(Minghui.org)

Nome: Zhou DongyingNome cinese:周冬英Genere: FemminaEtà: 70Città: YueyangProvincia: HunanOccupazione: ContabileData della morte: Gennaio 2024Data dell'arresto più recente: 2 settembre 2012Luogo di detenzione più recente: Centro di formazione per l’istruzione legale di Changsha

Zhou Dongying, una donna della città di Yueyang nella provincia dell’Hunan, dopo essere caduta in uno stato delirante nel 2012 dopo 36 giorni di detenzione in un centro per il lavaggio del cervello, era ansiosa e irrequieta, la sua andatura era instabile, la sua vista offuscata e non riusciva a mangiare: tutti sintomi di avvelenamento. Dopo aver lottato con questi sintomi per tre anni, ha avuto un ictus nel 2015, diventando totalmente invalida. Costretta a letto per i successivi nove anni, è morta a gennaio di quest’anno. Aveva 70 anni.

Zhou, ex contabile del campo di canne di Xinzhou, sotto l’Ufficio per la gestione dei laghi della contea di Yueyang, è stata presa di mira per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999. Poiché ha mantenuto salda la sua fede e ha cercato di fare opera di sensibilizzazione sulla persecuzione, è stata arrestata molte volte. È stata deportata due volte in centri per il lavaggio del cervello e ospedali psichiatrici. Durante la prigionia, è stata torturata e le sono stati somministrati farmaci tossici, che alla fine le hanno tolto la vita.

Arresti precoci

Zhou e diversi altri praticanti si sono recati a Pechino nell'agosto del 2000 per appellarsi al diritto di praticare il Falun Gong. I funzionari dell'Ufficio nazionale appelli non li hanno accolti, e li hanno indirizzati al Dipartimento di polizia.

Dopo aver accertato che fossero praticanti del Falun Gong, la polizia li ha costretti ad accovacciarsi di fronte a un muro. Un agente ha dato un calcio alla coscia destra di Zhou, lasciandole un grosso livido.

Quando la polizia ha saputo che i praticanti provenivano da Yueyang, ha chiamato l'ufficio di collegamento di Yueyang a Pechino per farli portarli via. Sono stati trattenuti nell'ufficio di collegamento per due giorni e poi scortati indietro. I funzionari della Divisione di sicurezza interna della contea di Yueyang hanno affermato che sarebbero stati trattenuti nel centro di detenzione della contea per un mese. Il marito di Zhou ha pagato alla polizia 4.000 yuan (circa 510 euro) e lei è stata rilasciata dopo 12 giorni. Suo marito ha anche pagato 240 yuan (31 euro) per il suo cibo.

Zhou è tornata a Pechino alla fine di dicembre 2000 per fare nuovamente appello. Gli agenti in borghese che pattugliavano Piazza Tienanmen l'hanno afferrata per i capelli, trascinata fino all'auto della polizia e le hanno assestato due calci allo stomaco. E' stata poi portata al Centro di detenzione di Shunyi a Pechino, dove la guardia l'ha percossa con manganelli elettrici per farle rivelare da dove proveniva. Non ha riferito nulla ed è stata rilasciata circa due settimane dopo.

La praticante è stata nuovamente arrestata il 5 settembre 2001, quando si è recata a Xushi per affiggere manifesti sul Falun Gong. Tre ufficiali si sono alternati nel picchiarla da mezzanotte alle 6:00 del mattino. Era ricoperta di lividi, aveva sangue secco sui capelli e una ferita lunga due centimetri e mezzo tra l'indice e il medio della mano sinistra. Il suo braccio sinistro era ferito così gravemente che non riusciva a muoverlo.

Quando Zhou ha chiesto assistenza medica, la polizia l'ha appesa a una trave per le mani per più di un'ora. L'agente Zhao Wenhua le ha bruciato l'anca destra in più di una dozzina di punti con una sigaretta. Dopo averla messa giù, è crollata a terra e gli agenti le hanno calpestato la schiena.

La donna è stata poi trasferita al primo Centro di detenzione di Yueyang per 48 giorni. La polizia ha emesso una condanna a un anno di campo di lavoro nei suoi confronti ma, a causa della sua salute cagionevole, le è stato negato l'ingresso al campo, che le ha estorto 3.000 yuan (circa 380 euro) prima di consentirle di tornare a casa.

É stata poi avvistata mentre distribuiva materiale informativo sul Falun Gong nel luglio 2002. É stata arrestata a casa il giorno dopo e portata nel Centro di detenzione della contea di Yueyang e in quello di Xiangyin per quasi quattro mesi. Un istruttore di cognome Peng e una segretaria di cognome Liu l'hanno picchiata selvaggiamente, soprattutto sulla testa e in altre parti vitali, con i pugni e una pantofola di gomma. Le hanno anche afferrato i capelli e le hanno sbattuto la testa contro il muro. Ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro i maltrattamenti ed è stata poi rilasciata.

Iniettata con droghe sconosciute e colpita con manganelli elettrici in un ospedale psichiatrico

Zhou è stata nuovamente arrestata nell'agosto 2005 e inviata al Centro per il lavaggio del cervello di Hubin. Zhang Jiehong dell'Ufficio 610 l'ha colpita quando ha opposto resistenza. Nel giro di pochi giorni, ha sofferto di emorragia interna ed è stata inviata in ospedale.

Il giorno dopo, Fan Yuehua e lo staff del centro per il lavaggio del cervello hanno trasferito Zhou all'ospedale psichiatrico di Yueyang comunicando al medico: "Ha problemi mentali, pratica il Falun Gong. Dopo averla legata, il medico le ha somministrato una droga sconosciuta per via endovenosa per tutta la notte e l'ha costretta anche ad assumere droghe per via orale e, quando la mattina dopo ha avuto bisogno di usare il bagno, le ha negato il prermesso dicendo: "Ha problemi mentali. Ho paura che picchi qualcuno". Qualcuno inviato dall'ufficio 610 per monitorare la praticante ha detto: "Non ha problemi mentali, garantisco io". Solo allora il medico l'ha liberata.

A Zhou sono state iniettate droghe sconosciute ed è stata costretta ad assumere pillole sconosciute ogni giorno. È stata anche sottoposta a scosse elettriche con manganelli elettrici. Ha sviluppato tremori, ansia e si sentiva in preda al panico e malata. Una settimana dopo, è stata trasferita di nuovo al centro per il lavaggio del cervello, dove è stata ancora sottoposta ad alimentazione forzata con pillole non identificate. La sua salute è peggiorata rapidamente e presto è caduta in condizioni critiche. Quindi il personale del centro per il lavaggio del cervello l'ha portata a casa e l'ha lasciata lì. A quel punto, Zhou non era più in grado di prendersi cura di se stessa.

A casa, la donna ha iniziato a camminare su e giù per le scale in modo incontrollabile e non riusciva a mangiare. Il marito ha dovuto portarla in ospedale. Quando il medico le ha chiesto cosa non andasse, ha detto: "Sono stata arrestata per aver praticato il Falun Gong. Sono stata legata in un ospedale psichiatrico, mi hanno iniettato droghe sconosciute e costretta a ingerire forzatamente pillole sconosciute per più di una settimana. Non riesco a controllare il mio tremore, mi sento in preda al panico e non riesco a smettere di camminare". Il medico ha risposto: "Deve prendersela con chi le ha fatto questo. Sono loro i responsabili. Non ha alcuna malattia mentale, sono le droghe a causarle tutto questo, e quindi io non posso curarla".

Il marito di Zhou aveva inizialmente impedito alla moglie di praticare il Falun Gong per paura di essere perseguitato a sua volta. Era affranto nel vedere la moglie in quelle condizioni e senza cure disponibili per aiutarla, così l'ha incoraggiata a riprendere a praticare. Gradualmente è migliorata.

La donna ha avuto una ricaduta nel 2006, quando vomitava di continuo, si sentiva stordita, non riusciva a camminare ed è stata costretta a letto per due mesi, ma ha fatto gli esercizi del Falun Gong e si è ripresa.

Reclusa in un centro per il lavaggio del cervello e avvelenata con farmaci sconosciuti

Il 2 settembre 2012 gli agenti del Comitato per gli affari politici e legali di Yueyang, dell'Ufficio 610, dell'Ufficio amministrativo del lago Dongting e della Stazione di polizia di Shuishang (circa 10 in tutto) si sono recati a casa di Zhou e l'hanno portata in un centro per il lavaggio del cervello (il "Centro di formazione per l'istruzione legale di Changsha").

Ogni praticante lì era tenuto in una piccola cella di 10 metri quadrati e monitorato 24 ore al giorno dal personale inviato dall'Ufficio 610. I praticanti erano costretti a guardare DVD e leggere libri che diffamavano il Falun Gong. Venivano pressati a scrivere dichiarazioni di rinuncia alla loro fede e a garantire di non praticare più. Coloro che si rifiutavano di essere "trasformati" venivano picchiati con bastoni di bambù, schiaffeggiati in viso, bruciati, costretti a stare in piedi per lunghi periodi di tempo, privati del sonno, non autorizzati a mangiare e bere o costretti a mangiare cibo avvelenato.

La praticante ha fatto uno sciopero della fame per protesta ed è stata violentemente alimentata a forza, allentandole un dente. I perpetratori l'hanno pizzicata dappertutto fino a farla diventare nera e blu.

Il suo sciopero della fame è durato 18 giorni. Il personale del centro per il lavaggio del cervello (compreso il personale dell'Ufficio 610 e il medico) hanno mischiato delle droghe sconosciute nel suo cibo e l'hanno forzata a mangiare ogni giorno. Quando Zhou ha interrotto lo sciopero della fame e ha ripreso a mangiare, hanno continuato a mescolare le droghe nel suo cibo.

Un giorno, un medico è andato a controllarle la pressione sanguigna. Ha detto che aveva l'ipertensione e ha ordinato al personale di mescolare le medicine nel suo cibo. Un giorno Zhou lo ha scoperto e ha chiesto al personale cosa fosse stato messo nella sua ciotola. Loro le hanno risposto: "Medicine per la tua ipertensione".

Zhou ha risposto: "Non ho l'ipertensione!" e ha rovesciato la sua ciotola. Dal momento che i suoi pasti venivano sempre portati da qualcun altro, non aveva idea da quanto tempo la drogassero o di che tipo di droga si trattasse.

Un giorno Zhou è caduta in un sonno profondo poco dopo cena e non riuscivano più a svegliarla. Il giorno dopo ha detto che non avrebbe più mangiato. Le hanno detto: "Puoi mangiare un uovo sodo. Sarebbe difficile mescolarci delle droghe", ammettendo di aver fatto esattamente quello. Il centro per il lavaggio del cervello l'ha rilasciata quello stesso giorno.

Dopo che la donna è tornata a casa, il capo dell'Ufficio 610 Fan Yuehua e Xia Wei hanno detto al marito e alla figlia che aveva l’ipertensione e aveva bisogno di cure. Una delle guardie che ha picchiato Zhou nel centro per il lavaggio del cervello ha detto agli altri che i suoi organi interni erano tutti in “suppurazione” e che non avrebbe vissuto a lungo.

Quando è tornata a casa, Zhou si trovava in uno stato delirante. Era ansiosa e irrequieta, con un'andatura instabile e la vista offuscata, e non riusciva a mangiare, tipici sintomi di avvelenamento. Quando si è ripresa un po', si è resa conto di essere stata avvelenata.

Intorno all'agosto 2015, Zhou ha avuto un ictus. È sopravvissuta all'intervento, ma ha perso la memoria e la capacità di parlare. È diventata completamente disabile. Dalla sua esperienza, il marito ha capito quanto sia malvagia la persecuzione. Ha fatto del suo meglio per prendersi cura di lei durante gli ultimi nove anni della sua vita.

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