(Minghui.org) Il 9 agosto, il praticante del Falun Gong Cheng Peiming, sopravvissuto al prelievo di organi, ha raccontato la sua esperienza in una conferenza stampa a Washington DC. Il suo racconto è stato riportato da diversi media. Cheng Peiming è stato definito una “tipica vittima” degli orrori del crimine di prelievo forzato di organi del Partito Comunista Cinese (PCC).
Cheng Peiming, praticante del Falun Gong della provincia dell’Heilongjiang, (secondo a destra) ha raccontato come i suoi organi sono stati prelevati forzatamente senza consenso, durante una conferenza stampa tenutasi il 9 agosto
The Telegraph: Racconto del primo sopravvissuto al prelievo forzato di organi in Cina
Nel rapporto britannico The Telegraph, redatto da Iona Cleave e pubblicato il 9 agosto, si legge: Una vittima del prelievo forzato di organi in Cina si è svegliata incatenata al letto con parti di fegato e polmoni mancanti. Cheng Pei Ming racconta come è riuscito a scappare dall'ospedale e a fuggire dalle ‘insopportabili’ torture cinesi.
Il primo sopravvissuto noto alla campagna di prelievo forzato di organi da parte della Cina contro i prigionieri religiosi ha dichiarato di essere pronto a parlare e a denunciare il “male” del Partito Comunista Cinese.
Cheng Pei Ming, 58 anni, ha parlato pubblicamente per la prima volta a Washington venerdì scorso, descrivendo come senta ancora un ‘dolore estremo’ 20 anni dopo il prelievo forzato di parti del suo polmone e del suo fegato.
Mentre si toglieva la camicia per mostrare la cicatrice che gli avvolgeva il petto e arrivava fino alla schiena ha detto: “Credevo che mi avrebbero ucciso. Non sono sicuro che pensassero che sarei sopravvissuto, ma ce l'ho fatta”.
Dichiara di essere stato detenuto e torturato per anni dal PCC perché pratica il Falun Gong.
Nei decenni successivi alla messa al bando del Falun Gong e alla persecuzione dei suoi discepoli, l'industria cinese dei trapianti di organi è aumentata a dismisura. Gli organi vitali sono diventati prontamente disponibili nel giro di pochi giorni negli ospedali statali - un lasso di tempo che nessun sistema nazionale di trapianti in altre parti del mondo è mai stato in grado di raggiungere.
Nel 2019, un tribunale indipendente di Londra ha stabilito che il governo cinese ha continuato a commettere crimini contro l'umanità prendendo di mira le minoranze, tra cui il movimento Falun Gong, per il prelievo forzato di organi.
Nel 2021, gli esperti delle Nazioni Unite in materia di diritti umani hanno riferito che, oltre ai praticanti del Falun Gong, altre minoranze sono state prese di mira, tra cui uiguri, tibetani, musulmani e cristiani detenuti in Cina.
Il signor Cheng ha detto che all’inizio non riusciva a capire perché avessero deciso di reprimere una religione che promuoveva la pace.
Ha spiegato: “Il Falun Gong insegna a essere buone persone e ad avere compassione ed empatia verso tutti. Non vogliamo danneggiare la società, la persecuzione contro di noi non sarebbe mai dovuta accadere”.
Cheng è stato arrestato per la prima volta nel settembre 1999. Ha raccontato di essere stato torturato e sollecitato a rinunciare alla sua fede e che, al suo rifiuto è stato costretto a lasciare insieme alla famiglia, la sua casa nella provincia orientale dello Shandong.
Negli anni successivi è stato “rapito dal PCC” per cinque volte, subendo ogni volta torture insopportabili.
“Ricordo di aver chiesto: perché invece non mi uccidete?, loro mi hanno risposto: è troppo facile, proviamo un grande piacere nel torturarti”.
Nel 2002 è stato condannato a otto anni di carcere. Ha ricordato di aver visto scomparire altri detenuti del Falun Gong. Alcuni sono stati mandati nei cosiddetti campi di lavoro, di “rieducazione”, mentre altri sono stati torturati a morte.
Nel luglio 2004, Cheng ha riferito di essere stato trascinato in un ospedale dove gli agenti del famigerato Ufficio 610 del PCC - soprannominato “la gestapo cinese” - hanno cercato di fargli firmare dei moduli di consenso. Quando si è rifiutato, l'hanno scaraventato a terra e addormentato.
Alla sua famiglia è stato detto che era stato sottoposto a un intervento chirurgico e che aveva il 20% di possibilità di sopravvivenza.
Il signor Cheng si è svegliato tre giorni dopo, terrorizzato, incatenato a un letto e con un'incisione di 35 centimetri sul petto. Gli esperti di trapianti hanno poi confermato che le scansioni mostrano che sezioni del fegato e del polmone sinistro gli sono state rimosse chirurgicamente.
Due anni dopo, le guardie carcerarie lo hanno riportato in ospedale. “Non c'era motivo di operarmi, quindi immaginavo che sarei stato ucciso. Alla mia famiglia dissero che avevo ingoiato dei coltelli e che non sarei sopravvissuto”.
Ma si è presentata un'occasione inaspettata per fuggire. La sua guardia si è addormentata, così è riuscito a scappare.
“Per 9 anni, ho vissuto una vita da fuggitivo, nascondendomi sotto falso nome”, ha aggiunto “Il PCC voleva trovarmi per uccidermi per insabbiare ciò che aveva fatto”.
Alla fine è fuggito in Thailandia. “Sentivo che avrei potuto essere ucciso in qualsiasi momento”, ha detto. Si è sentito al sicuro solo quando ha raggiunto il suolo statunitense nel 2020.
A giugno, la Camera degli Stati Uniti ha approvato la legge sulla protezione del Falun Gong, che mira a porre fine alla persecuzione del Falun Gong da parte del PCC e al prelievo forzato di organi dai praticanti arrestati.
Il signor Cheng non riesce ancora a percepire alcune parti del suo torace e lotta quotidianamente contro dolori simili a delle scosse elettriche che gli attraversano il corpo.
Ma ora è pronto a raccontare la sua storia. “Voglio che il mondo sappia quanto sia malvagio il PCC. Non cerca solo di danneggiare le persone in Cina, ma anche il mondo intero. Devo denunciare quello che succede al Falun Gong”, ha affermato.
Il dottor Charles Lee, uno dei principali sostenitori del movimento Falun Gong, arrestato e torturato per le sue convinzioni dal PCC nel 2003, ha dichiarato al Telegraph che l'importanza della testimonianza di Cheng non può essere sottovalutata.
Per decenni abbiamo sentito parlare del trattamento estremamente disumano riservato al Falun Gong, di coloro che sono stati torturati a morte, con i corpi squarciati e gli organi mancanti. Ma ora abbiamo il primo testimone vivente.
Infine ha aggiunto: “Questo dovrebbe essere un allarme per le persone e i governi di tutto il mondo: il PCC non ha a cuore le vite umane”.
Diplomatico: uno sguardo agli orrori subiti dal Falun Gong
Il Diplomatico, con sede a Washington DC, ha riferito delle atrocità subite da Cheng Peiming in un articolo intitolato “First Known Survivor of China's Forced Organ Harvesting Speaks Out” (Testimonianza del primo sopravvissuto al prelievo forzato di organi in Cina), pubblicato il 10 agosto.
La sua testimonianza ha offerto uno sguardo raro e inquietante sugli orrori affrontati dai prigionieri di coscienza in Cina, in particolare dai praticanti del Falun Gong.
Cheng è l'unico sopravvissuto noto al prelievo forzato di organi in Cina e la sua testimonianza denuncia gli orrori nascosti di questa brutale industria.
Cheng è stato ripetutamente detenuto e torturato tra il 1999 e il 2004 per aver praticato il Falun Gong. Durante la sua detenzione è stato sottoposto a esami del sangue forzati, un indicatore inquietante dell'idoneità dei suoi organi al trapianto. Ha raccontato: “Mi hanno fatto molte volte il prelievo del sangue e mi hanno sottoposto a ogni tipo di tortura disumana”.
“Le torture in prigione erano sistematiche; una mentale e un'altra fisica. Dal punto di vista mentale, hanno messo me e i miei familiari sotto pressione, perché volevano che rinunciassi alla mia fede nel Falun Gong e, se non l'avessi fatto, avrebbero costretto mia moglie a divorziare mentre ero ancora in prigione”. A Cheng è stato detto che se sua moglie non avesse divorziato avrebbe dovuto affrontare una persecuzione simile a quella che stava subendo lui.
“Io sono uno dei fortunati; sono sopravvissuto. Ma ci sono innumerevoli altri che non ce l'hanno fatta. Le loro voci sono state messe a tacere, ma io continuerò a parlare per loro. Il mondo deve sapere cosa sta succedendo in Cina. Non si può permettere che questo male continui”.
Australia: News.Com.Au “La testimonianza è una prova incontestabile”
Il sito web australiano News.com.au il 9 agosto ha riportato: “Il primo sopravvissuto al presunto prelievo forzato di organi in Cina dice che gli sono stati asportati parte del polmone e del fegato”.
Cheng Pei Ming racconta di aver sopportato anni di torture in carcere da parte del Partito Comunista Cinese, perché praticante del Falun Gong.
Le voci sul prelievo forzato di organi da parte del PCC si sono susseguite per anni, e ora gli esperti affermano che le prove di Cheng sono “inconfutabili”.
The Sun ha riferito: il sopravvissuto dispone di radiografie che mostrano che parte dei suoi organi sono stati rimossi durante quell'esperienza orribile.
Nel 2002 è stato condannato a otto anni di reclusione.
Cheng ha detto: “Dopo avermi portato in ospedale contro la mia volontà, hanno cercato di costringermi a firmare i moduli di consenso per un'operazione”.
“Quando mi sono rifiutato, sei guardie mi hanno afferrato, bloccato e iniettato qualcosa”.
“La cosa successiva che ricordo è che ero in un letto d'ospedale con dei tubi nel naso e perdevo spesso conoscenza”.
“C'era un tubo con del liquido sanguinolento che usciva da sotto la fasciatura che avevo sul fianco”.
Si è svegliato incatenato a un letto d'ospedale.
Gli sono stati inseriti dei tubi per l'ossigeno nel naso e c'era un taglio di 35 centimetri sul lato sinistro del torace, da cui usciva un tubo di drenaggio.
Due anni dopo è stato incarcerato ed è stato nuovamente schedato per un intervento chirurgico forzato.
Gli esperti lo considerano una “tipica vittima” dell'orrore del prelievo forzato di organi in Cina, dove i praticanti del Falun Gong vengono sottoposti forzatamente - ma è anche un caso unico perché è sopravvissuto ed è riuscito a uscire dalla Cina.
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