersi su un piccolo sgabello ogni giorno dalle 6:30 del mattino fino a sera, quando le altre detenute tornavano dai lavori forzati. Di tanto in tanto le guardie trasmettevano anche propaganda anti-Falun Gong. La donna doveva chiedere il permesso prima di alzarsi per andare in bagno.

Nel dicembre 2006 è stata riassegnata alla divisione n° 13, dove la capo detenuta Yu Hong l'ha costretta a sedersi su un piccolo sgabello e a leggere libri anti-Falun Gong. In seguito la praticante è stata trasferita in una squadra di nuova istituzione nella divisione n°7, dove è stata costretta a guardare, leggere e ascoltare materiale anti-Falun Gong per tutto il giorno. Qualche mese dopo ha accettato di fare i lavori forzati.

Nel 2008 e nel 2009 il carcere ha aumentato notevolmente il carico di lavoro e molte detenute hanno dovuto fare gli straordinari per completare la quota giornaliera. Il compito di Zhou consisteva nel cucire cappelli. Un giorno ha dovuto lavorare fino alle 00:30 e il giorno dopo ha vomitato e ha avuto dolori al petto. Per finire la sua quota ha deciso di alzarsi alle 3:30 del mattino, ma ha dovuto comunque lavorare fino a tarda sera.

Un giorno nevicava e le guardie hanno ordinato alla donna e alle altre praticanti di spalare la neve. Siccome si sono rifiutate di obbedire, la caposquadra Wang Xiaoli le ha costrette a rimanere sedute su piccoli sgabelli dalle 7:30 alle 21:00.

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