(Minghui.org) A febbraio di quest’anno il tribunale intermedio di Nanchang ha confermato in appello l’ingiusta condanna di una residente locale per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere di corpo e mente perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.

La 67enne Zhou Qunhui è stata arrestata il 15 marzo dello scorso anno e condannata a tre anni e due mesi il 9 dicembre. Non le è mai stata data una copia dell’atto d’accusa. Anche i suoi familiari sono stati tenuti all’oscuro sulla sua situazione e non è stato loro permesso nemmeno di assumere un avvocato. Solo dopo l’ingiusta condanna sono riusciti ad assumerne uno.

L’avvocato ha letto nel suo fascicolo che il marito era l’unico testimone dell’accusa. Ma questi ha negato di aver detto qualcosa che avrebbe potuto farla incriminare, quando la polizia l’ha interrogato.

Dopo il Capodanno cinese (10 febbraio) di quest’anno, l’avvocato ha incontrato il giudice Yin Guofu (+86-19170082625) del tribunale intermedio di Nanchang e il PM Dong della procura di Nanchang. Ha espresso il suo parere legale e ha richiesto la scarcerazione della sua cliente. Yin ha detto che non aveva voce in capitolo sull’esito del ricorso in appello e ha emesso una sentenza predeterminata alcuni giorni dopo che il verdetto di colpevolezza è divenuto valido.

Non è chiaro quando Zhou sarà trasferita in carcere dal tribunale intermedio di Nanchang.

L’arresto del 15 marzo 2023

Il 15 marzo dello scorso anno alcuni agenti della stazione di polizia di Gangcheng e due membri del comitato residenziale locale si sono recati a casa di Zhou e l’hanno arrestata. Le hanno detto che qualcuno l’aveva denunciata perché stampava del materiale informativo sulla Falun Dafa in casa. Le hanno confiscato le stampanti, il computer portatile, i libri della Falun Dafa, e la collezione di articoli di condivisione delle esperienze scritte da altri praticanti.

Un agente di polizia durante il raid ha detto: “Questa è la prima volta che faccio questo. Sto imparando il mestiere”. Un altro ha detto: “Sappiamo che la Falun Dafa è buona, ma non ti è permesso praticarla”.

I familiari rimangono scioccati nell’apprendere di due udienze segrete

Fin da quando Zhou è stata rinchiusa nel centro di detenzione di Nanchang, la polizia non ha mai aggiornato i familiari sugli sviluppi della situazione. A ottobre dell’anno scorso questi ultimi hanno saputo che era stata incriminata e il suo caso era ora passato al tribunale distrettuale di Xihu. Quando si sono recati al tribunale per informarsi sulla sua situazione hanno saputo che il giudice Zhang Yujuan (+86-18070080321) aveva già tenuto due udienze sul suo caso. Le hanno chiesto informazioni sulla condanna e lei ha risposto: “Il verdetto è nel cassetto. Sarà da uno a tre anni. Non siete autorizzati ad assumere un avvocato o a far ricorso in appello. È inutile ed è uno spreco di denaro”.

I familiari sono rimasti scioccati nel vedere come Zhang potesse essere talmente senza scrupoli da condannare ingiustamente una persona per il solo fatto che praticava il Falun Gong. Le hanno chiesto perché non avesse tenuto un’udienza pubblica, perché non li avesse informati delle udienze e perché non permettesse loro di assumere un avvocato. Hanno anche sporto denuncia contro di lei il 25 novembre dello scorso anno, ma non hanno ottenuto nessun risultato.

Condannata in segreto

Il 9 dicembre dello scorso anno Zhang ha condannato Zhou a tre anni e due mesi. I familiari non ne sono stati informati, e lo hanno scoperto solo quando sono andati in tribunale per chiedere delle informazioni sugli sviluppi del caso.

Sono anche venuti a sapere che l’udienza era stata tenuta in maniera virtuale, sebbene allora non ci fosse alcuna restrizione dovuta alla pandemia. Zhou in seguito ha detto che la qualità dell’audio era scarsa, e lei non riusciva a sentire niente di quello che il giudice diceva durante l’udienza. Ha anche detto che le era stato assegnato un avvocato d’ufficio. Dal momento che non riusciva a sentire chiaramente a causa del problema dell’audio, non sapeva se l’avvocato avesse presentato per lei una dichiarazione di colpevolezza.

I familiari hanno assunto un avvocato per far ricorso contro l’ingiusta condanna. Il legale ha riesaminato il suo fascicolo presso il tribunale intermedio di Nanchang e si è accorto che la stazione di polizia locale annoverava il marito della donna come unico testimone dell’accusa. Quest’ultimo ha detto all’avvocato che la polizia aveva minacciato di arrestarlo quando si era rifiutato di firmare i verbali dell’interrogatorio e lui per paura aveva firmato, ma non aveva mai deposto contro sua moglie.

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