(Minghui.org) Dopo aver perseguitato il Falun Gong per oltre 25 anni, il Partito Comunista Cinese (PCC) ha recentemente lanciato un'ondata di attacchi contro Shen Yun e il Falun Gong all'estero.
Fondamentalmente, il PCC non può tollerare il Falun Gong o Shen Yun perché i valori tradizionali che promuovono contraddicono la natura di odio, brutalità e inganno del PCC stesso, ma i recenti attacchi differiscono dall'inizio della persecuzione per alcuni aspetti. Mentre l'ex leader del PCC Jiang Zemin ha iniziato la persecuzione nel 1999 perché non poteva tollerare la popolarità del Falun Gong, questa volta il PCC non solo mira a indebolire e sostituire gli Stati Uniti come Paese più potente, ma cerca anche di spostare la responsabilità dei crimini commessi nella persecuzione del Falun Gong sugli Stati Uniti.
I due volti del PCC
Per decenni, il PCC ha preso di mira gli Stati Uniti in quanto leader del mondo libero, diffondendo in tutta la Cina articoli ingannevoli come “La classe media americana non è all'altezza dei lavoratori migranti cinesi”, “Vivere con 2.000 yuan in Cina è meglio che vivere con 3.000 dollari negli Stati Uniti”, e “L'America è marcia fino al midollo”.
Allo stesso tempo, il PCC ha dipinto le idee antiamericane come patriottismo e promosso l'idea che “la guerra tra Cina e Stati Uniti è inevitabile”. Inoltre ha fatto il lavaggio del cervello ai cinesi facendo credere che gli Stati Uniti “si opporranno sempre alla Cina”, e che l'impero americano “non rinuncerà mai alla sua intenzione di distruggerci”. L'odio incitato da queste menzogne ha contribuito a episodi di violenza come l'accoltellamento di quattro istruttori universitari statunitensi nella città di Jilin. Il caso ha scatenato la condanna della comunità internazionale, ma i funzionari del PCC hanno affermato in modo superficiale che si è trattato di un “incidente”.
Tuttavia, l'antiamericanismo del PCC ha due facce: oltre all'odio radicato, mostra anche “amore” con secondi fini.
Dopo l'elezione di Donald Trump a 47° Presidente degli Stati Uniti, il PCC ha improvvisamente iniziato ad “amare” gli Stati Uniti con grande clamore. Non solo ha arrestato e condannato i 12 “piccoli rosa” (giovani nazionalisti cinesi che pubblicano contenuti online a favore del PCC) che hanno diffuso voci secondo cui gli zoo americani avrebbero maltrattato i panda giganti, ma ha anche cancellato i commenti antiamericani sull'account Weibo dell'ambasciata statunitense in Cina. I media del PCC hanno persino lanciato una campagna per “raccontare storie positive sull'amicizia tra Stati Uniti e Cina”.
Il PCC chiama questa strategia “le due mani della rivoluzione”, dove una mano è ferma, mentre l'altra è morbida. Il regime recita una parte in pubblico e fa il contrario dietro le quinte. Quando la diplomazia del guerriero lupo si è scontrata con Trump, il PCC ha iniziato a fingere di essere un Paese amico lanciando frodi strategiche.
Per quanto riguarda le “relazioni amichevoli tra gli Stati Uniti e la Cina”, la storia mostra che gli Stati Uniti hanno aiutato la Cina molte volte per buona volontà, mentre ci sono pochi esempi di rapporti amichevoli al contrario.
Per comprendere meglio questa questione, esamineremo innanzitutto come gli Stati Uniti hanno aiutato la Cina nel corso degli anni.
Assistenza storica fornita dagli Stati Uniti alla Cina
I libri di testo del PCC ritraggono la storia moderna della Cina come una storia di aggressioni imperialiste contro la Cina, dove gli Stati Uniti hanno avuto la peggio. In realtà, tra le grandi potenze gli Stati Uniti rappresentano quella che ha causato meno danni alla Cina. Inoltre, quest’ultima ha tratto grandi benefici dalle relazioni con gli Stati Uniti.
1. Il secondo Paese per importanza nel commercio con la dinastia Qing (epoca Qianlong):
La prima nave mercantile americana inviata in Cina, l'Empress of China, arrivò in Cina nel 1784, aprendo le porte al commercio tra i due Paesi, ed entrambe le parti ne hanno beneficiato in egual misura. Gli americani obbedivano alle leggi cinesi più di altri Paesi, e gli Stati Uniti erano diventati presto il secondo Paese per importanza nel commercio con la Cina dopo la Gran Bretagna. I cinesi avevano ottenuto una grande quantità di oro e argento da questi scambi commerciali.
2. Trattato di parità con la dinastia Qing (epoca Tongzhi):
Nel 1868, gli Stati Uniti e la Cina firmarono il Trattato di Burlingame. Burlingame era l'inviato del presidente Lincoln in Cina, ed era allegro e amichevole con la Cina. A quel tempo, c'erano molti cinesi che lavoravano negli Stati Uniti, e gli Stati Uniti esortarono la Cina a inviare consoli negli Stati Uniti. La dinastia Qing nominò solamente Burlingame come commissario imperiale per rappresentare la Cina in vari Paesi. La sua prima tappa furono gli Stati Uniti, dove tenne un discorso per promuovere la cultura cinese e lodare l'amore della Cina per la pace. Negoziò con gli Stati Uniti a nome del governo cinese per salvaguardare gli interessi della Cina, e firmò il Trattato di Burlingame, il primo trattato paritario firmato tra la Cina e un Paese straniero, dopo la guerra dell'oppio.
3. Il principio della porta aperta nell'anno di Xinchou:
Nel 1901, gli Stati Uniti proposero il Principio della Porta Aperta, rivolto principalmente alla Cina (epoca Guangxu della dinastia Qing). A quel tempo, Russia, Francia, Gran Bretagna e altre potenze avevano sfere di influenza in Cina. Il principio della porta aperta proposto dagli Stati Uniti proteggeva l'integrità della sovranità cinese, in particolare impediva alla Russia di invadere la Cina nord-orientale, e limitava la divisione territoriale della Cina da parte delle potenze.
4. Programma di borse di studio Boxer Indemnity:
Degli indennizzi che la dinastia Qing accettò di pagare alle potenze occidentali nel 1901, gli Stati Uniti ricevettero il 7,32%, ovvero circa 30 milioni di tael d'argento. Gli Stati Uniti restituirono più di 10 milioni di tael d'argento per finanziare l'istruzione, tra cui l'invio di studenti cinesi a studiare negli Stati Uniti, e la costruzione del Tsinghua College, che in seguito divenne la Tsinghua University.
Nel 1924 (Repubblica di Cina, con Cao Kun, Huang Fu e Duan Qirui come presidenti), gli Stati Uniti restituirono altri 12 milioni di dollari, che la Cina utilizzò per istituire la sezione universitaria della Tsinghua e la Nuova Biblioteca Nazionale di Pechino (una delle più avanzate dell'Estremo Oriente all'epoca), che fu il predecessore della Sezione Libri Antichi della Biblioteca Nazionale Cinese.
Nel 1929, la Cina utilizzò la borsa di studio Boxer Indemnity per inviare 47 studenti a studiare negli Stati Uniti, e dopo aver completato gli studi, i laureati tornarono in Cina. Tra loro c'erano esperti che in seguito sono stati premiati dal PCC per il loro contributo alla ricerca sulle armi atomiche, e inoltre i fondi restituiti sono stati utilizzati per fondare l'Università di Yenching e l'Ospedale del Collegio Medico dell'Unione di Pechino.
5. Le Tigri Volanti e la rotta della “Gobba”:
Nel luglio 1941, il generale statunitense Claire Lee Chennault chiamò i piloti veterani a formare il 1° Gruppo Volontario Americano (le “Tigri Volanti”), per sostenere la lotta della Cina contro il Giappone. Chiang Kai-shek era all'epoca il presidente della Repubblica di Cina. Per rompere il blocco giapponese dei materiali strategici contro la Cina, il Comando del Trasporto Aereo dell'Esercito degli Stati Uniti (ATC) e la Società nazionale cinese di aviazione (CNAC), iniziarono a percorrere la rotta della “Gobba” attraverso l'Himalaya.
A causa della grande difficoltà e dei rischi del volo su terreni elevati, questa rotta fu chiamata anche “rotta della morte”. Secondo i dati ufficiali, un totale di 1.579 piloti e membri dell'equipaggio statunitensi morirono o risultarono dispersi, e gli Stati Uniti persero 468 aerei sulla rotta della “Gobba”. Le Tigri Volanti hanno dato un contributo indelebile alla vittoria della Cina nella sua guerra di resistenza contro il Giappone.
6. Abolizione dei trattati iniqui:
Nel 1943, per aiutare la resistenza della Cina contro l'invasione giapponese, gli Stati Uniti presero l'iniziativa di abolire tutti i trattati iniqui firmati con la Cina dopo la guerra dell'oppio. Gran Bretagna, Germania, Italia e Giappone seguirono l'esempio, e anch’essi abolirono i trattati iniqui. Da quel momento in Cina scomparvero le concessioni straniere e la giurisdizione consolare, e la Cina (all'epoca Repubblica di Cina) divenne un membro paritario della comunità internazionale.
7. La mediazione Marshall e la Dottrina Truman:
Alla Conferenza di Yalta, nel febbraio del 1945, gli Stati Uniti si adoperarono per placare il Partito Comunista, danneggiando la sovranità della Repubblica di Cina. L'Unione Sovietica ottenne molti diritti prioritari nel Nord-Est, lasciando alla radice la ribellione del Partito Comunista. Dalla fine del 1945 al 1946, il presidente Truman inviò il generale George Marshall a mediare la guerra tra il Kuomintang e il PCC.
Gli Stati Uniti non esitarono a tagliare le forniture di armi all'esercito del Kuomintang, e a costringere Chiang Kai-shek a formare un governo di coalizione democratica con il PCC, che finse di accettare i colloqui di pace, ma in segreto continuò a interrompere i trasporti, ad attaccare l'esercito del Kuomintang e a ritardare i negoziati. La mediazione di Marshall alla fine fallì, ma fece perdere all'esercito del Kuomintang le condizioni e le opportunità favorevoli per una soppressione armata del PCC. Allo stesso tempo, l'economia della Repubblica di Cina fu trascinata verso il basso, e il PCC continuò a vivere.
Nel 1947, gli Stati Uniti formularono la Dottrina Truman per contrastare il disastro rosso globale, ma la strategia lasciò deliberatamente andare il PCC. Fin dall'inizio della Guerra del Pacifico, alcune figure del governo statunitense, come Joseph Stilwell, Marshall, Truman e altri, nutrivano illusioni sul PCC, e promuovevano una serie di politiche che limitavano la Repubblica di Cina, favorivano il PCC, e condonavano il furto di potere da parte del PCC nella Repubblica di Cina.
8. Partecipazione permanente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite:
Nel 1945 (durante la Repubblica di Cina), grazie agli sforzi e all'insistenza degli Stati Uniti, il rappresentante del PCC Dong Biwu partecipò alla delegazione cinese alla Conferenza di fondazione delle Nazioni Unite a San Francisco, e firmò la Carta delle Nazioni Unite insieme ad altri rappresentanti. Gli Stati Uniti hanno dato un contributo fondamentale affinché la Cina (la Repubblica di Cina) diventasse uno dei Paesi fondatori, e dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Dal 9 all'11 luglio 1971 (durante il periodo della Cina comunista), Henry Kissinger, assistente del Presidente degli Stati Uniti per gli affari di sicurezza nazionale, si recò in visita segreta in Cina e tenne colloqui con il premier Zhou Enlai. In seguito, gli Stati Uniti accettarono che la Repubblica Popolare Cinese (cioè la Cina comunista) ottenesse il diritto di rappresentare le Nazioni Unite. Il 25 ottobre dello stesso anno, le Nazioni Unite approvarono la Risoluzione 2758, riconoscendo che i rappresentanti del governo del Partito Comunista Cinese erano gli unici rappresentanti legittimi della Cina alle Nazioni Unite, e che la Repubblica Popolare Cinese era uno dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza.
9. Nixon incontra Mao e Zhou, Carter stabilisce relazioni diplomatiche con il PCC:
Dal 21 al 28 febbraio 1972, il presidente statunitense Nixon visitò la Cina, incontrò Mao Zedong a Zhongnanhai (la leadership centrale del PCC), e tenne colloqui con Zhou Enlai e altri alti funzionari. Questa visita è stata in seguito definita “la settimana che ha cambiato il mondo”, e ha aperto le porte alla seconda politica di pacificazione verso il PCC nella storia degli Stati Uniti. Prima della fine della visita, i due Paesi firmarono il Comunicato di Shanghai, e gli Stati Uniti iniziarono a ritirare le truppe da Taiwan.
Nel 1977 Carter entrò alla Casa Bianca. Il 1° gennaio 1979, gli Stati Uniti interruppero le relazioni diplomatiche con la Repubblica di Cina, e stabilirono relazioni diplomatiche complete con la Repubblica Popolare Cinese. A quel punto, erano passati circa sette anni dalla visita segreta di Kissinger in Cina.
Le relazioni tra i due Paesi entrarono presto in un periodo di luna di miele, i principali alleati degli Stati Uniti, tra cui il Giappone, l'Australia e la Repubblica Federale Tedesca (Germania Ovest), hanno successivamente interrotto le relazioni ufficiali con Taiwan, e stabilito relazioni diplomatiche con il PCC. Gradualmente, la comunità internazionale ha accettato il PCC rispetto alla Repubblica di Cina.
10. L'acquiescenza di Bush senior nei confronti del PCC:
Dopo il Massacro di Piazza Tienanmen del 4 giugno 1989, l'amministrazione Bush aprì varchi al PCC, come l'approvazione di un ordine di esenzione speciale per consentire alla Boeing di vendere quattro aerei commerciali alla Cina, l'allentamento delle sanzioni militari, il permesso ai funzionari cinesi di tornare negli Stati Uniti, e la prosecuzione del piano “Perla di pace” per migliorare i jet da combattimento cinesi.
In un anno e mezzo, l'amministrazione ha inviato due lettere a Deng Xiaoping, e mandato inviati speciali a Pechino, sottolineando che gli Stati Uniti erano disposti a lavorare con il PCC per superare le difficoltà, cosa che in effetti hanno fatto.
11. Clinton aiuta il PCC ad aderire all'Organizzazione Mondiale del Commercio:
Nel luglio 1999, il leader del PCC Jiang Zemin ha lanciato una persecuzione contro decine di milioni di praticanti del Falun Gong, i praticanti di tutto il Paese, che non avevano modo di appellarsi al governo, si erano recati a Pechino per parlare a favore del Falun Gong, e di conseguenza, un gran numero di loro è stato arrestato e detenuto. Il PCC ha anche pianificato di condannare diversi membri dell'ex Associazione di Ricerca sul Falun Gong di Pechino, nel mese di ottobre. Nell'ottobre dello stesso anno, il Presidente Clinton ha telefonato due volte a Jiang Zemin, nella speranza di raggiungere un accordo sull'ingresso del PCC nell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC).
Nel marzo 2000, Clinton ha pronunciato un discorso che scindeva il commercio dai diritti umani, affermando che l'ingresso della Cina nell'OMC avrebbe portato libertà economica e maggiore voce al popolo. Clinton istituì una “Camera cinese” alla Casa Bianca, per fare pressione sui membri del Congresso contrari alla Cina. A maggio, ha invitato alla Casa Bianca gli ex presidenti Carter e Ford, e decine di ex politici per sollecitare il Congresso ad approvare privilegi commerciali permanenti per la Cina, e dare impulso all'ingresso della Cina nell'OMC.
Con l'aiuto degli Stati Uniti, la Cina comunista è entrata ufficialmente a far parte dell'OMC l'11 dicembre 2001. L'ultima roccaforte del comunismo è diventata un membro ufficiale della comunità del libero commercio mondiale, fornendo al PCC la crescita economica necessaria per inseguire la sua ambizione di governare il mondo.
(continua)
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