(Minghui.org) Lo scorso 21 giugno Zhao Yan, di 78 anni residente a Suining nella provincia del Sichuan, è stata condannata a sei mesi di prigione per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere fisico e spirituale che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999. Non è chiaro se la donna, che era uscita su cauzione, dopo l'ingiusta condanna sia stata riportata in prigione.

Non era la prima volta che Zhao veniva presa di mira per la sua fede. Nel corso degli anni ha dovuto affrontare continue vessazioni da parte della polizia e suo marito ha vissuto costantemente nella paura. La sua malattia polmonare è continuata a peggiorare e, l'anno scorso è deceduto.

L'ultima condanna di Zhao è scaturita da un viaggio che ha fatto a Chengdu (la capitale della provincia di Sichuan) per andare a trovare la figlia. Il 17 novembre dell'anno scorso stava per salire sul treno per tornare a casa, ma è stata fermata alla stazione ferroviaria di Chengdu Est, dopo che gli agenti di sicurezza le hanno trovato nel bagaglio chiavette e banconote con messaggi del Falun Gong. La donna è stata portata alla stazione di polizia della stazione ferroviaria, dov'è stata interrogata.

La polizia ha convocato la figlia di Zhao e le ha ordinato di accompagnarla a Suining. Gli agenti di Chengdu e i suoi omologhi della Stazione di polizia di via Jiefu, a Suining, hanno fatto irruzione nella sua abitazione, prima di rilasciare Zhao su cauzione.

Dopo le 10:00 del 5 dicembre dell'anno scorso due agenti in uniforme hanno bussato alla sua porta e le hanno detto di aver ricevuto l'ordine di controllarla. Una di loro ha tirato fuori un cellulare e ha iniziato a fotografare Zhao.

I due agenti se ne sono andati, ma presto hanno chiamato il figlio di Zhao, per avvertirlo di tenere d'occhio la madre e assicurarsi che non uscisse di casa per distribuire materiale informativo del Falun Gong. Gli hanno anche detto che lo avrebbero chiamato una volta al mese.

L'11 dicembre dell'anno scorso la polizia di Chengdu ha chiamato la figlia di Zhao e le ha ordinato di recarsi a firmare alcuni documenti.

Lo scorso 17 aprile due agenti e due persone del Comitato di via Yanshi, nel distretto di Chuanshan a Suining, tra cui il segretario Duan e il suo subordinato Zhang, hanno molestato Zhao nella sua abitazione. Oltre a fotografare il suo router, l'hanno costretta a rivelare il suo numero di cellulare e la password del wifi. Di tanto in tanto hanno anche chiamato il figlio per chiedere informazioni sulla sua situazione.

La polizia di Chengdu ha sottoposto il suo caso alla Procura dei trasporti ferroviari di Chengdu, che ha provveduto a incriminarla. La sera del 5 maggio scorso il figlio ha ricevuto una telefonata dal tribunale dei trasporti ferroviari, che lo informava che il giorno successivo la madre sarebbe stata processata. La mattina seguente la polizia di Chengdu si è recata a Suining e ha portato Zhao a Chengdu per affrontare il giudice. Il 21 giugno la donna è stata condannata a una pena detentiva di sei mesi.

Non è chiaro se Zhao, che vive da sola e soffre di una grave malattia agli occhi, oltre ad avere problemi di mobilità, sia stata ripresa in custodia.

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