(Minghui.org) Dal 2010 è stata sospesa per quasi 11 anni la pensione di Bai Shizhong, dopo essere stato incarcerato per aver praticato il Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.
Nel 2007 Bai, di 77 anni residente nella contea di Keshan, nella provincia dell'Heilongjiang, è andato in pensione dalla fattoria di proprietà dello Stato. Tuttavia, durante entrambi i suoi periodi di detenzione, per un totale di otto anni e mezzo (dal 2010 al 2015 e dal 2019 al 2022), i suoi benefici pensionistici sono stati completamente bloccati. Nel mese di agosto 2022, dopo aver scontato la seconda pena detentiva, l'Ufficio per la previdenza sociale della contea di Keshan non ha subito ripreso i pagamenti della sua pensione e gli ha addirittura ordinato di restituire la parte dell'adeguamento al costo della vita delle prestazioni pensionistiche che gli erano state erogate tra i due periodi di detenzione (dal 2016 al 2019), per un totale di oltre 70.000 yuan (circa 9.170 euro).
L'ufficio ha inoltre affermato che, anche dopo aver restituito l'importo richiesto, le sue prestazioni future sarebbero rimaste al livello di quelle erogate nel 2010, pari a circa 1.600 yuan (circa 220 euro) al mese. In base agli anni di servizio e alla storia salariale, nel 2022 Bai avrebbe avuto diritto a una pensione mensile di oltre 3.000 yuan (circa 380 euro).
Per legge, le pensioni sono beni legittimi dei pensionati e non possono essere incamerate da nessun ente, pubblico o privato. Gli uffici della previdenza sociale in Cina sono solo agenzie incaricate di gestire ed erogare le prestazioni pensionistiche. L'uomo si è rivolto diverse volte all'Ufficio per la previdenza sociale della contea di Keshan, alla sua agenzia di supervisione (l'Ufficio per la previdenza sociale della gestione dell'azienda agricola della città di Qiqihar), all'azienda agricola di Keshan e a vari uffici di appello per ottenere il reintegro della sua pensione, ma senza successo.
Mentre stava provando a risolvere il problema della sospensione della pensione, Bai ha chiesto di avere almeno qualche stipendio mensile, ma l'Ufficio per la previdenza sociale della contea di Keshan ha detto che avrebbe dovuto firmare un documento, per riconoscere che doveva loro gli oltre 70.000 yuan di cui sopra. L'uomo si è rifiutato di firmare, perché il denaro che stavano cercando di sottrargli gli apparteneva di diritto, ed era denaro duramente guadagnato. Pertanto non gli è stato erogato nemmeno uno stipendio base, per coprire le sue necessità quotidiane. Senza pensione e senza stipendio, l'uomo è stato costretto a lottare per sopravvivere.
Alla fine dell'anno scorso Bai e la sua famiglia si sono recati presso l'Ufficio della previdenza sociale per la gestione delle aziende agricole della provincia dell’Heilongjiang, che supervisiona il corrispettivo ufficio della città di Qiqihar. Lì hanno appreso che i vari uffici della previdenza sociale, a diversi livelli, non stavano applicando le leggi come quella sul lavoro, la legge sulle assicurazioni sociali e quella sulla protezione dei diritti e degli interessi degli anziani. Invece, per giustificare le loro decisioni, tutti hanno citato le politiche n° 69 e n° 14.
Quando Bai ha chiesto di visionare le normative delle politiche adottate, gli è stato risposto che si trattava di documenti riservati. I dipendenti dell'ufficio hanno detto che potevano solo spiegargli verbalmente il contenuto di tali disposizioni. In realtà, tutti hanno firmato accordi di non divulgazione, per non condividere le politiche per iscritto con nessuno, in nessuna forma.
All'uomo è stato anche detto che, se non fosse stato soddisfatto della decisione di trattenere la sua pensione, avrebbe potuto intraprendere azioni legali. Non è chiaro se Bai stia pianificando un'azione legale contro i vari livelli degli uffici della previdenza sociale.
Due condanne alla prigione
La prima condanna di Bai a una pena detentiva è stata causata dal suo arresto nel maggio 2010, dopo essere stato denunciato per aver installato un'antenna parabolica, che consentisse alle persone di accedere alle notizie non censurate. Contemporaneamente sono stati arrestati anche altri due praticanti che hanno lavorato con lui al progetto d'installazione. La polizia ha confiscato loro 10 antenne satellitari e parti di ricambio, per un valore di oltre 10.000 yuan (circa 1.280 euro). Inoltre, gli agenti hanno confiscato anche il computer di Bai.
Durante la notte i praticanti sono stati trattenuti in un dipartimento di polizia locale, prima di essere trasferiti, il giorno successivo, al Centro di detenzione per la gestione delle aziende agricole di Qiqihar. Cinque mesi dopo Bai è stato condannato a cinque anni di prigione. Durante l'irruzione della polizia, sua moglie ha avuto una ricaduta dell‘ipertensione e dei problemi cardiaci e, poco dopo che è stato ingiustamente condannato, è deceduta.
Nel mese di aprile 2019 Bai è stato nuovamente arrestato e la sua casa è stata messa a soqquadro. La polizia gli ha confiscato oltre 20.000 yuan (circa 2.570 euro) di oggetti di valore, tra cui i libri del Falun Gong, il computer, la stampante, gli elettrodomestici e i contanti. Ad oggi, alcuni di questi oggetti non gli sono stati ancora restituiti.
In seguito, un tribunale locale lo ha condannato a tre anni di prigione e multato di 10.000 yuan. I suoi figli si sono rivolti a diverse agenzie governative, per presentare denunce contro l'agente che lo aveva arrestato, il pubblico ministero e il giudice, con la motivazione che avevano sbagliato ad arrestarlo, incriminarlo e condannarlo. Il Tribunale intermedio per la gestione delle aziende agricole della provincia dell'Heilongjiang ha incaricato un tribunale intermedio di livello inferiore, di indagare sul caso. Il tribunale di grado inferiore ha dichiarato di non aver trovato alcuna prova che la polizia, il pubblico ministero e il giudice abbiano violato le procedure legali. I figli di Bai hanno chiesto spiegazioni, ma il tribunale ha detto che il caso era stato chiuso. Prima di essere allontanati, sono anche stati filmati contro la loro volontà.
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