(Minghui.org) Una donna, residente a Dalian nella provincia del Liaoning, sta affrontando un processo per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Il calvario di Guan Huanyu è nato da un arresto avvenuto il 2 giugno 2021 da parte di Liu Yansong, vice capo della stazione di polizia di via Rixin, e di altri quattro agenti. Alla donna sono stati confiscati i libri e il ritratto del fondatore del Falun Gong, la stampante e altri effetti personali. A causa delle sue cattive condizioni di salute, le è stata negata l'ammissione al centro di detenzione locale. Invece di rilasciarla immediatamente, la donna è stata tenuta in isolamento per 14 giorni in una stanza d'albergo e, solo in seguito, è stata rilasciata agli arresti domiciliari.

Nel mese di settembre 2021 la polizia ha sottoposto il suo caso alla procura del distretto di Xigang e, nel mese di dicembre, Guan è stata rilasciata su cauzione. Il 12 maggio 2022 un agente di nome Shen Zhi l'ha chiamata e le ha ordinato di recarsi alla stazione di polizia di via Rixin. La donna vi si è recata e Shen le ha detto che sarebbe stata incriminata entro tre mesi.

In seguito il procuratore del distretto di Xigang ha trasmesso il suo caso a quello distrettuale di Ganjingzi. Un procuratore di nome Yan Fei ha dato il suo numero a Guan e le ha detto che poteva chiamarlo se avesse avuto domande. Non è chiaro quando la donna sia stata incriminata e da quale procura.

Lo scorso 22 febbraio un impiegato di nome Liu Liu, della Comunità di Dongguan, ha chiamato il marito di Guan e gli ha chiesto informazioni personali. Il marito ha chiesto a Liu perché volesse sapere tali informazioni. Liu ha risposto che si trattava di un ordine del Comitato per gli affari politici e legali (un'agenzia extragiudiziaria incaricata di perseguitare il Falun Gong).