(Minghui.org) Il 1° novembre scorso è stato proiettato il documentario "State Organs" alla Biblioteca della contea di Chester, a Exton in Pennsylvania, per denunciare i crimini del prelievo forzato di organi commessi dal Partito Comunista Cinese (PCC) ai danni dei praticanti del Falun Gong imprigionati illegalmente.

Il 1° novembre scorso è stato proiettato il documentario "State Organs" alla Biblioteca della contea di Chester, a Exton in Pennsylvania

I partecipanti alla tavola rotonda dopo la proiezione del 1° novembre

"State Organs: Unmasking Transplant Abuse in China (Organi di Stato: smascherare gli abusi nei trapianti in Cina)" ripercorre il viaggio straziante di due famiglie che, per oltre 20 anni, hanno cercato i loro cari, scomparsi in circostanze misteriose all'inizio degli anni 2000 in Cina. Durante la loro ricerca, le famiglie hanno scoperto l'orrore di un'operazione di prelievo di organi gestita dallo Stato, che prende di mira i praticanti del Falun Gong.

Il documentario evidenzia anche la sconcertante disparità nei tempi di attesa per i trapianti di organi, tra la Cina e il mondo libero. Mentre i sistemi etici come quelli degli Stati Uniti richiedono spesso anni di attesa, gli ospedali statali cinesi pubblicizzano trapianti di organi in pochi giorni o settimane, il che implica che gli organi umani vengono reperiti su richiesta, un'impresa impossibile senza una riserva di vittime ancora in vita.

Funzionario locale: "È sconvolgente!"

Tra i partecipanti c'era Michele D. Truitt, supervisore del Comune di East Goshen, nella contea di Chester, che ha affermato: “Il film lascia quasi senza parole. Non riesco a credere alle barbarie che vengono commesse contro il Falun Gong. È un'atrocità politica e spirituale-religiosa, molto simile all'Olocausto”.

Michele D. Truitt, supervisore del Comune di East Goshen, nella contea di Chester, alla proiezione del 1° novembre scorso

La Truitt ha raccontato che sua madre ha recentemente subito un trapianto di rene, quindi è rimasta particolarmente colpita dal documentario. Ha spiegato come la donna abbia dovuto seguire un rigoroso processo di preparazione all'intervento. Ha aggiunto che i tre mesi di attesa di sua madre per il trapianto sono “altamente insoliti”, poiché in precedenza le era stato detto che avrebbe potuto dover affrontare un tempo di attesa più lungo, da tre a cinque anni. Al contrario, dal documentario Michele ha potuto constatare che in Cina gli organi vitali possono essere abbinati e trapiantati in pochi giorni.

“È sconvolgente!”, ha detto la Truitt. "Le persone possono semplicemente andare in Cina e dire: "Questo è ciò di cui ho bisogno". Ottengono subito ciò che vogliono, ma quello che non capiscono è che dovrebbero rispettare il dono ricevuto. Perché non è un dono: in quel caso si tratta di una transazione commerciale. Se è una transazione commerciale, è solo denaro che cambia di mano, e non c'è rispetto per ciò che c'è dietro, da entrambe le parti".

La Truitt ha definito “barbara” questa pratica e “una forma moderna di genocidio”. Si è impegnata a contattare sia i legislatori statali che quelli federali. “Mi assicurerò di parlarne ad almeno 10 persone”, ha affermato, "Non si tratta di organi, ma di vite umane. Tutte le vite umane sono importanti”.

“È sconvolgente sapere che possa esistere un Paese con un partito politico che promuove la soppressione delle vite dei propri cittadini, E per quale motivo? Si tratta solo di una transazione economica”, ha affermato Michele, “Donare un organo dovrebbe essere qualcosa di molto più profondo”.

La questione richiede un intervento da parte di tutti noi

Altri spettatori hanno espresso lo stesso sgomento e la stessa determinazione ad agire.

Darryl Brown, titolare di un'azienda locale, ha detto: “Il documentario mi ha fatto capire quanto sia diffuso questo fenomeno e come stia peggiorando sempre più. È un forte appello a tutti noi: che siamo in America, in Occidente o meno, anche nell'emisfero orientale, dobbiamo fare qualcosa. Dobbiamo assolutamente fermare tutto questo!”.

Darryl Brown alla proiezione del 1° novembre

Darryl ha definito il documentario “agghiacciante e straziante”, aggiungendo che intende informarsi ulteriormente e contattare i suoi rappresentanti politici. “Contatterò il mio senatore locale e anche il senatore degli Stati Uniti, John Fetterman”, ha affermato. “Dobbiamo promulgare una legge per porre fine a tutto questo”.

Il signor Brown ha affermato che il documentario gli ha rivelato la portata globale del problema. “Non avrei mai immaginato che fosse possibile ottenere organi in così pochi giorni”, ha detto. “Non sapevo che persone provenienti da tutto il mondo si recassero in Cina per questo. È incredibile!”.

Darryl ha elogiato l'iniziativa della proiezione locale. “Una biblioteca come questa è un punto di riferimento per la nostra contea. Sensibilizza giovani e anziani”, ha affermato. “Sono membro di una chiesa locale e spero di portare lì un relatore, per attirare l'attenzione su questo tema”.

Il signor Brown ha definito il prelievo forzato di organi perpetrato dal PCC “un olocausto”, avvertendo: “Se non facciamo qualcosa al riguardo, allora non so proprio cosa potrebbe spingere le persone ad agire”.

Dobbiamo informarci su questo argomento e sollecitare l'adozione di leggi

Un'altra partecipante, Lisa Rogers, insegnante di yoga nella contea di Chester, ha affermato che il documentario l'ha lasciata “stupita e disgustata”.

Lisa aveva sentito parlare della persecuzione del Falun Gong in Cina, ma non si era ancora resa conto della sua portata. Medici e professionisti partecipano a questa atrocità, quindi è davvero un crimine contro l'umanità.

Il 1° novembre scorso Lisa Rogers ha guardato "State Organs"

“Non mi ero resa conto che lo stessero facendo su così vasta scala”, ha detto la Rogers. “È terrificante pensare che sia quasi accettato, che tutti lo sappiano. Dobbiamo esserne consapevoli, opporci e approvare leggi che impediscano loro di diffondere qui la propaganda”, ha affermato.

“Penso che sia molto importante organizzare proiezioni come questa nelle comunità locali: servono a sensibilizzare le persone su ciò che sta accadendo, anche se lontano”.

La Rogers ha detto che firmerà sicuramente la petizione online e ne parlerà con la sua famiglia e i suoi amici, perché crede che non ne siano a conoscenza.

“Provo rabbia e angoscia, ma questo è il primo passo per poter fare qualcosa su queste importanti questioni” ha detto.

Molti partecipanti hanno affermato che "State Organs" è più di un documentario: è un resoconto morale.