(Minghui.org) Lo scorso mese di agosto Zhang Lihua, della città di Wuhan nella provincia dell'Hubei, è stata rinchiusa nel Carcere femminile della città di Wuhan, dove dovrà scontare una pena di un anno e mezzo per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.
Il 24 novembre 2020 la signora Zhang, pensionata settantenne di un impianto petrolchimico, è stata condannata, ma non ha iniziato subito a scontare la pena, poiché non ha superato la visita medica richiesta. Quando, un giorno di agosto di quest'anno, ha strisciato il suo abbonamento sull'autobus 514, è scattato un allarme (probabilmente perché Lihua era nella lista nera dei praticanti del Falun Gong presi di mira dal regime). I due autisti dell'autobus l'hanno denunciata alla polizia e la signora Zhang è stata subito arrestata e portata direttamente in prigione, per scontare la pena.
L'ingiusta condanna della signora Zhang è derivata dal suo arresto del 26 agosto 2019, da parte degli agenti della Stazione di polizia di Jinyinhu che, prima di arrestarla, l’hanno monitorata e pedinata. Lihua è stata portata al Centro per il lavaggio del cervello di Beihu, dove, per quattro mesi, le sono stati somministrati farmaci sconosciuti contro la sua volontà. Durante una sessione di alimentazione forzata ha rischiato di soffocare e, mentre stava lottando, ha accidentalmente toccato uno dei suoi aguzzini con la mano. Quest'ultimo si è infuriato e l'ha picchiata selvaggiamente.
Diventata estremamente debole, la signora Zhang aveva difficoltà a camminare e, il 25 dicembre 2019, è stata rilasciata su cauzione.
Mentre era ancora detenuta nel centro per il lavaggio del cervello, Lihua è stata interrogata dall'agente Zhou Yuan, del Dipartimento di polizia distrettuale di Qingshan e da un membro dello staff della Procura distrettuale di Hongshan. Entrambi le hanno ordinato di firmare il fascicolo relativo al suo caso, ma lei ha rifiutato con fermezza e, ciononostante, è stata incriminata e il 13 novembre 2020 è stata processata dal tribunale locale.
La notte del 23 novembre 2020 il figlio della signora Zhang ha ricevuto una telefonata, nel corso della quale gli è stato chiesto d'informare la madre che si sarebbe dovuta presentare in tribunale il giorno successivo per l'udienza di condanna. Per evitare di essere condannata, la signora Zhang è stata costretta a nascondersi, ma il tribunale l'ha condannata in contumacia a un anno e mezzo di prigione.
Poco dopo il suo ritorno a casa l'8 marzo 2021, gli agenti della Stazione di polizia di Ganghua hanno sfondato la porta del suo appartamento e vi hanno fatto irruzione. La donna è stata portata al Carcere di Erzhigou, ma le è stato negato l'accesso perché non ha superato la visita medica richiesta. La signora Zhang è stata rimandata a casa, ma il 21 luglio dello stesso anno è stata nuovamente arrestarla. Il carcere ha rifiutato ancora di prenderla in custodia.
Dopo l'incidente sull'autobus dello scorso mese di agosto, la donna è stata arrestata e mandata in prigione, per scontare la sua pena di un anno e mezzo.
Prima della sua ultima persecuzione, la signora Zhang era stata arrestata altre volte per la sua fede. Poco dopo l'inizio della persecuzione, nel mese di luglio 1999, si è recata a Pechino per fare appello in favore del Falun Gong, ma è stata arrestata e picchiata selvaggiamente. Dopo essere stata riportata a Wuhan, è stata detenuta nella Prigione di Erzhigou, dove è stata tenuta appesa per cinque giorni. Nel 2000 l'agente Zhang Zhujun, del Dipartimento di polizia distrettuale di Qingshan, l'ha arrestata nuovamente e le ha inflitto un anno di lavori forzati.
Nel corso degli anni l'abitazione della signora Zhang è stata perquisita più di 10 volte. Nell'estate del 2017 la donna è stata costretta a vivere lontano da casa, ed è stata nuovamente arrestata il 26 agosto 2019, poco dopo essere ritornata. Il suo posto di lavoro le ha anche sospeso lo stipendio per 20 anni.
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