(Minghui.org)

Nome: Zhang RuiyingNome cinese: 张瑞英Genere: DonnaEtà: Oltre i 70Città: QianxiProvincia: HebeiOccupazione: Impiegata dell’Ufficio per il commercio in pensioneData di morte: 6 gennaio 2023Data dell’ultimo arresto: 3 novembre 2012Ultimo luogo di detenzione: Centro di detenzione n.1 di Tangshan

Una residente della contea di Qianxi, nella provincia dell’Hebei, è morta il 6 gennaio dello scorso anno, dopo anni di detenzione e molestie per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere di corpo e mente perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.

Zhang Ruiying, una pensionata dell’Ufficio per il commercio della contea di Qianxi, attribuiva al Falun Gong il merito di averle restituito la salute, ma proprio per aver sostenuto la disciplina spirituale aveva subito continue vessazioni. Era stata detenuta più volte e ogni volta era stata brutalmente torturata. Dopo l’ultimo arresto nel 2012 era stata condannata a tre anni. A causa dei pesanti maltrattamenti subiti durante la detenzione la sua salute ha subito un drastico tracollo e per questo motivo è stata rilasciata nel 2013.

Dopo il ritorno a casa le autorità locali la molestavano ancora di tanto in tanto. Il marito e i figli vivevano quotidianamente nella paura. Il marito aveva mal di testa e vomito ogni volta che gli si comunicava che doveva andar lì qualcuno per la moglie. Per evitare che fosse di nuovo arrestata, lui e i figli le impedivano di uscire e di avere contatti con gli altri praticanti.

La pressione mentale ha peggiorato le condizioni di salute già precarie di Zhang, che è morta 10 anni dopo, il 6 gennaio dello scorso anno. Aveva passato i 70 anni. Ecco la sua storia.

Il Falun Gong l’ha tirata fuori da una vita miserevole

Prima di intraprendere il Falun Gong nel luglio del 1996, Zhang soffriva di numerose malattie. I problemi di salute erano iniziati all’età di 19 anni. C’era stato un allagamento e lei aveva guadato nell’acqua immersa fino alla vita per portare all’asciutto dei maiali. Per combinazione quel giorno aveva anche le mestruazioni e il contatto con l’acqua fredda le ha causato complicazioni che sono durate a lungo.

Da allora ogni volta che aveva le mestruazioni provava un insopportabile dolore alla schiena e allo stomaco, che era diventato duro al tatto. Il flusso mestruale era così intenso che a ogni piccolo movimento il sangue le colava giù per i pantaloni e il ciclo le durava quasi un mese intero.

Poi ha sviluppato anemia, ischemia epatica, trombocitopenia, cirrosi epatica tardiva, malattie ginecologiche, reumatismi, una forte lombalgia, spalla congelata e la sindrome di Ménière. Aveva provato a curarsi con la medicina occidentale, con quella cinese ed era anche ricorsa a rimedi popolari, ma non aveva avuto alcun giovamento.

I denti erano doloranti per le medicine che prendeva, la conta delle piastrine ematiche era scesa vertiginosamente e le gengive spesso le sanguinavano. Ogni mattina quando si alzava la bocca era piena di coaguli di sangue. Aveva anche macchioline rosse su tutto il corpo per il sanguinamento sottocutaneo. Se si tagliava accidentalmente, senza trattamento sanguinava in continuazione. Non tollerava niente di freddo ed era il marito a svolgere tutti i lavori domestici. Era molto infelice e aveva la sensazione che la vita fosse peggio della morte.

Il suo destino è cambiato a luglio del 1996, quando è stata introdotta al Falun Gong. Un amico del padre le aveva detto che era stato appena pubblicato un libro dal titolo Zhuan Falun (il testo principale del Falun Gong) e le ha raccomandato di affrettarsi a prenderne una copia. Lei è immediatamente andata nella libreria più vicina. Quel giorno pioveva e ha dovuto arrotolarsi in su i pantaloni e attraversare pozzanghere immersa fino al polpaccio. Curiosamente non aveva affatto freddo, e al suo ritorno a casa sentiva le gambe confortevolmente calde.

Ha trascorso l’intera nottata e la mattina seguente a leggere il libro. L’ha letto dall’inizio alla fine ed è rimasta incantata dai profondi principi esposti in esso. In pochi giorni tutti i sintomi di malattia sono scomparsi. Sentiva anche qualcosa girare nel basso addome, nella schiena e nelle spalle. È andata in ospedale a controllare se per caso era di nuovo incinta, ma poi si è resa conto che dovevano essere i Falun che ruotavano nel suo corpo. Ha poi sperimentato molti altri straordinari miracoli praticando il Falun Gong.

Dopo essere andata in pensione faceva la fotografa free-lance per guadagnare del denaro extra. Una volta uno dei suoi clienti ha fatto cadere accidentalmente a terra tutta la costosa attrezzatura e da allora le foto erano sfocate. In quanto praticante non ha chiesto al cliente di risarcirle il danno perché sapeva che non l’aveva fatto apposta, però non aveva il denaro per riparare la macchina fotografica. Quel giorno, mentre faceva un sonnellino, ha visto nel dormiveglia il fondatore del Falun Gong che riparava l’attrezzatura. Dopo essersi svegliata ha provato la macchina fotografica e tutte le foto erano perfette.

Le esperienze vissute in prima persona con il Falun Gong hanno reso la sua determinazione così forte che, anche quando la persecuzione è iniziata nel 1999, è rimasta ferma nella sua fede.

I primi tempi della persecuzione

Il 22 luglio del 1999, dopo che il regime comunista ha apertamente lanciato la campagna nazionale contro il Falun Gong, Zhang è andata al municipio di Tangshan per fare appello, ma è stata arrestata e portata al Dipartimento di polizia cittadino per l’interrogatorio. La polizia ha detto al suo datore di lavoro, l’Ufficio per il Commercio della contea di Qianxi, di andarla a prendere ed è poi stata trattenuta lì per diversi giorni e lasciata andare solo dopo che la famiglia gli ha pagato 2.000 yuan (circa 260 euro).

A dicembre 1999 le autorità della contea di Qianxi hanno arrestato molti praticanti locali, e anche Zhang è stata detenuta per alcuni giorni.

Arrestata di nuovo nel 2000 e torturata brutalmente

Zhang è andata a Pechino di nuovo nel dicembre 2000 per fare appello per il Falun Gong e il terzo giorno è stata arrestata in piazza Tienanmen. È stata portata di nuovo alla stazione di polizia di Qianmen, dove è stata costretta a star seduta sul pavimento freddo ammanettata al tubo del radiatore.

Dopo essere stata riportata a Qianxi, è stata tenuta al Centro di detenzione locale. Lei e altre sei praticanti sono state ammassate in una cella molto piccola e di notte dovevano dormire su un fianco. La prima notte ha nevicato e il giorno dopo la neve si è sciolta ed è penetrata nella cella. I piumoni sono diventati umidi e si sono anche coperti di polvere che cadeva dal soffitto. Per lavarsi il viso e i capelli aveva a disposizione solo acqua fredda.

Quando ha fatto gli esecizi del Falun Gong è stata appesa ad una finestra per i polsi, con i piedi che non toccavano terra. Le mani le sono diventate insensibili, ma le guardie gliele hanno messe in manette dietro la schiena subito dopo questa tortura. La notte non poteva sdraiarsi per dormire, ma poteva solo sonnecchiare per un po’ seduta in un angolo. Aveva dei dolori atroci e mani e braccia insensibili. Le mani era così gonfie sul dorso che sembravano dei panini al vapore.

Per protesta ha iniziato lo sciopero della fame, ma è stata sottoposta ad alimentazione forzata e percossa coi manganelli elettrici.

Portata in parata in strada

Il 20 gennaio del 2001 le autorità di Qianxi hanno fatto sfilare in una parata pubblica i praticanti del Falun Gong detenuti in varie strutture locali, e fra di essi c’era anche Zhang. I praticanti sono stati legati e dovevano stare in piedi sul camion scoperto con due agenti dietro di loro. Appena il camion che la trasportava è uscito dal centro di detenzione Zhang ha gridato: “La Falun Dafa è buona!”. Gli agenti che la sorvegliavano l’hanno immediatamente afferrata per i capelli e le hanno spinto la testa giù, poi le hanno anche stretto ancora di più le corde attorno alla bocca, facendogliela sanguinare.

Suo figlio inseguiva il camion e gridava di farla scendere da lì.

Tutti i praticanti sono stati poi portati in parata attraverso la città fino alla piazza nel centro della contea di Qianxi davanti a un “tribunale pubblico”. La polizia li ha fatti mettere in ginocchio a calci ad ascoltare mentre venivano enunciati i loro “crimini”. Dopo sono stati riportati alle rispettive strutture detentive.

Torturati in un campo di lavoro forzato

Dopo il tribunale pubblico a Zhang è stata assegnata una pena ai lavori forzati di cui non si conosce la durata. Quella notte è stata trasferita al Campo di lavoro forzato di Kaiping, dove c’erano già più di 1.000 praticanti.

Qui le guardie, in pieno inverno, radunavano tutte le praticanti donne e le costringevano a togliersi i vestiti e a restare solo con gli indumenti intimi. Poi le mettevano in una sala riunioni senza riscaldamento e le facevano stare lì tutto il giorno. Alcune avevano le manette, altre erano legate, e altre ancora avevano del nastro adesivo sulla bocca. Tutte tremavano di freddo e, quando calava la notte, le guardie le portavano fuori e le legavano agli alberi di kaki sparsi per il campo.

In piena estate i praticanti erano costretti a stare in piedi sotto il sole cocente. Quelli che si accovacciavano per la fatica venivano presi a calci e pugni. Alcuni avevano colpi di calore, ma le guardie si rifiutavano di dar loro da bere.

Per far loro abbandonare la loro fede le guardie li privavano anche del sonno. Molti praticanti, inclusa Zhang, per protesta hanno fatto lo sciopero della fame. Le guardie allora hanno ordinato ai detenuti di alimentarli forzatamente con una polenta di mais mal cotta e troppo salata. A ciascun praticante venivano date, ad ogni pasto, quattro piccole ciotole di polenta. Uno di loro come risultato ha avuto vomito a getto, mente gli altri avevano lo stomaco così gonfio da non riuscire a piegarsi.

I praticanti allora hanno gridato insieme: “La Falun Dafa è buona!”. Il campo ha mobilitato tutte le guardie maschi per picchiarli. Alcuni sono svenuti per il pestaggio e, mentre Zhang cercava di difendere un praticante che era già incosciente, una delle guardie l’ha colpita con un pugno sul naso. Le è uscito il sangue dal naso che gocciolava sul pavimento.

Poi le guardie l’hanno portata fuori e appesa per i polsi al palo del canestro da basket, con i piedi che non toccavano terra. Le manette ai polsi avevano spuntoni che si conficcavano nella carne, causandole atroci dolori. Dopo un po’ è arrivata una guardia con una bacinella d’acqua per “rinfrescarla” e le ha spruzzava l’acqua in faccia in continuazione, tanto che Zhang stava quasi soffocando. È rimasta appesa per molte ore. Le mani avevano perso la sensibilità e i polsi erano feriti e sanguinavano. Ci sono voluti anni perché i segni delle manette sui polsi scomparissero.

Una mattina tutti i praticanti più fermi nella fede sono stati costretti a fare un’esercitazione militare. Zhang ha protestato ed è stata picchiata selvaggiamente. Il giorno seguente è stata legata al palo del canestro da basket sotto il sole cocente e lasciata lì per ore e ore. Più tardi è stata portata in una sala riunioni e legata a un tavolo nella posizione dell’aquila aperta.

Condannata a tre anni in seguito all’arresto del 2012

Zhang era stata arrestata il 3 novembre del 2012, dopo che qualcuno l’aveva denunciata per aver parlato del Falun Gong in un villaggio vicino. Era stata trattenuta alla stazione di polizia tutta la notte e il giorno dopo trasferita al Centro di detenzione n. 1 di Tangshan.

Il 27 marzo del 2013 il Tribunale della contea di Qianxi l’aveva processata e in seguito condannata a tre anni. Firmatario del verdetto era il giudice Zhao Shengmin.

Dopo l’ingiusta condanna era stata trattenuta al centro di detenzione, dove a causa dei maltrattamenti le si è abbassata la vista, tanto che alla fine non ci vedeva più e aveva bisogno che qualcuno l’aiutasse a camminare. A metà luglio del 2013 era stata rilasciata per motivi di salute, ma la vista non l’aveva più recuperata.

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