(Minghui.org) Il 3 gennaio scorso Gao Jie, di 66 anni, residente nel distretto di Hechuan a Chongqing, ha terminato il suo secondo periodo di detenzione, ma le è stato negato un sussidio per basso reddito ed è stata costretta a subire continue molestie.

Il calvario di Gao è dovuto semplicemente alla sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere fisico e spirituale che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999. La donna attribuisce al Falun Gong la cura di numerose malattie, tra cui l'epatite B, la gastroptosi (stomaco spostato verso il basso), la trombocitopenia (basso numero di piastrine nel sangue), l'insonnia, l'enterite cronica, la rinite, gli speroni ossei e le emorroidi, ma il regime comunista l'ha ripetutamente sottoposta ad arresti e detenzioni prolungate.

Nel corso degli anni la donna è stata arrestata una decina di volte. È stata sottoposta per tre volte ai lavori forzati (nel 2001, nel 2011 e nel 2012) ed è stata imprigionata due volte, per un totale di sei anni e mezzo (dal mese di giugno 2003 fino al giugno 2008 e dal mese di giugno 2022 fino allo scorso mese di gennaio). Nel mese di giugno 2003 è stata licenziata dal suo datore di lavoro, la scuola elementare di Shuangyan, situata a Yunmen nel distretto di Hechuan. Temendo di essere coinvolto, suo marito ha divorziato, mentre la figlia ha dovuto lottare per mantenersi all'università. I genitori di Gao sono stati perseguitati dalle autorità e sono deceduti in difficoltà, uno dopo l'altro.

La prima parte dell’articolo descrive la seconda condanna alla prigione di Gao e la sua lotta per mantenere un lavoro temporaneo, mentre la polizia continuava a molestare i suoi nuovi datori di lavoro. La seconda parte descrive le sue precedenti persecuzioni, tra cui tre periodi di lavoro forzato, un precedente periodo di detenzione e due mandati in centri per il lavaggio del cervello.

Parte 1. Le ultime persecuzioni (dal 2022 fino a oggi)

Il 17 giugno 2022 Gao si trovava in casa quando le è stata improvvisamente interrotta l’erogazione di acqua ed energia elettrica, dagli agenti Duan Peng, Li Yang e Yang Chengli del dipartimento di polizia distrettuale di Hechuan, nonché dagli agenti della stazione di polizia e del comitato di via Diaoyucheng.

Più tardi i perpetratori hanno forzato la porta dell’appartamento e sono entrati. Gao li ha biasimati per aver fatto irruzione senza alcun mandato di perquisizione. Gli agenti hanno affermato di averne uno in auto, che le avrebbero mostrato più tardi, ma non l'hanno fatto. Hanno invece confiscato decine di libri del Falun Gong, un computer portatile, una stampante, una plastificatrice, una taglierina, quattro telefoni cellulari e altri oggetti di valore.

Gao è stata sottoposta a un esame fisico ed è stata portata al Dipartimento di polizia del distretto di Hechuan. La donna è stata interrogata dagli agenti Yang e Li; e in seguito è stata portata in un centro per il lavaggio del cervello, dove è stata trattenuta fino al 22 luglio 2022 e dopo è stata trasferita al centro di detenzione del distretto di Hechuan.

Il 3 aprile dell’anno scorso il suo caso è stato ascoltato dal giudice del tribunale distrettuale di Jiangbei, che l'ha condannata a un anno e mezzo di prigione. La donna ha presentato appello al primo tribunale intermedio di Chongqing, ma senza successo.

Lo scorso 3 gennaio Gao è stata rilasciata ed è andata a vivere dalla famiglia del fratello. Pochi istanti dopo il suo arrivo a casa, si sono presentate cinque persone, tra cui Wang Dexiong, segretario del comitato di strada della città di Yunmen, il vice capo Yang e l'ufficiale Liu Lujian della stazione di polizia di Diaoyucheng. La donna è stata filmata contro la sua volontà e le è stato ordinato di firmare dichiarazioni di rinuncia al Falun Gong, ma lei si è rifiutata.

In seguito, il segretario Wang l’ha informata molte volte che avrebbe potuto richiedere un sussidio per reddito basso. Ogni volta Gao che vi si è recata, Wang le ha sempre detto che aveva ancora bisogno di questo o quel documento. Quando finalmente ha ottenuto tutti i documenti richiesti, Wang ha detto che i suoi superiori non avrebbero approvato la domanda, a meno che non avesse scritto una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong.

Gao si è rifiutata di farlo e non ha mai ricevuto un sussidio per reddito basso. Per sbarcare il lunario, è stata costretta a svolgere lavori saltuari. Il 1° marzo scorso ha iniziato a lavorare come assistente alla persona di un insegnante in pensione nel distretto di Hechuan. Dopo alcuni giorni dall’inizio del nuovo impiego, la donna è stata rintracciata dal segretario Wang che, per due volte, ha mandato delle persone a molestarla a casa del suo datore di lavoro. Gao non ha potuto far altro che rinunciare all’impiego. In seguito ha trovato un altro lavoro, a più di 200 miglia (circa 322 chilometri) di distanza, come assistente alla persona presso una famiglia del distretto di Chenghua, a Chengdu nella provincia del Sichuan.

Due settimane dopo, il 22 marzo scorso, due agenti in uniforme hanno fatto irruzione nella casa del suo nuovo datore di lavoro per filmarla e interrogarla. Non mostrando alcun documento d'identità né rivelando i loro nomi, gli agenti l'hanno portata alla stazione di polizia di Wannianchang, nella città di Chengdu.

Gao ha biasimato gli agenti per aver arrestato una cittadina rispettosa della legge come lei. La polizia di Chengdu ha detto che la sua controparte nel distretto di Hechuan, a Chongqing, aveva notificato loro il suo nuovo lavoro a Chengdu e aveva chiesto di arrestarla.

Gao ha spiegato che nessuna legge in Cina criminalizza il Falun Gong e che la pratica insegna semplicemente ai suoi studenti a vivere secondo i principi di Verità-Compassione-Tolleranza. Ha esortato la polizia di Chengdu a smettere di partecipare alla persecuzione dei praticanti del Falun Gong. Poche ore dopo la donna è stata rilasciata.

Il 31 marzo scorso Gao è tornata nella sua abitazione di Hechuan.

Parte 2: Persecuzioni precedenti (dal 2000 al 2014)

Nel 2015 Gao ha presentato una denuncia penale contro l’ex dittatore cinese Jiang Zemin, per aver ordinato la persecuzione che ha portato ai suoi numerosi arresti e alle brutali torture. Di seguito riportiamo i fatti desunti dalla sua denuncia.

Nel 2000 la prima condanna al campo di lavoro

Il 10 aprile 2000 Gao è stata portata nel campo di lavoro forzato femminile di Chongqing, per scontare un periodo di tempo imprecisato, ed è stata sottoposta a varie forme di abuso, tra cui: essere picchiata o ammanettata, essere costretta alle marce forzate, restare in piedi o sedersi su un piccolo sgabello per lunghi periodi di tempo.

Una volta ha cancellato da una lavagna la propaganda diffamatoria contro il Falun Gong e il suo fondatore, ma una detenuta l’ha colpita alla testa con una paletta di metallo. Aveva una ferita di quasi un centimetro sul cranio, che ancora oggi non si è rimarginata del tutto.

Un'altra volta Gao si è rifiutata di indossare l'uniforme della prigione e le guardie hanno istigato le detenute a spogliarla fino alla biancheria intima. In quel momento i superiori stavano inviando una squadra di ispezione e la donna è stata nascosta in una soffitta.

Una volta è stata anche legata con le mani dietro la schiena, mentre stava facendo gli esercizi di Falun Gong.

In seguito, il campo di lavoro ha prolungato il suo periodo di detenzione di otto mesi. Il 21 ottobre 2001, dopo essere stata finalmente rilasciata, il consiglio scolastico ha ordinato al suo datore di lavoro di non permetterle di tornare a insegnare. Nel mese di giugno 2003 la scuola elementare di Shuangyan l'ha infine licenziata, dopo essere stata nuovamente arrestata per la sua fede.

Il marito di Gao non ha retto alla pressione e ha divorziato, mentre la figlia ha dovuto lottare per mantenersi all'università. La polizia perseguitava spesso la madre di Gao. L'anziana donna ha vissuto costantemente nella paura e, alla fine, è deceduta.

Brutalmente torturata durante cinque anni di detenzione (giugno 2003 - giugno 2008)

Dopo le 22:00 del 20 giugno 2003 Gao e altri due praticanti sono stati arrestati in un’abitazione in affitto. Gli agenti hanno sfondato la porta e hanno fatto irruzione nell’appartamento. Hanno confiscato più di 20.000 yuan (circa 2.610 euro) di oggetti di valore, tra cui oltre 12.000 yuan (circa 1.530 euro) in contanti, un computer e una stampante. Il giorno dopo i tre praticanti sono stati portati al centro di detenzione di Dadukou.

Il 27 giugno 2003 Gao si è rifiutata di rispondere all'appello, perché non aveva violato alcuna legge. La direttrice Pu del centro di detenzione l'ha schiaffeggiata e costretta a stare fuori sotto la pioggia. La guardia Liu Weiyou ha chiesto a due detenuti maschi di spingerla su un'aiuola e di percuoterla decine di volte con un'asse di legno. Pu non si è fermata finché non era esausta. I compagni di cella di Gao sono rimasti colpiti nel vederle i fianchi e le gambe coperti di lividi.

Le guardie le hanno tolto le scarpe e l'hanno appesa a una struttura metallica, con entrambe braccia tese in direzioni opposte e i piedi che toccavano appena il suolo. Quando lei appoggiava a terra le piante dei piedi, le manette le stringevano i polsi, così ha dovuto stare in punta di piedi per tutto il tempo. Per farla soffrire ancora di più, le guardie hanno acceso una lampadina davanti a lei.

Gao è rimasta appesa così per cinque giorni consecutivi, durante i quali non le è stata data né acqua né cibo. In quel periodo aveva le mestruazioni, ma le guardie non le hanno permesso di cambiare gli assorbenti. In piena estate, i suoi pantaloni erano intrisi di sangue mestruale, urina e feci; l'odore era insopportabile.

Durante quei cinque giorni, le guardie non le hanno permesso di dormire; non appena chiudeva gli occhi, la schiaffeggiavano con libri o riviste e la colpivano sulle testa con le bottiglie dell’acqua. La guardia Wang Dongling ha anche usato sacchetti di plastica per fare una corda. Ne ha legato un'estremità alle manette di Gao e ha tirato con forza l'altra estremità. La donna soffriva così tanto che è quasi svenuta. Wang le ha urlato: “Siamo sadici e ci piace abusare di te in questo modo!”.

Dopo tre giorni la donna era disorientata. Il capo guardia Hua Yong l'ha costretta a firmare una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong, precompilata. In seguito l'ha tenuta appesa per altri due giorni prima di riportarla in cella. Ben presto Gao ha perso conoscenza e, dopo essersi ripresa, si è resa conto che non poteva più muovere le mani, le braccia e le spalle; provava un dolore lancinante. Il centro di detenzione ha fatto in modo che due detenute si occupassero delle sue attività quotidiane.

Una guardia le ha permesso di praticare gli esercizi del Falun Gong e dopo circa tre settimane ha iniziato a sentirsi meglio. Ma il 28 luglio 2003 le autorità carcerarie hanno condotto una serie di perquisizioni e hanno trovato materiale del Falun Gong nella sua cella. La guardia Liu l'ha percossa sui fianchi decine di volte con un'asse di legno. La donna si stava ancora riprendendo dalle ferite subite in precedenza e le percosse le hanno causato altri lividi.

La sua pressione sanguigna è salita e aveva il battito cardiaco irregolare. Le gambe e i piedi si erano gonfiati e aveva mestruazioni insolitamente abbondanti, con coaguli di sangue.

In seguito, Gao è stata condannata a cinque anni e trasferita in prigione (nome della struttura sconosciuto). Le guardie carcerarie hanno assegnato a quattro detenute il compito di sorvegliarla costantemente. La donna è stata costretta a restare seduta su un piccolo sgabello per lunghi periodi di tempo. Quando non veniva torturata, le veniva ordinato di scaricare e caricare pesanti sacchi di carbone o perline di porcellana. Ogni sacco pesava quasi 150 libbre (circa 68 chilogrammi); lei doveva portarlo su per un pendio e salire fino a un magazzino al secondo piano, senza ascensore. I sacchi le cadevano spesso dalle spalle. In seguito ha finito per dividere ogni sacco in diversi sacchetti più leggeri per diminuire il carico, e le guardie l’hanno accusata di essere pigra.

Le sue spalle e le sue braccia non si sono mai riprese dalla tortura di cinque giorni, e ha sofferto ancora di ipertensione e problemi cardiaci. Ciononostante le guardie la costringevano a portare a termine le stesse quote di lavoro degli altri e spesso doveva rimanere sveglia per finire tutto il lavoro.

La salute di Gao è rapidamente peggiorata. Nell'aprile 2008 ha avuto un'emorragia vaginale ed è stata portata d'urgenza all'ospedale della prigione. Dopo aver appreso che era una praticante del Falun Gong, il medico Zhao le ha intenzionalmente inserito una pinza chirurgica nell'utero, provocandole un dolore lancinante. La donna è rimasta ricoverata per due settimane, durante le quali non ha osato muoversi, altrimenti avrebbe avuto un'altra emorragia. Prima ancora di riprendersi, è stata riportata in cella. Non riusciva nemmeno a stare seduta, ma la guardia Tu Xin le ha ordinato di continuare a eseguire i lavori forzati.

Gao doveva appoggiare le mani sul piano di lavoro per sostenersi. Come punizione per non aver completato la sua quota, la guardia Tu l'ha costretta a sedersi su un piccolo sgabello o a restare in posizione eretta di notte, anche se faticava a restare seduta o in piedi. Tu ha anche rinviato la sua quota di lavoro non completata al resto del periodo di detenzione. Dopo essersi ripresa, avrebbe dovuto completare tutto il lavoro arretrato.

Al momento di essere rilasciata, portata direttamente al centro per il lavaggio del cervello

Il 20 giugno 2008 la sua pena detentiva di cinque anni è terminata. Xi Mingyun, capo dell'Ufficio 610 locale, e il suo subordinato Gao Qun, oltre all'ufficiale Wang Xuejun, l'hanno prelevata dal carcere e portata direttamente in un centro per il lavaggio del cervello.

Per protesta Gao ha iniziato uno sciopero della fame e il quarto giorno ha potuto chiamare i suoi familiari, che hanno chiesto di vederla. La notte del 7 agosto 2008 la donna è stata trasferita in un altro centro per il lavaggio del cervello.

Il 24 settembre 2008 Gao ha improvvisamente manifestato gravi sintomi. Sentiva che i vasi sanguigni nel cervello e intorno alle orecchie stavano per esplodere. Le sue gambe si erano gonfiate e si sentiva irrequieta. Il centro per il lavaggio del cervello ha chiamato un medico, che ha riscontrato una mancanza di ossigeno al cervello e al cuore di Gao, aggravati da una pressione sanguigna pericolosamente elevata.

Invece di somministrarle subito un trattamento, dopo averla fatta visitare, il centro per il lavaggio del cervello l'ha rimandata a casa.

Altri due periodi di lavoro forzato, nel 2011 e nel 2012

Nel mese di luglio 2011 le è stato imposto un anno di lavori forzati, ma le è stato concesso di scontare la pena ai domiciliari. Un mese prima della scadenza del termine, nel giugno 2012, è stata arrestata e, nove giorni dopo, è stata portata nel campo di lavoro forzato femminile di Chongqing, per scontare un altro periodo di un anno.

La sua pressione sanguigna era salita a oltre 200 prima di essere ammessa nel campo di lavoro. Tuttavia, la segretaria Yan Liping della squadra quattro del campo di lavoro forzato l'ha sottoposta a varie forme di abuso. Yan ha ordinato a due tossicodipendenti di toglierle tutti i vestiti e di tagliarli a pezzi. Le hanno tagliato i capelli e le hanno messo addosso un'uniforme da detenuta. La donna è stata portata in una stanza al terzo piano e ad altre quattro detenute sono stati assegnati due turni per sorvegliarla 24 ore su 24.

A Gao non era permesso guardare nulla, se non la parete di fronte a lei e i libri che le detenute le avevano ordinato di leggere. La costringevano a stare in piedi, accovacciata o seduta per lunghe ore. Durante la tortura in piedi, le inserivano un pezzo di carta tra le gambe e un libro tra le mani e le gambe. Doveva rimanere in piedi più a lungo se la carta o i libri cadevano. A volte veniva presa a calci all'improvviso o veniva strattonata per le mani. La tortura più insopportabile era l'accovacciamento. Era costretta a stare su un piede dai 10 ai 15 minuti, prima di poter passare all'altro piede. Ogni volta la tortura da accovacciata durava dai 30 ai 40 minuti, seguita dalla tortura seduta.

In una sola settimana, la pelle della pianta dei piedi si è screpolata e, a distanza di sei mesi, non è ancora guarita completamente.

Inizialmente le guardie permettevano a Gao di dormire sei o sette ore ogni notte, ma presto hanno gradualmente ridotto il tempo del riposo. I piedi e le gambe gonfi le facevano molto male. Le guardie le hanno ordinato comunque di scrivere rapporti di pensiero ogni giorno e non le era permesso di dormire finché i suoi rapporti non avevano soddisfatto i loro requisiti.

Sotto le torture fisiche e la pressione mentale, la sua pressione sanguigna è aumentata. Durante l'esame fisico di tutte le detenute, il medico del campo di lavoro ha chiesto cosa avesse causato il gonfiore alle gambe e l'aumento della pressione sanguigna. La donna ha risposto che erano state le torture e la privazione del sonno. La guardia Zhu Yu l’ha sentita e ha minacciato di non permetterle di dormire, per vedere se la sua pressione sanguigna sarebbe effettivamente salita. Zhu le ha anche ordinato di scrivere dichiarazioni per denunciare il Falun Gong e il suo fondatore. Quando si è rifiutata, è stata messa in una cella d’isolamento e torturata dalle tossicodipendenti.

La guardia Zhao Yuanyuan si è recata a casa del padre di Gao, ha costretto l'anziano a registrare una dichiarazione contro il Falun Gong e ha mostrato il filmato alla figlia. Mentre Gao è rimasta ferma nella sua fede, suo padre si è pentito di ciò che aveva fatto e la sua salute si è deteriorata. Nel mese di settembre 2012 è deceduto.

Nel 2014 trattenuta di nuovo in un centro per il lavaggio del cervello

Nel mese di giugno 2014 Gao ha completato il suo terzo mandato di lavori forzati, ma è stata nuovamente arrestata poco dopo e portata in un centro per il lavaggio del cervello. Lei e altri praticanti detenuti sono stati costretti a guardare video anti-Falun Gong, dalle 7:00 fin quasi alla mezzanotte.

Dopo una settimana, coloro che si sono rifiutati di rinunciare al Falun Gong sono stati convocati in una piccola sala conferenze per essere “istruiti” separatamente da ex praticanti che avevano rinunciato sotto pressione alla loro fede. Ai praticanti presi di mira non è stato permesso di tornare nelle loro stanze a dormire, fino all'1:00 o alle 2:00 del mattino. Come risultato alcuni di loro sembravano disorientati o avevano sviluppato patologie. Invece di prestare loro le cure necessarie, il centro per il lavaggio del cervello li ha accusati di aver simulato i sintomi e ha continuato a fare pressione su di loro affinché rinunciassero al Falun Gong. I praticanti non sono stati rilasciati finché non hanno scritto dichiarazioni di rinuncia al Falun Gong contro la loro volontà.

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