(Minghui.org) Ho iniziato a praticare la Falun Dafa nel gennaio 1998. Dopo che il Partito Comunista Cinese (PCC) ha iniziato la persecuzione il 20 luglio 1999, sono andata molte volte a Pechino per fare appello a favore della Dafa. Ho organizzato i praticanti locali a farsi avanti per convalidare la Fa e ho partecipato a vari progetti di chiarimento della verità. Tuttavia, poiché non ho prestato attenzione allo studio della Fa, sono stata ripetutamente perseguitata, rinchiusa in un campo di lavoro forzato e imprigionata per oltre 10 anni.

In quell’ambiente malvagio e terrificante, ho riflettuto sulle mie mancanze del passato. Nel mio cuore ho detto al Maestro: “Maestro, non ho coltivato bene: mi correggerò, ma non riconosco le disposizioni delle vecchie forze. Non accetto questo tipo di persecuzione e non voglio nulla che non sia predisposto dal Maestro.”

Dall’intimo ho implorato: “Maestro, sono un discepolo della Dafa e non posso esserlo senza la Fa, devo studiare la Fa.” Quando il Maestro ha visto che avevo questo pensiero sincero di cercare la Fa e progredire, ha predisposto con compassione che potessi studiare la Fa ovunque mi trovassi.

Grazie allo studio e memorizzando la Fa, sotto la guida della Dafa, ho mantenuto pensieri retti e ho negato la persecuzione. Grazie Maestro per la protezione compassionevole!

Di seguito vi racconterò la mia esperienza, come abbia resistito alla persecuzione e creato un ambiente per salvare gli esseri senzienti nei campi di lavoro forzato e nelle prigioni.

Negare la persecuzione in un campo di lavoro forzato

Nel campo di lavoro la maggior parte di quelli che cercavano di trasformare i praticanti, erano stati loro stessi praticanti. Avrei voluto farli rinsavire e fargli cambiare idea. Quando i miei pensieri retti erano forti, sentivo davvero che il Maestro mi rivelava i principi della Fa. Alcune volte, in gruppi di cinque o sei, le detenute si coordinavano per cercare di trasformarmi, ma non avevo paura e quando incalzavano senza tregua, mi rifiutavo di ascoltare. Molte di loro sapevano la verità sulla persecuzione.

Un gruppo era specializzato nell’aiutare le guardie carcerarie a trasformare i praticanti. Poiché non ero stata trasformata, escogitavano altri modi per perseguitarmi. Mi facevano sedere in mezzo a loro e mi leggevano ogni giorno libri cattivi e dannosi. Non volevo collaborare e un giorno mi sono alzata, ho preso il libro, l’ho strappato e ho detto: “Se mi leggete queste cose putride e cattive, le strapperò. Ne strapperò anche 100 copie, se me le porterete.”

Hanno riferito quello che avevo fatto alla comandante delle guardie carcerarie che in seguito mi ha chiesto: “Intendi strappare 100 copie di questi libri?” Le ho risposto di sì. Mi ha chiesto di firmare la trascrizione del dialogo, ma ho rifiutato. Mi ha detto: “Oh, i discepoli della Dafa parlano di Verità, Compassione, Tolleranza, perché non lo firmi?”

Ho risposto: “Mi leggono quelle cose malvagie ad alta voce. Questa è una persecuzione nei miei confronti. Le ho strappate quando non ho più potuto sopportarlo.” La comandante se n’è andata e da quel momento, nessuno ha più osato leggermi quelle cose.

Mi sono rifiutata risolutamente di collaborare alle punizioni fisiche. Quando chiudevo gli occhi per inviare pensieri retti, alcune detenute dicevano che mi avrebbero punzecchiato gli occhi, ma io mi rifiutavo di aprirli. Dicevo loro: “Non aprirò gli occhi, qualunque cosa facciate.” Le guardie non mi permettevano di dormire. A mezzogiorno tutte le altre detenute andavano a dormire: una incaricata dalla guardia, aveva il compito di sorvegliarmi per non farmi dormire. Ho chiesto: “Chi ha organizzato tutto questo? Io devo dormire.” Non riuscivano a farmi rispettare i loro ordini.

Il mio ambiente è migliorato molto perché ho seguito gli insegnamenti della Fa. Quando ho eretto il palmo della mano e inviato pensieri retti, la leader ha gridato: “Cosa stai facendo?” Ho risposto che stavo inviando pensieri retti. Ha replicato: “Non puoi farlo qui!”

Ho ribattuto: “Sembra che qui molte cose non si possano fare. Non dovremmo essere picchiate e perché invece gli dici di picchiarmi?” E ho continuato a inviare pensieri retti. Potevo percepire che i miei pensieri erano davvero potenti e sentivo il calore in tutto il corpo.

Dalla direzione del campo di lavoro forzato ci hanno detto che dovevamo ascoltare un discorso di lavaggio del cervello. Ho resistito con determinazione. Le quattro leader mi hanno portata fino alla sala al piano di sotto. Ho gridato: “La Falun Dafa è buona!” Una di loro ha persino detto sarcasticamente: “Questa è psicopatica, presto, fatele un video, è pazza. Era una persona molto educata, ma ora è diventata così.”

Mi sono subito alzata in piedi e ho detto: “Sì, riprendimi. A casa stavo bene, ma ora sono diventata così. Fatemi un video.” Dopo avermi sentito dire queste parole, si sono zittite e se ne sono andate. Ho capito che non solo potevo rifiutarmi di collaborare con la polizia, ma dovevo anche denunciare le loro azioni sbagliate. Dovevo lasciar andare le mie paure, le preoccupazioni e le nozioni. Quando ho lasciato andare davvero tutto, ho potuto dissolvere i fattori maligni in altre dimensioni e cambiare l’ambiente.

Quando ero in isolamento è avvenuto un miracolo. Era inverno e faceva molto freddo. La stanza non era riscaldata. Ero ammanettata e incatenata alla panca della tigre. Urlavo continuamente: “La Falun Dafa è buona!” Ho anche recitato la Fa e cantato canzoni della Dafa. Improvvisamente ho sentito il mio corpo diventare sempre più caldo e prima che mi rendessi conto, in quel momento ho sentito un “click” come di qualcosa che cadeva al suolo. La panca della tigre era andata in pezzi e sul mio braccio era rimasta solo una barra ammanettata.

La comandante, che aveva visto tutto dalla telecamera di sorveglianza, è accorsa insieme ad altre persone per portarmi fuori dalla cella. Com’è possibile che la panca della tigre, che è di ferro, si sia frantumata? La gente comune non può capirlo, ma io sono stata personalmente testimone dello sconfinato potere e dei miracoli della Dafa.

Al campo di lavoro forzato non potevano più trattenermi perché mi rifiutavo di collaborare: non ero stata “trasformata”, non indossavo l’uniforme e non facevo i lavori forzati. Ho denunciato le loro malefatte e ho resistito alla persecuzione. La direttrice in persona ha ordinato di trasferirmi e mi hanno mandata in un’altra divisione. Lì ho creato rapidamente un ambiente per lo studio della Fa. Ho trascritto due volte lo Zhuan Falun e ho memorizzato la Fa.

Eliminare la persecuzione in prigione e creare un ambiente per lo studio della Fa

Sono stata trasferita in una divisione carceraria ad alta intensità di addestramento per essere trasformata. Erano concentrate molte cose malvagie da altre dimensioni e avevo difficoltà a respirare. Non riuscivo a ricordare nessuna Fa e non riuscivo a sopportare la pressione. Nei momenti più difficili, ho gridato: “Sono una praticante della Falun Dafa, non posso essere in queste condizioni!” La mia coscienza principale si è risvegliata.

Poiché rifiutavo di essere trasformata o di collaborare, non mi volevano tenere. Il capo sezione mi ha trasferita in un’altra divisione del carcere, dove mi è stato chiesto di lavorare ogni giorno. Mi sono detta: “Dopo che avrò iniziato a lavorare, non finirà più. I discepoli della Dafa non sono qui per lavorare. Se non posso studiare la Fa o inviare pensieri retti, sarò finita. Non dovrei neppure iniziare a lavorare. Devo dare una svolta.”

Ho pregato silenziosamente il Maestro: “Maestro, voglio la Fa.” Poco tempo dopo un praticante detenuto in un’altra squadra mi ha dato copie scritte a mano dello Zhuan Falun, Hong Yin e altri libri. Era un miracolo e sapevo che questo era un dono del Maestro.

Dopo aver ricevuto gli insegnamenti del Maestro, ho detto alla capo squadra: “Non faccio il lavoro.” Mentre ero via, Xiaoyun, il capo della squadra di produzione, ha rubato i miei libri. Ho gridato ad alta voce: “Lasciate che ve lo dica: la Dafa è più importante della mia vita! Posso rinunciare a qualsiasi cosa, posso darvi qualsiasi cosa vogliate. Posso accontentarvi e tollerarvi, ma i libri della Dafa non possono essere toccati. Userò la mia vita per difenderli. Chiunque li abbia presi, si affretti a restituirli!”

Dopo che ho protestato diverse volte, Xiaoyun ha detto: “In futuro, ti aiuterò. L’unica condizione è che tu non chieda i libri ad altri. Ti aiuterò a procurarti i libri.” Da allora, ho avuto un ambiente per studiare la Fa. Ogni volta che c’era un’ispezione, Xiaoyun mi aiutava a nasconderli e a proteggerli. Studiavo e memorizzavo la Fa ogni giorno. Ero estremamente grata al Maestro per l’ambiente che mi ha permesso di studiare la Fa in prigione.

Quando il mio periodo di detenzione è terminato, il regime di trasformazione si è intensificato e la persecuzione dei discepoli della Dafa non trasformati, si è intensificata. Alcuni di loro sono stati picchiati duramente e alcuni sono stati persino portati in ospedale. Uno dei prigionieri mi ha trasmesso un messaggio che diceva di prepararmi e che era arrivato il mio turno. Dopo aver sentito questo messaggio, ho pensato: “La trasformazione non ha nulla a che fare con me, né è stata organizzata dal Maestro; quindi non la voglio. Questa è una trappola tesa dalle vecchie forze. Non posso farmi toccare emotivamente dalle parole dette da altri.”

Così, ogni volta che qualcuno mi diceva di prepararmi, sorridevo sempre e dicevo: “Non c’è problema, la trasformazione non ha nulla a che fare con me.” Mantenevo un solo pensiero: “Non lo voglio se non è stato organizzato dal Maestro. Non ha nulla a che fare con me.” Alla fine, non mi è successo nulla e sono stata rilasciata.

Alcuni pensavano che la mia famiglia avesse corrotto le guardie, affinché non mi succedesse nulla. In realtà, nel mio cuore sapevo che era il Maestro a proteggermi. Ho seguito completamente il Suo insegnamento e gli accordi delle vecchie forze si sono dissolti.

Proteggere altri praticanti

Sia che mi trovassi in un campo di lavoro forzato o detenuta illegalmente in prigione, ogni volta che vedevo altri praticanti torturati, mi sentivo rattristata e preoccupata: come fossi io stessa perseguitata. Non chiudo mai gli occhi e non rimango in disparte. Mi oppongo decisamente per fermare la tortura, aiuto gli amici praticanti a dissolvere la persecuzione e contemporaneamente a sostenere la Dafa.

Una volta, in un campo di lavoro forzato, un guardiano maschio ha cercato di picchiare una praticante di nome Guilian. Quando l’ho visto, gli ho detto: “Cosa stai facendo? Non picchiarla. Non puoi semplicemente parlarle? Perché la picchi?” Allora si è fermato.

Un’altra volta ho visto un gruppo di persone che teneva una persona: aveva la bocca imbavagliata ed era ammanettata. Ho pensato: deve trattarsi di un’amica praticante. Mi sono avvicinata di corsa, ho strappato il bavaglio e ho gridato: “Non perseguitate i discepoli della Dafa!” Due persone di quella squadra hanno cercato di picchiarmi. Ho gridato: “In pieno giorno e sotto gli occhi di tutti, come potete fare questo genere di cose! L’avete persino imbavagliata e ammanettata. State violando i diritti umani!” Ho continuato a gridare: “La Falun Dafa è buona! La persecuzione dei praticanti è intollerabile!” Per questo episodio, il capitano mi ha punita.

Una volta, alcune persone malvagie nel campo di lavoro forzato hanno legato una praticante anziana e l’hanno torturata, quando ho sentito le grida di dolore della praticante nella stanza accanto, mi sono avvicinata, ho aperto la porta con un calcio e puntandogli il dito ho detto: “Cosa state facendo? Fermatevi! Non vorreste accumulare un po’ di virtù per i vostri figli e nipoti? Lasciatela andare.” Un uomo mi ha minacciata: “Domani ti lego.” Ho risposto: “Come osi?” Sono corsa fuori lungo il corridoio gridando: “Accorrete, stanno picchiando qualcuno!”

Dopo un po’, è arrivata la leader e mi ha chiesto con rabbia: “Cosa hai intenzione di fare? Perché stai urlando?” Le ho raccontato quello che avevo visto. Quando mi ha portata nella stanza, non c’era più nessuno, se n’erano andati via. Mi hanno accusata di avere allucinazioni visive e uditive. La direttrice battendo forte la mano sul tavolo mi ha guardata: “Chi sta picchiando chi?” Ho fatto i nomi di tutte le persone coinvolte e ho detto: “Direttrice, credo che non sia stata lei a fare questo, non ha ordinato loro di farlo.” La direttrice quasi giustificandosi ha risposto: “Certo, ho solo lasciato che la spaventassero”. Solennemente gli ho detto: “Direttrice, anche lei sta nell’ambito della legge. Se la oltrepassa e con la sua autorità dà loro istruzioni per farlo, e se davvero feriscono o rendono invalide delle persone, anche lei sarà legalmente responsabile. Per il suo bene, non dovrebbe dire loro di farlo.” La direttrice ha replicato immediatamente dicendo che le avrebbe punite. Da quel momento è cessato quel tipo di persecuzione.

Una praticante di nome Mei, era una studentessa universitaria di 20 anni, poco dopo la laurea è stata perseguitata e imprigionata in un campo di lavoro forzato. Questa giovane praticante era molto determinata. Qualcuno mi ha detto: “Oh, hai visto Mei, è finita, viene punita ogni giorno e privata del sonno. Le tirano le palpebre quando chiude gli occhi. A causa della privazione del sonno, le sue labbra sono diventate bluastre.”

Quando ho appreso questa notizia mi sono rattristata e preoccupata, quindi ho detto a questa persona: “Puoi farmi un favore? Quando andrai nuovamente a trovarla, dille: “Sei troppo obbediente, vedi che la tale [riferito a me] non è affatto obbediente.” Volevo cogliere questa occasione per ricordare a Mei di non collaborare con la persecuzione e di negare le disposizioni delle vecchie forze.

Quando ho saputo che Mei era in isolamento, ho iniziato uno sciopero della fame. La direttrice con fare rabbioso mi ha chiesto: “Cosa stai facendo? Fai di nuovo lo sciopero della fame, perché?” Ho risposto: “Ho saputo che Mei è in isolamento. Fa molto freddo lì! Sto facendo lo sciopero della fame per protestare.” Più tardi, Mei è stata rilasciata dall’isolamento e non è stata più trasformata.

Nel laboratorio ho visto una praticante che è stata picchiata da una detenuta. Sono corsa ad aiutarla a rialzarsi e ho gridato: “Non picchiare i praticanti!” Mi hanno trascinata indietro e un’istruttrice mi ha schiaffeggiata. Le ho gridato: “Non ti permetterò di picchiarmi!” È rimasta attonita. Quindi hanno mandato un’altra prigioniera a picchiarmi. L’ho rimproverata duramente. Quella sera, la prigioniera ha avuto mal di pancia. Dopo questo episodio, quando ero in fila di notte, gridavo alla folla: “L’istruttore viola la legge e picchia le persone!” Poiché le guardie avevano paura di essere smascherate, ho ripetuto il monito ogni giorno per diversi giorni. Dopo di che, nessuno ha più osato colpirmi. Fino a quando i praticanti venivano picchiati, io protestavo.

Una volta, una capo guardia ha cercato di convincermi a fare i lavori forzati, dicendo: “Non hai bisogno di ‘trasformarti’, basta che fai un po’ di lavoro. Ridurrò la tua pena.” Tutti i detenuti volevano ridurre la propria pena, ma come discepolo della Dafa non potevo farlo. Mi sono detta: “Ci saranno altri praticanti in futuro. Se qui non creo l’ambiente e collaboro invece con il male e faccio il lavoro, che tipo di ambiente troveranno gli altri praticanti? Devo considerare gli altri. Non posso lasciare una calamità per i miei amici praticanti.”

Equilibrare il rapporto tra praticanti ed esseri senzienti

Se non abbiamo un rapporto corretto con gli esseri senzienti, è facile che si verifichino conflitti e se questi vengono usati da esseri negativi, si può persino sviluppare antagonismo con la maggior parte delle persone. In questo caso il male raggiungerebbe il suo obiettivo isolando i praticanti e priverebbe le persone dell’opportunità di incontrarci, fargli comprendere la verità e di salvarle.

Se qualcuno mi chiedeva aiuto, facevo il possibile. Ad alcune venivano assegnati dei lavori forzati ed erano punite se non riuscivano a terminarli. Le aiutavo per un’ora o due. Alcune venivano da me e mi imploravano: “Aiutami a cucire”. Io rispondevo: “Va bene, lasciala lì.” Erano tutte riconoscenti.

Cercavo di aiutarle il più possibile anche con le necessità quotidiane come cibo, vestiti e altro. Chiunque trattasse bene i praticanti, trovavo il modo di fare un piccolo regalo per esprimergli la mia gratitudine. Gradualmente, si sono aperte a parlare con me; si fidavano e mi rispettavano perché percepivano la sincerità, la gentilezza e la mia tolleranza. I praticanti hanno anche cambiato l’ambiente e beneficiato disinteressatamente le persone attorno a loro.

Per il bene delle detenute intorno a me, ho avuto il coraggio di farmi avanti a nome di tutte e loro erano disposte ad aiutarmi. Nella Brigata di Educazione Generale non ho avuto problemi a leggere e memorizzare la Fa. Quando c’era un’ispezione, tutta la squadra mi aiutava a nascondere i miei libri della Dafa. Avevano capito che, finché mi aiutavano a praticare, le avrei potute aiutare in altri modi e che sinceramente avrei fatto loro del bene. Quando venivo torturata, mi davano da mangiare e quando inviavo pensieri retti, mi aiutavano silenziosamente.

Una volta mi sono rifiutata di fare gli straordinari notturni. La capitana ha indicato quattro prigioniere e le ha detto: “Ragazze, andate a picchiarla!” L’ha ripetuto tre volte, ma nessuna si è mossa. In passato, appena dava l’ordine di picchiare qualcuno, avrebbero eseguito immediatamente. La direttrice ha poi aggiunto: “Voi ragazze avrete una pena più lunga.” Ma nessuna ha mosso un dito. Rivolta alla direttrice ho detto: “Cosa fai? Istruisci le persone a picchiare gli altri, sei degna di essere un capo? È questo quello che dovresti fare? Se vogliono picchiarmi, dovresti fermarle. Come puoi manipolarle per picchiarmi? Come puoi prolungare la loro pena? Stai infrangendo la legge.” Vedendo che nessuno collaborava con lei, alla fine se n’è andata.

Fermare la persecuzione è una manifestazione della compassione verso gli esseri senzienti

Dalla Fa, ho anche capito che quando si affronta la persecuzione, negarla e fermarla non solo sostiene la Dafa, nega le vecchie forze e dissolve il male, ma salva anche gli esseri senzienti. Non permettere agli esseri senzienti di partecipare alla persecuzione è manifestare la compassione verso di loro. Se non gli impediamo di attuare la persecuzione, quanto karma genereranno?

Mi sono resa conto che non dovremmo sopportare, né collaborare o accettare la persecuzione. Alcuni di noi si sentono impotenti e pensano: se mi picchiate, otterrò la virtù da voi. Ma non è un pensiero egoista? Non ho indossato l’uniforme della prigione e mi sono rifiutata di fare lavori forzati. Una volta una leader mi ha rimproverata di essere pigra, ma io le ho detto: “Non sono pigra. Non ho infranto la legge né commesso alcun crimine. Credo nei principi di Verità, Compassione, Tolleranza. Sono una brava persona. Non ho bisogno di essere rieducata attraverso i lavori forzati.” Non ha avuto parole per ribattere.

Ho capito che una volta che comprendiamo e ci conformiamo alla Fa e diamo priorità alla salvezza degli altri, chi può perseguitarci? Ricordo che un anno sono stata arrestata dalla polizia. Pensavano che avessi molte informazioni che mi avrebbero estratto per perseguitare altri praticanti; quindi, hanno cercato di intimidirmi. Mi hanno interrogata per diverse ore.

Ho risposto loro: “Sì, so molte cose, ma non posso dirvi nulla. Perché non posso dirvelo? Perché sono un discepolo della Dafa. Credo nei principi di Verità, Compassione, Tolleranza. Tutti voi state facendo cose cattive e il futuro non sarà benevolo per voi. La persecuzione della Falun Dafa è una campagna in cui voi, esecutori degli ordini, siete anche vittime. Io non ho fatto nulla di male, ma voi oggi state commettendo dei crimini perseguitandomi. Se io tradisco gli altri e se voi li perseguitate sulla base di ciò che dico, allora i vostri futuri peccati saranno ancora più grandi. Per il vostro bene, non posso dirvelo.” Quando gli ho detto queste parole, ho percepito che tutto il male si era dissolto e l’interrogatorio è finito lì.

Epilogo

Dopo oltre 10 anni di prigionia, ci sarebbero davvero troppe cose da scrivere. Questa è solo una parte di ciò che ho vissuto. Ho evidenziato solo gli aspetti positivi della mia coltivazione, ma ho ancora molte nozioni, attaccamenti e grandi lacune, che mi hanno fatto soffrire causando grandi perdite.

Il Maestro ha visto che avevo il desiderio di coltivare fermamente e di difendere la Dafa, così ha usato la Fa per guidarmi passo dopo passo a uscire dalla persecuzione e a convalidare la Dafa, realizzando così il mio processo di coltivazione in prigione.