(Minghui.org) Il 10 maggio scorso Li Jinghui, residente a Zhaoqing nella provincia del Guangdong, si è visto revocare la cauzione, dopo aver intentato una causa amministrativa contro un dipartimento di polizia locale, per averlo arrestato senza alcuna base legale.

L'8 maggio dell'anno scorso l'uomo è stato arrestato per aver praticato il Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999. Il 19 maggio dell'anno scorso Li ha iniziato uno sciopero della fame ed è stato rilasciato su cauzione. Nel mese di agosto ha sporto denuncia contro gli agenti che lo avevano arrestato e ha chiesto che venissero divulgate le informazioni sui suoi responsabili. Dopo che i suoi reclami e le sue richieste sono stati ignorati, ha intentato una causa amministrativa contro l'agenzia di polizia responsabile dell'arresto.

Il 10 maggio scorso l'agenzia di polizia che ha effettuato l'arresto ha revocato la sua cauzione, mentre il contenzioso è ancora in corso. Per legge, tuttavia, la polizia ha ancora un anno di tempo per cercare di perseguire ulteriormente Li. Se non agisce entro i 12 mesi successivi, darà costretta ad archiviare il caso.

Non è la prima volta che Li viene preso di mira per la sua fede. In precedenza, nel maggio 2000, era stato condannato a un anno di lavori forzati e, due mesi dopo aver iniziato uno sciopero della fame, è stato rilasciato sulla parola. Dopo un altro arresto nel maggio 2001, è stato condannato a sei anni di prigione, dov'è stato brutalmente torturato. Nell'aprile 2009 è stato nuovamente arrestato e condannato a quattro anni di pena detentiva.

L'ultimo arresto

Intorno alle 15:00 dell'8 maggio dell'anno scorso otto agenti del Dipartimento di polizia distrettuale di Duanzhou e della Stazione di polizia della città di Hemugang hanno fatto irruzione nell'appartamento in affitto di Li. Hanno presentato un mandato di perquisizione in cui si affermava che l'uomo era sospettato di utilizzare un'organizzazione di culto per minare l’applicazione della legge, un pretesto standard utilizzato dal regime comunista per criminalizzare i praticanti del Falun Gong. Il mandato non recava alcuna firma, come invece sarebbe richiesto dalla legge.

All'uomo sono stati confiscati il computer, la plastificatrice, tre telefoni cellulari, due copie di un recente articolo scritto dal fondatore del Falun Gong e diversi amuleti con messaggi del Falun Gong.

Durante l'interrogatorio alla stazione di polizia, Li ha appreso di essere stato preso di mira, dopo che la polizia ha scoperto che aveva pubblicato una dichiarazione solenne sul sito Minghui, per annullare la sua rinuncia al Falun Gong, scritta contro la sua volontà, durante un precedente arresto. Nella dichiarazione, ha anche accennato a ciò che ha fatto con altri due praticanti locali del Falun Gong, per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla persecuzione. Attraverso l'ultimo arresto, gli agenti speravano di scoprire altre informazioni riguardo alle sue attività legate al Falun Gong.

Poiché in Cina non è considerato illegale praticare il Falun Gong e condividerlo con le persone, Li si è rifiutato di rivelare le sue attività e, quando gli è stato ordinato di firmare i verbali dell'interrogatorio, l'uomo si è rifiutato.

Il giorno dopo la polizia lo ha portato in ospedale per un esame fisico. I medici gli hanno prelevato un campione di sangue e fatto un'ecografia e una TAC. La sera stessa è stato portato al Centro di detenzione del distretto di Duanzhou.

Sciopero della fame

L'11 maggio dell'anno scorso Li ha iniziato uno sciopero della fame. Pochi giorni dopo la polizia gli ha consegnato due avvisi: uno era "la raccomandazione della polizia di incriminarlo" e il secondo, un "avviso di detenzione di 30 giorni". Mentre stava continuando lo sciopero della fame, gli agenti che lo avevano arrestato, il direttore del centro di detenzione e il procuratore di stanza nel centro di detenzione, hanno avuto colloqui con lui per convincerlo a desistere dal suo intento.

Le guardie gli hanno somministrato due volte del glucosio, ma lui lo ha immediatamente vomitato. Il 17 maggio dell'anno scorso, settimo giorno di sciopero della fame, il centro di detenzione ha emesso un avviso di rilascio su cauzione e lo ha portato fuori su una sedia. Dopo essere stato costretto ad apporre le proprie impronte digitali, gli agenti hanno detto ai suoi colleghi di andarlo a riprendere, poiché la sua famiglia vive in campagna nella città di Jiangmen, nella stessa provincia, a quasi 100 miglia (circa 161 chilometri) di distanza dalla città di Zhaoqing.

Prima dell'arrivo dei suoi colleghi, il medico del centro di detenzione ha notato che Li stava entrando in coma, così ha avvertito gli agenti ed è stato portato in ospedale.

I medici dell'ospedale gli hanno somministrato alcune flebo. Dopo aver ripreso conoscenza, Li si è sfilato gli aghi delle flebo e ha chiesto la restituzione degli oggetti confiscati durante l'irruzione nel suo appartamento. La polizia ha organizzato una riunione virtuale con i suoi familiari per cercare di convincerlo a mangiare. Dopo aver installato una videocamera per registrare ogni sua mossa, gli agenti hanno affermato che poteva andarsene.

Durante la degenza in ospedale, la polizia ha chiamato i suoi colleghi, per cercare di convincerlo a interrompere lo sciopero della fame. Li ha detto loro di non preoccuparsi per lui e ha raccontato di essere stato costretto a fornire campioni di sangue diverse volte dopo il suo arresto. Ha raccontato del prelievo forzato di organi dai praticanti del Falun Gong ancora in vita, autorizzato dallo Stato. Avendo un gruppo sanguigno raro, Li ha sospettato che le sue informazioni biomediche possano essere state inserite nel database del regime comunista usato per l’abbinamento degli organi.

L'uomo ha continuato il suo sciopero della fame anche in ospedale. Gli agenti hanno rimosso la videocamera, affermando di aver smesso di pattugliare il suo reparto nel tentativo di farlo mangiare di nuovo, ma Li è rimasto fermo nella sua decisione. La polizia ha quindi costretto i medici a minacciare l'uomo di essere trasferito in un ospedale psichiatrico, dove gli sarebbe stata praticata l'alimentazione forzata.

In seguito, la polizia ha portato tutti gli oggetti confiscati nella sua stanza d'ospedale e ha chiesto ai suoi colleghi di andarlo a riprendere. Li ha insistito perché prima venisse revocata la sua condizione di libertà provvisoria. Pur non approvando questa richiesta, la polizia si è rivolta a un suo parente che vive nella città di Zhaoqing e gli ha chiesto di "lavorare" su di lui. Li ha detto al parente che l'unico modo per interrompere lo sciopero della fame era che lui e i suoi oggetti confiscati fossero stati riportati nel suo appartamento in affitto.

Gli agenti sono stati costretti ad accettare e, solo allora, Li ha ricominciato a mangiare. Alcune ore dopo l'uomo è stato riaccompagnato nel suo appartamento, come aveva chiesto. Il suo padrone di casa, tuttavia, sotto una tremenda pressione mentale, lo ha esortato a trasferirsi. L'uomo è tornato in campagna dai suoi genitori, nella città di Jiangmen.

Richiesta di divulgazione di informazioni aperte e contenzioso amministrativo

Il 5 agosto dell'anno scorso Li ha presentato una denuncia contro il Dipartimento di polizia distrettuale di Duanzhou, a varie agenzie del governo centrale, provinciale e comunale. L'uomo ha accusato la polizia di averlo arrestato e detenuto senza alcuna base legale.

Contemporaneamente ha presentato, allo stesso Dipartimento di polizia, una richiesta di revoca della cauzione e l'archiviazione del caso. La richiesta invitava la polizia a divulgare le informazioni su tutti gli agenti coinvolti nel suo caso, compresi i loro nomi, l'età, il numero di distintivo, i titoli, le responsabilità, le divisioni e i documenti d'identità.

Il Dipartimento di polizia ha respinto la domanda di divulgazione delle informazioni aperte dell'uomo, che ha presentato una richiesta di revisione amministrativa. Non avendo ottenuto alcun risultato, Li ha intentato, presso il Tribunale intermedio della città di Zhaoqing, una causa amministrativa contro il dipartimento di polizia.

Convocato lo scorso 1° febbraio

Il 1° febbraio scorso Li è stato convocato dall'agente Chen Guofang, della Stazione di polizia di Hemugang, che lo aveva arrestato e dal Dipartimento di polizia distrettuale di Duanzhou.

Quando si è recato alla stazione di polizia, Li ha saputo che Chen voleva saperne di più sulla sua causa contro il dipartimento di polizia. Mentre stavano parlando, un altro agente ha iniziato a fotografarlo. Li ha cercato di fermarlo, ma quest'ultimo ha continuato. Pochi minuti dopo, l'uomo è stato invitato ad andarsene, perché "stava per aver luogo una riunione".

Cauzione revocata il 10 maggio scorso

Il 9 maggio scorso l'agente Zhang del dipartimento di polizia ha chiamato Li e gli ha comunicato di presentarsi il pomeriggio successivo alla Stazione di Kangke, per sbrigare le pratiche di revoca della cauzione e restituirgli i 1.000 yuan (circa 130 euro).

La mattina successiva Li si è recato alla stazione di polizia per consegnare le copie di tutti i documenti legali, utilizzati per il suo caso, tra cui la richiesta di revoca della cauzione e di archiviazione del caso, la richiesta di divulgazione delle informazioni, il contenzioso amministrativo e i reclami contro il dipartimento di polizia. L'uomo ha chiesto all'addetto alla reception di passare i documenti al capo della polizia, sperando che potesse prenderne visione prima della riunione pomeridiana.

Nel pomeriggio Li è tornato alla stazione di polizia, per riprendere i documenti legali che aveva lasciato la mattina ed è stato ricevuto dal vice capo Lin Qiang, da due ufficiali, di nome Liang e Zhang, del Dipartimento di polizia distrettuale di Duanzhou, e da un giovane uomo non meglio identificato.

Li ha riconosciuto Liang come uno degli agenti che avevano effettuato l'arresto; né lui né gli altri avevano mostrato i loro documenti. Liang ha affermato che Li non avrebbe ricordato i loro nomi anche se avessero esibito i documenti.

Il capo Lin lo ha quindi accusato di aver rivelato segreti di Stato, nelle sue denunce e nei materiali relativi alla causa. Li ha mostrato l'”Avviso 39 (2000)", emesso congiuntamente dall'Ufficio generale del Comitato Centrale, dall'Ufficio generale del Consiglio di Stato e dal Ministero di pubblica sicurezza. L'avviso elencava le organizzazioni considerate culti, ma il Falun Gong non era nella lista. Li ha dichiarato che l'avviso è un'informazione pubblica, non un segreto di Stato, e ha aggiunto che anche ogni legge e regolamento, citati nei suoi documenti legali, sono da considerari pubbliche informazioni. Lin gli ha quindi ordinato di firmare la copia dell'avviso, ma Li si è rifiutato.

Lin lo ha accusato di aver violato la legge, denunciando sul sito Minghui la persecuzione nei suoi confronti. Li ha ricordato a Lin che le forze dell'ordine devono avere una causa probabile per arrestare e detenere i sospettati, e che gli agenti che lo hanno arrestato non avevano alcuna base legale, poiché nessuna legge in Cina criminalizza il Falun Gong.

Lin ha iniziato ad attaccare verbalmente il Falun Gong e Li lo ha esortato a non cadere vittima della propaganda d'odio del regime comunista.

L'agente Zhang ha quindi prodotto i documenti per revocare la cauzione di Li e gli ha chiesto di firmare. Li si è rifiutato, dicendo che non avrebbe dovuto essere arrestato e rilasciato su cauzione.

Zhang gli ha presentato i verbali da firmare degli interrogatori della polizia. Li è rimasto sconvolto nel leggere che è stato "interrogato" quattro volte da quando è stato arrestato: nel mese di agosto dell'anno scorso, nel mese di novembre, lo scorso mese di febbraio 2024 e il 13 maggio scorso.

Dato che era il 10 maggio, Li ha contestato la polizia che era impossibile che ci fosse già una registrazione di un interrogatorio che si sarebbe dovuto tenere tre giorni dopo. Inoltre, in agosto e nel mese di novembre dell'anno scorso non è mai stato interrogato. Lo scorso 1° febbraio è stato effettivamente convocato, ma non gli è mai stato mostrato alcun verbale di interrogatorio. Zhang ha affermato che, sapendo che viveva in campagna, gli agenti non si sono preoccupati di convocarlo per l'interrogatorio nei mesi di agosto e novembre dell'anno scorso. Per quanto riguarda il verbale del 13 maggio, all'uomo sarebbe andato bene cambiare la data al 10 maggio e apporre le sue impronte digitali.

Li non poteva credere che la polizia fosse così sfacciata nel fabbricare i verbali degli interrogatori. Si è rifiutato di firmare i documenti, ma ha scritto una nota che recitava: "Le forze dell'ordine stanno violando la legge mentre la fanno rispettare. Hanno fabbricato i verbali degli interrogatori. Non sono mai stato interrogato nei giorni elencati dalla polizia".

L'uomo ha inoltre biasimato la polizia per non aver notificato la sua detenzione ai familiari, come previsto dalla legge. Dopo che gli è stato imposto un fermo di 30 giorni, ha comunicato alla Stazione di polizia di Hemugang l'indirizzo di casa dei suoi genitori. Per legge, la polizia dovrebbe spedire l'avviso di detenzione alle famiglie entro 24 ore dall'emissione dell'avviso, ma i suoi familiari non lo hanno mai ricevuto.

Zhang ha affermato che l'avviso di detenzione è stato spedito all'indirizzo del suo documento d'identità, che è diverso da quello dei suoi genitori.

Zhang ha chiesto a Li di firmare un documento per riavere la cauzione di 1.000 yuan. Li ha detto che nessuno dei suoi familiari ha mai pagato la cauzione per suo conto. Il motivo è che la polizia ha ingannato il padre per fargli firmare il modulo di rilascio della cauzione, dicendo di avere una prova video sulla distribuzione di volantini informativi del Falun Gong da parte di Li (cosa che non ha mai fatto). Per legge, i sospettati devono solo indicare un garante o pagare una cauzione. Poiché il padre di Li era indicato come garante, non ha dovuto pagare una cauzione.

Invece di applaudirlo per la sua onestà di non aver mai pagato la cauzione, il capo Lin ha ricominciato ad abusare verbalmente del Falun Gong e del suo fondatore.

Li lo ha ignorato e se n'è andato con l'avviso di revoca della cauzione, oltre alle copie dei verbali degli interrogatori falsificati, con l'intenzione di usare tali documenti come prova contro la polizia.

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