(Minghui.org) L'articolo “Cucinare pesce vivo significa uccidere e i praticanti dovrebbero evitarlo” su Minghui.org mi ha ricordato un incidente accaduto molti anni fa.
La nostra praticante coordinatrice, Wen, stava soffrendo di un forte dolore allo stomaco. Non ricordo quanto sia durato il problema, ma all'epoca altri praticanti sono andati a casa sua per aiutarla a inviare pensieri retti. Quando sono arrivata a casa di Wen, ho visto che era in preda a un dolore straziante. Si teneva lo stomaco ed emetteva profondi gemiti!
Mi sono seduta con altri praticanti per inviare pensieri retti, ma ciò che ho visto in un'altra dimensione con il mio occhio celeste mi ha sconvolta: diverse persone inespressive la stavano torturando. Ho detto loro di smetterla, ma mi hanno ignorata.
Ho raccontato agli altri praticanti cosa avessi visto, ma non capivo perché quelle persone le stessero infliggendo una tortura così orribile. Perché stavano punendo Wen? Cosa aveva fatto di sbagliato? Ci è voluto un po' prima che scoprissi che in passato aveva ucciso delle vite. Aveva ordinato dei frutti di mare vivi in un ristorante per fare un regalo ad alcuni amici e aveva bevuto della birra.
Ero scioccata! Pensavo che avesse esagerato, interpretando male deliberatamente gli insegnamenti del Maestro Li, approfittando dell'opportunità di aiutare gli altri come una scusa per soddisfare le proprie voglie. Lo aveva fatto diverse volte, ed è per questo che stava vivendo una tale tribolazione. La consideravo una praticante dal cuore gentile; quindi, non riuscivo a immaginare perché fosse stata così spietata da mangiare esseri viventi. Non aveva pensato alla sofferenza di quelle vite?
Mi ha ricordato un incidente di due anni prima. Ero andata al ristorante con lei e aveva voluto ordinare dei frutti di mare vivi. In nessun modo ero riuscita a fermarla. Ne ha mangiati solo un po’ e ha fatto mettere da parte il resto per me. Le ho chiesto: “Perché l'hai ordinato se non lo dovevi mangiare? Sei una coltivatrice, come puoi essere così senza cuore?!” Lei mi ha risposto: “Cosa ci fanno quelle creature nei ristoranti? Sono lì perché la gente le mangi”. Ero senza parole e ho pensato tra me e me che non avrei più cenato con lei.
Il Maestro ha detto: “Quello dell'uccidere è un argomento molto delicato. A questo proposito c'è una regola rigorosa a cui i praticanti si devono attenere, non possono uccidere.” (Settima Lezione, Zhuan Falun) Il Maestro ha parlato in modo molto diretto della questione dell'uccidere tanto da non lasciare spazio ad alcuna interpretazione. Allora perché continuiamo a comportarci in modo sconsiderato e a violare gli insegnamenti del Maestro? Il Maestro è compassionevole verso tutti gli esseri, eppure alcuni di noi toglierebbero facilmente delle vite per soddisfare i propri desideri. Stiamo veramente seguendo gli insegnamenti del Maestro come guida per la nostra coltivazione o ci stiamo semplicemente affidando al Suo potere sconfinato per soddisfare i nostri desideri e garantire la nostra sicurezza?
Nessuna uccisione è una cosa da poco, eppure se non riusciamo nemmeno a controllare noi stessi in questo senso, cos'altro non saremo in grado di controllare? Credo che questo sia un problema significativo; non si tratta di come pagare per le vite che abbiamo ucciso, ma piuttosto, come coltivatori, abbiamo seguito ciò che il Maestro ci ha insegnato? Ci siamo veramente considerati coltivatori?
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