(Minghui.org) In seguito alla lettura in Parlamento da parte del deputato canadese Pierre Paul-Hus di una petizione presentata dai praticanti del Falun Gong del Canada, che richiedeva al governo di salvare la praticante del Falun Gong Cong Lanying, il ministro degli Esteri canadese Mélanie Joly ha recentemente pubblicato una risposta scritta.

La signora Cong Lanying, quasi ottantenne, è la madre della cittadina canadese Cong Xinmiao. La signora Cong Lanying è stata arrestata dal Partito Comunista Cinese (PCC) nel 2022 in quanto praticante del Falun Gong e condannata a quattro anni di prigione.

Il Ministro degli Esteri ha dichiarato: “Grazie per la vostra preoccupazione riguardo al caso di Cong Lanying. Il Canada ha espresso pubblicamente le sue preoccupazioni per l'intimidazione e la repressione delle minoranze etniche e dei gruppi religiosi, compresi i praticanti del Falun Gong. Il Canada continuerà a farlo in ogni occasione appropriata”.

Nella lettera, si è sottolineato che le questioni relative ai diritti umani sono una priorità nelle interazioni del Canada con la Cina e che il governo canadese ha esortato costantemente la Cina a rispettare, proteggere e promuovere le libertà di parola, riunione, associazione e credo religioso.

Si è anche menzionato che il 23 gennaio di quest’anno, durante la revisione periodica universale della situazione dei diritti umani in Cina da parte del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, il Canada ha invitato la Cina a cessare tutte le forme di sparizioni forzate, mettendo in particolare evidenza i praticanti del Falun Gong.

Il 14 dicembre 2022, il Parlamento canadese ha approvato all’unanimità il disegno di legge S-223, che affronta la lotta al prelievo e al traffico di organi. Questo disegno di legge è considerato rilevante per gli uiguri e i praticanti del Falun Gong in Cina.

Nella lettera del Ministro degli Esteri si afferma inoltre che il governo canadese comunica regolarmente con le organizzazioni della società civile, le comunità della diaspora e i gruppi religiosi per informarli delle sue azioni in difesa dei diritti umani, compresa la libertà di religione o di credo.

Quello che segue è il testo completo della lettera:

“La promozione e la protezione dei diritti umani è parte integrante della politica estera del Canada e una priorità nelle relazioni del Canada con la Cina. Il governo canadese ha costantemente esortato la Cina a rispettare, proteggere e promuovere le libertà di parola, riunione, associazione e credo religioso.

Grazie per la vostra attenzione al caso della signora Cong Lanying. Il Canada ha espresso pubblicamente preoccupazione per le intimidazioni e la repressione subite da gruppi etnici e religiosi, compresi i praticanti del Falun Gong. Il Canada continuerà a farlo in ogni occasione opportuna. Il 23 gennaio 2024, durante la revisione periodica universale della situazione dei diritti umani in Cina presso il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra, il Canada ha specificamente invitato la Cina a cessare tutte le forme di sparizioni forzate, con particolare menzione dei praticanti del Falun Gong.

Il 14 dicembre 2022 è stato approvato all’unanimità dalla Camera dei Comuni (324 favorevoli, 0 contrari) il disegno di legge S-223 relativo alla lotta al prelievo forzato e al traffico di organi inerente agli uiguri e ai praticanti del Falun Gong in Cina. La legge S-223, che il giorno successivo ha ricevuto il consenso reale, stabilisce che è un reato penale per i cittadini canadesi o i residenti permanenti in Canada viaggiare all’estero per ricevere organi prelevati senza consenso. Il Canada si unisce ad altri Paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Italia, Israele, Belgio, Norvegia, Spagna, Corea del Sud e Taiwan, nell’adottare leggi per combattere il traffico, il turismo dei trapianti e il commercio di organi.

Il governo canadese è impegnato a combattere tutte le forme di traffico di esseri umani, compreso quello mirato al prelievo di organi. Collaboriamo attivamente con Paesi, inclusa la Cina, per sostenere e promuovere l’attuazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite sulla prevenzione e sul divieto del traffico di persone, in particolare donne e bambini, e sull'applicazione di sanzioni a chi lo pratica, per combattere la criminalità organizzata transnazionale. La lotta al traffico illegale di organi è complessa e richiede la cooperazione internazionale. Nel 2010, il Canada ha partecipato attivamente alla revisione dei principi guida dell’Organizzazione mondiale della Sanità sul trapianto di organi e tessuti umani, adottati dagli Stati membri, inclusa la Cina.

Inoltre, il Canada sta continuando a lavorare a stretto contatto con i partner internazionali per promuovere la libertà dei gruppi religiosi perseguitati in tutto il mondo. Nel 2015, il Canada ha istituito il Gruppo di contatto internazionale sulla libertà di religione o di credo, co-presieduto dal Canada e dagli Stati Uniti. Si tratta di un'importante piattaforma che riunisce più di trenta Paesi impegnati a tutelare e promuovere la libertà di religione o di credo, che aiuta a coordinare le azioni sulle questioni relative alle minoranze religiose in tutto il mondo.

L’impegno del Canada sulle questioni relative ai diritti umani comprende visite ad alto livello, dichiarazioni pubbliche, dichiarazioni su questioni specifiche e casi preoccupanti nei forum bilaterali e multilaterali, interventi diplomatici e sostegno, nonché attività di sensibilizzazione nella società civile. Il governo canadese tiene inoltre incontri regolari con varie organizzazioni della società civile, gruppi religiosi e della diaspora e con la comunità internazionale per riferire sulle sue azioni in difesa dei diritti umani, inclusa la libertà di religione o di credo. Ciò include incontri regolari con le organizzazioni della società civile canadese interessate alle condizioni dei diritti umani in Cina.

La strategia dell’Indo-Pacifico del governo delinea anche direttamente la politica del Canada nei confronti della Cina. L’ascesa della Cina come attore globale sta cambiando le prospettive strategiche per tutti i Paesi della regione dell’Indo-Pacifico, compreso il Canada. Il terzo pilastro della strategia dell’Indo-Pacifico affronta specificamente gli investitimenti nelle risorse umane, nello sviluppo e nella difesa dei diritti umani nella regione. Il Canada non si sottrarrà mai alle proprie responsabilità su questioni di interesse nazionale, compreso il rispetto delle norme internazionali sulla governance dei diritti umani”.

Nota: la lettera è firmata da Rob Oliphant, segretario parlamentare del ministro degli Affari esteri, Mélanie Joly.