(Minghui.org) Zhou Minglan, di 62 anni residente a Jiaozhou nella provincia dello Shandong, è stata trattenuta in prigione dopo essere stata arrestata, il 22 marzo scorso, per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere fisico a spirituale che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Dopo l'arresto, suo marito si è recato alla Stazione di polizia di Madian per chiederne il rilascio, ma gli agenti hanno consegnato all'uomo una copia dell'avviso di detenzione penale di un mese, emesso dal Dipartimento di polizia della città di Jiaozhou.

Zhou, tuttavia, non è stata rilasciata dopo un mese. La polizia l'ha invece portata al Centro di detenzione della città di Qingdao, situato a Pudong nel distretto di Jimo (Qingdao controlla la città di Jiaozhou). Le autorità non hanno fornito alcun aggiornamento sulla sua situazione.

Vita trasformata dal Falun Gong, ma viene incarcerata per aver sostenuto la sua fede

Nel mese di dicembre 2009 Zhou ha iniziato a praticare il Falun Gong e presto è guarita dall'epatite B, dalle malattie gastriche, dai reumatismi, dalle malattie ginecologiche e dall'iperplasia mammaria. Sono guarite anche le ferite alla gamba che si era procurata nell'ottobre 2008, quando è caduta da una posizione elevata, sul posto di lavoro. Da allora, non ha avuto più bisogno di usare le stampelle. I principi del Falun Gong di Verità-Compassione-Tolleranza l'hanno aiutata a capire che anche lei era parzialmente responsabile della dissoluzione del suo matrimonio, così ha preso l'iniziativa di riconciliarsi con il suo ex marito. Quando si sono risposati, il figlio era felicissimo che la loro famiglia, un tempo distrutta, fosse di nuovo unita.

Nel 2017 la famiglia, che all'epoca viveva nella provincia del Sichuan, si è trasferita a Jiaozhou, nella provincia dello Shandong. Non molto tempo dopo essersi stabiliti nella nuova abitazione, il 2 agosto 2017 gli agenti della Stazione di polizia di Madian hanno tentato di arrestarla. La donna non era in casa e la polizia ha tenuto in custodia il figlio per un giorno. Costretta a vivere lontano da casa per un certo periodo, il 10 marzo 2019 Zhou è stata arrestata dagli agenti della Stazione di polizia di Ligezhuang, nella città di Jiaozhou.

Durante l'interrogatorio alla stazione di polizia, la donna si è rifiutata di firmare un verbale preparato precedentemente. Zhou è stata avvolta in una tenda della finestra e uno degli agenti le ha sbattuto diverse volte la testa contro il muro. Questo le ha provocato un forte dolore, che è durato più di quattro giorni. Gli agenti continuavano a dirle: "Se ancora non collabori con noi, ti seppelliremo viva".

Quella sera la polizia ha portato la praticante in una stanza senza telecamere di sorveglianza e le ha ordinato di inginocchiarsi. Quando si è rifiutata, è stata spinta a terra dagli agenti e si è ferita gravemente il ginocchio sinistro.

Zhou ha sostenuto che in Cina non esiste alcuna legge che dichiari illegale la pratica del Falun Gong, che insegna a essere brave persone. Un agente le ha schiaffeggiato il viso con una scarpa. Lui e altri l'hanno costretta ad apporre le sue impronte digitali sul verbale dell'interrogatorio, che avevano preparato in precedenza.

Dal momento del suo arresto, avvenuto alle 9:00 del 10 marzo 2019, la polizia non le ha fornito cibo o bevande fino alla sera successiva, quando è stata portata al Centro di detenzione della città di Qingdao. Siccome non riusciva a parlare per l'eccessiva sete, le è stata data solo un po' d'acqua mentre veniva sottoposta a un esame fisico, prima di essere ammessa nel centro di detenzione.

Il 25 aprile 2019 la polizia ha presentato il suo caso alla Procura distrettuale di Huangdao, nella città di Qingdao. Il 12 luglio Zhou è stata incriminata e il 18 settembre dello stesso anno è stata processata. Il giudice Wang Decheng le ha chiesto se avesse ammesso la sua "colpa" nel praticare il Falun Gong e lei ha risposto di non aver violato alcuna legge nell'esercizio del proprio diritto costituzionale alla libertà di credo. Anche l’avvocato ha difeso la sua innocenza. Il marito, che è stato il suo difensore non avvocato, ha presentato la sua dichiarazione difesiva per scritto.

Il giudice ha condannato Zhou a un anno e due mesi di prigione, oltre a una multa di 3.000 yuan (circa 390 euro). Dopo l'ingiusta condanna la donna è rimasta nel Centro di detenzione della città di Qingdao e, nel mese di maggio 2020 è stata rilasciata.

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