(Minghui.org) I familiari di Wang Jian il 30 luglio di quest'anno sono stati costretti a stipulare un accordo con il Carcere n. 2 di Jidong nella provincia dell'Hebei, in cui si dichiaravano disposti a ricevere un compenso di 150.000 yuan (circa 19.000 euro) in cambio del silenzio sulla morte sospetta del loro caro, avvenuta il 3 aprile dello scorso anno mentre era incarcerato per la sua fede nel Falun Gong.

Wang Jian

Morte sospetta

Wang, un 73enne residente a Zunhua nella provincia dell'Hebei, è stato arrestato il 6 luglio del 2019 e condannato a sette anni nel novembre 2020. Alle 11:58 del 3 aprile dello scorso anno, i familiari hanno ricevuto una telefonata dal Carcere n. 2 di Jidong, in cui li si avvertiva che era in coma. Alle 12:14 hanno chiamato di nuovo dicendo che era stato portato via in ambulanza; i familiari sono andati in tutta fretta in ospedale, ma quando sono arrivati lì alle 13:05 era già stato dichiarato morto.

Un medico legale ha scritto nel rapporto che Wang presentava gravi contusioni attorno alle orecchie sulla schiena e sul retro della mano sinistra. C'era un segno a forma di cerchio sul suo petto e alcuni graffi sulla schiena. Quando il coroner ha girato il corpo è fuoriuscito del liquido dall'orecchio destro.

Dal momento che un esame medico il 2 marzo dello scorso anno aveva accertato che era in buona salute e sembrava anche stare bene e di ottimo umore quando i familiari gli hanno fatto visita due settimane dopo, questi ultimi sospettavano che si trattasse di morte violenta, perché i lividi sulla testa e sulla schiena lasciavano pensare che avesse subito torture e maltrattamenti.

Il carcere ha insistito che Wang era morto per una malattia improvvisa, ma non ha specificato quale. Ha chiesto ai familiari di fornire loro la documentazione in cui si certificava che i loro redditi erano bassi, perché intendevano offrire un sussidio finanziario fra gli 8.000 e i 10.000 yuan (rispettivamente circa 1.010 e 1.270 euro).

I familiari hanno rifiutato l'offerta e hanno cercato giustizia per Wang presso vari organi fra cui la Procura e il Comune di Tangshan, il governo distrettuale di Caofeidian e il Carcere n. 2 di Jidong. (Tangshan amministra Zunhua, dove si trova anche il carcere), ma tutti i loro sforzi sono caduti nel vuoto.

Costretti ad accettare un compromesso

Una fonte interna al carcere in seguito ha detto ai familiari che, quando è stato incarcerato, era in perfetta salute con un incarnato roseo ma poi, siccome è rimasto fermo nella sua fede, la guardia Li Zhuang spesso gli dava la scossa coi bastoni elettrici, gli spruzzava addosso uno spray al peperoncino e lo metteva in cella d'isolamento. La sua salute è peggiorata rapidamente ed è morto nel giro di alcuni mesi.

Forti di queste nuova informazioni, i familiari hanno denunciato il carcere all'Alta Corte della provincia dell'Hebei. Invece di tenere un'udienza, però quest'ultima ha trattato il caso servendosi di un mediatore indipendente e terza parte, che ha proposto che il carcere pagasse un compenso di 150.000 yuan in cambio del ritiro della denuncia da parte della famiglia.

Il carcere inizialmente ha rifiutato l'offerta, ma in seguito ha cambiato idea, tuttavia i familiari di Wang si rifiutavano di vendere il loro silenzio. Il direttore del carcere allora ha usato tutte le tattiche e le conoscenze di cui disponeva per farli cedere. Ha anche detto al supervisore del figlio di Wang che se la questione non si fosse risolta per la fine di luglio di quest'anno loro due ne avrebbero subito le conseguenze. A sua volta il supervisore ha minacciato il figlio di Wang di licenziamento se non avesse accettato l'accordo. Anche altri familiari sono stati minacciati.

La prigione ha chiamato di nuovo il figlio di Wang il 29 luglio di quest'anno e gli ha dato un ultimatum: firmare l'accordo il giorno seguente o subirne le conseguenze. Il figlio, che rappresentava la famiglia, sotto tutta quella pressione ha ceduto; ha firmato i documenti e il giorno dopo il carcere gli ha immediatamente accreditato 150.000 yuan. Ma a lui comunque non è stata data alcuna copia dell'accordo e nemmeno gli è stato permesso di fotografarlo.

Come parte dell'accordo i familiari hanno anche acconsentito alla cremazione del corpo presso una ditta funeraria vicino al carcere il 31 luglio di quest'anno.

Lo straziante appello della figlia per ottenere giustizia

Dopo la cremazione La figlia di Wang è andata al Dipartimento di polizia di Zunhua e, con l'urna delle ceneri del padre accanto, ha lanciato un appello pubblico. Ha chiesto di vedere Miao Aidong e Wu Guanghua, l'ex capo e l'attuale vice capo della Divisione sicurezza interna, l'organo responsabile dell'arresto del padre.

Le si sono radunati intorno molti passanti per vedere cosa stesse accadendo, ma sono stati presto dispersi dalla polizia che ha anche fatto loro cancellare i video che avevano girato alla figlia di Wang. L'hanno celata alla vista della gente con un ombrellone da spiaggia e le hanno ordinato di andare dentro per discutere del suo appello. Lei ha rifiutato, ma è stata presa di forza e portata all’interno da due agenti.

Miao e Wu non si trovavano da nessuna parte. La figlia di Wang ha chiesto di vedere il PM Guo Quanxiao e il giudice Miao Ruisheng, che avevano incriminato e condannato il padre. Nessuno le ha riposto, poi è arrivato un giovane uomo in borghese che le ha puntato il dito contro e le ha detto "Quando la smetti con questa scenata?".

Lei lo ha rimproverato per il modo in cui trattava i cittadini onesti e gli ha chiesto di scusarsi. Lui è andato via e mezz'ora dopo è arrivato il segretario del villaggio della città natale di Wang, che ha esortato la figlia di affrettarsi per la cerimonia funebre del padre.

Lei alla fine è andata via e i familiari hanno tenuto la cerimonia funebre il 1° agosto di quest'anno.

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