(Minghui.org) Saluti, Maestro! Saluti, amici praticanti!

Ho settantatré anni e ho iniziato a praticare la Falun Dafa nel 2003. Prima di cominciare a praticare ho avuto un tumore alla bocca e dopo l’intervento chirurgico avevo difficoltà a parlare. Tuttavia, ho saputo che la Dafa era buona e che la persecuzione del Partito Comunista Cinese era sbagliata, così per più di vent’anni ho cercato con tutte le mie forze di raccontare alle persone la verità su la Dafa.

Da bambina, ho perso mia madre quando ero molto piccola ed ero figlia unica. Dopo il matrimonio, io e mio marito eravamo poveri e non potevamo permetterci di avere un figlio. Non avendo conosciuto la gentilezza di una madre, per me era difficile provare compassione.

Dopo che ho iniziato a praticare la Falun Dafa e seguire i principi di Verità-Compassione-Tolleranza, sono migliorata sempre di più.

Inizio a parlare alle persone della Falun Dafa

Dopo che il Partito Comunista Cinese (PCC) ha iniziato a perseguitare la Falun Dafa, ho iniziato a distribuire materiale alle persone per contrastare la propaganda diffamatoria.

Un pomeriggio, ho visto una praticante molto brava parlare alle persone della Dafa e ho voluto imparare da lei. Quella stessa mattina, ha portato me e un’altra praticante per mostraci come parlava con le persone. Avvicinava la gente alla fermata dell’autobus vicino a un supermercato e con poche parole riusciva a spiegare cos’è la Dafa e aiutare le persone a lasciare le organizzazioni del PCC. Sembrava facile.

Poi ha detto: “Provateci voi due. Io vado a fare la spesa” e se n’è andata.

Io e l’altra praticante abbiamo camminato un po’. Abbiamo guardato diverse persone, ma non avevamo il coraggio di parlare. Sembrava non essere affatto facile. Dopo aver girato per molto tempo senza parlare con nessuno, siamo tornate a casa.

Il giorno seguente, ho chiesto aiuto al Maestro e sono uscita. Ho visto un uomo anziano e l’ho salutato: “Zio, stai andando a fare la spesa?”. Lui ha detto di sì, ma io non ho saputo come proseguire. Se n’è andato. Ho camminato ancora un po’, ma non ho parlato a nessuno della Dafa. Quando sono tornata a casa, ero turbata e ho deciso che dovevo fare meglio.

Il terzo giorno, ho visto una donna vicino alla fermata dell’autobus, lei mi ha salutata e sembrava una persona gentile. Quando ha notato la cicatrice sulla mia mandibola e la mia difficoltà nel parlare, mi ha chiesto cosa fosse successo.

Ho spiegato: “Ho avuto un tumore alla bocca, così ho subito un’operazione a Pechino. In seguito sono guarita senza medicine o chemioterapia”.

Lei era curiosa e ha chiesto altri dettagli. Le ho raccontato che la Falun Dafa mi aveva aiutata molto. La donna ha compreso e ha accettato di rinunciare alle organizzazioni del PCC a cui aveva aderito. In silenzio, ho ringraziato il Maestro Li.

Da quel momento sono uscita ogni giorno. All’inizio, parlavo con le persone solo occasionalmente. In seguito sono riuscita a parlare della Dafa e di abbandonare le organizzazioni del PCC con quasi tutti quelli che incontravo. Ogni giorno mi alzavo prima delle quattro del mattino, facevo gli esercizi e poi inviavo pensieri retti alle sei. Leggevo due lezioni dello Zhuan Falun (il testo principale della Falun Dafa) prima di uscire a chiarire la verità. Uscivo quasi ogni giorno ma a volte la mia famiglia aveva bisogno di me al mattino, così andavo fuori nel pomeriggio.

Cantieri

Io e un’altra praticante distribuivamo materiale in tutta la città e nei sobborghi. Lei era molto riconoscente e ha detto: “Dopo essere uscita con te sono riuscita ad andare ovunque, sia a piedi, sia in autobus, sia in metropolitana”.

Spesso siamo uscite con una grande borsa piena di DVD e copie dei Nove Commentari sul Partito Comunista. Abbiamo parlato con le persone e distribuito questo materiale mentre camminavamo. All’inizio era spaventata, ma le ho detto: “Non ti preoccupare. Possiamo farlo apertamente. Se la gente ci vede muovere di nascosto, potrebbe non accettare i materiali”. Vedendo che io non avevo paura, anche lei ha acquistato fiducia.

Quando vedevamo dei veicoli parcheggiati lungo la strada, parlavamo con ogni conducente, dando loro il materiale, e la cosa è andata bene.

In seguito siamo andate anche nei cantieri edili. Nella zona c’erano molti lavori in corso e alcuni cantieri erano grandi. Ci sono voluti diversi mesi per visitarli tutti. Anche se c’erano molti lavoratori, di solito erano sparsi. Così abbiamo trovato i posti dove mangiavano per il pranzo e abbiamo parlato con loro. La maggior parte ha accettato di lasciare le organizzazioni del PCC. Il giorno seguente andavamo in un altro luogo.

Una volta siamo andate in un cantiere molto popolato, con uomini e donne di tutte le età. Dopo aver parlato con un giovane, gli abbiamo spiegato la Dafa e il motivo per cui lasciare le organizzazioni del PCC porta benefici. Lui ha detto che aveva aderito ai Giovani Pionieri del PCC e ha accettato di rinunciarvi con uno pseudonimo.

Dopo che abbiamo parlato con tre persone, il giovane ha detto ad alta voce: “Zia, ora potete riposarvi. Lo spiego io a loro e voi dovete solo scrivere i nomi”. Sembrava che quel giovane fosse un caposquadra. Ha chiamato tutti e ha detto: “Lasciare le organizzazioni del PCC vi porterà sicurezza e benedizioni. La Falun Dafa è buona e la persecuzione è sbagliata”. I lavoratori si sono messi in fila e lui ha chiamato i loro nomi, chiedendo loro uno per uno di lasciare le organizzazioni del PCC. È stata una scena magnifica, ero profondamente commossa. Alla fine, quel giorno quasi cinquanta persone hanno lasciato le organizzazioni del PCC.

Un altro cantiere, lontano dalla città, era grande, con molti lavoratori, ed era diviso in molte piccole aree. Siccome era una zona nuova, non c’erano autobus. Così l’altra praticante ogni giorno ha dovuto andarci a piedi. Una terza praticante voleva unirsi a noi ma ha rinunciato perché era troppo lontano. Anche guidando, ci sarebbero voluti circa trenta minuti per arrivarci. La praticante che veniva con me aveva più di settant’anni. Prima di andare in pensione era stata un’impiegata.

Spesso con lei camminavamo ai due lati della strada nella stessa direzione. A volte abbiamo visto lavoratori che scavavano fossati. Ci siamo accovacciate e abbiamo parlato con loro. Quando abbiamo visto persone che lavoravano nel bosco, siamo andate lì a parlargli. Abbiamo parlato con chiunque incontrassimo fino al completamento dei lavori.

La cosa è andata avanti per circa dieci anni, finché non hanno smesso di costruire nella nostra zona. Allora siamo andate nei parchi e alle fermate degli autobus per parlare con la gente.

Un giorno, sono uscita da sola a parlare con le persone. Ho notato un albero che aveva frutti giallo dorati. Non avevo mai visto un frutto simile e mi sono chiesta come potesse fruttificare in inverno. In seguito ho capito che si trattava di un incoraggiamento del Maestro.

In un commissariato di polizia

Un giorno ho consegnato a una persona un software per aggirare il blocco di Internet, ma era un agente in borghese e mi ha portata in una stazione di polizia. Io non ho risposto alle domande, gli ho solo detto i fatti sulla la Dafa, consigliando di smettere di seguire il PCC e di fare cose cattive. Lui mi ha minacciata, ma non ho avuto paura. Sapevo che a casa avevo molti materiali della Dafa, compreso il ritratto del Maestro. Volevo tornare a casa, e quella sera stessa mi ha lasciata andare.

Ho capito che avevo l’attaccamento allo zelo. In quel periodo ero una delle poche praticanti ad avere quel software per aggirare il blocco di Internet. Avevo la mentalità di mettermi in mostra e questo è stato un serio ammonimento.

Una volta, dopo che avevo denunciato l’ex leader del PCC Jiang Zemin per la persecuzione contro la Dafa, la polizia mi ha ordinato di recarmi alla stazione. Mio marito si è agitato, ma io gli ho detto di non preoccuparsi e il giorno dopo sono andata da sola. Non ho avuto paura perché avevo capito perché dovevo andarci.

Quando sono arrivata, ho visto più di dieci agenti in una stanza, e uno di loro mi ha chiesto perché avessi denunciato un capo di Stato.

“Di chi stai parlando?”, ho chiesto.

“Di Jiang Zemin”, ha risposto.

“No, non è un capo di Stato”, ho risposto. “È un traditore che svende gli interessi della nostra nazione”.

Dopo che ho raccontato loro tutte le cose cattive che Jiang aveva fatto, hanno tutti concordato.

Quando un agente mi ha chiesto se praticassi la Falun Dafa, ho raccontato loro delle mie malattie e di come ero guarita dopo avere praticato la Dafa: “Non avevo soldi e non avevo un lavoro. Ero malata, ma non potevo permettermi cure mediche. Le mie malattie sono scomparse dopo che ho praticato la Falun Dafa. Come potrei non praticare?”, ho chiesto.

Loro hanno annuito e mi hanno chiesto cosa pensasse la mia famiglia della mia pratica. Ho detto che conoscevano la mia situazione ed erano favorevoli. Un agente era curioso riguardo i benefici della Dafa. Ho spiegato il miglioramento della salute fisica e i valori morali di Verità-Compassione-Tolleranza. Dopo avere finito di spiegare tutto, sono tornata a casa.

Coordinarmi con altri praticanti

Alcuni praticanti volevano uscire per chiarire la verità, ma avevano paura. Io mi sono ricordata che i praticanti sono un corpo unico, quindi li ho aiutati ogni volta che me lo hanno chiesto.

Una volta ho parlato con una persona che ha detto di essere una praticante. Si chiamava Lan. Non aveva nessuno con cui leggere la Fa, quindi l’ho presentata ai praticanti locali. Lei voleva raccontare la verità alle persone, ma aveva paura e non sapeva come cominciare. “Nessun problema, ti faccio vedere io”, le ho detto. Ci siamo incontrate alla stazione degli autobus e abbiamo parlato con le persone.

Ma Lan aveva paura e stava a diversi metri di distanza. Così ho inviato pensieri retti per aiutarla. Ho notato una cinghia di nylon da imballaggio per terra, l’ho raccolta e ho detto: “È meglio buttarla nel cestino, altrimenti qualcuno potrebbe inciampare”. Una passante mi ha sentita e ha detto che ero una brava persona.

“Quando vediamo un problema, dovremmo fare qualcosa, no?”, ho risposto. Ho aiutato quella persona a lasciare le organizzazioni del PCC.

Lan più tardi ha detto: “Sei proprio brava a collegare gli argomenti”.

“Non c’è bisogno di pensarci”, ho spiegato. “Nulla è casuale. Quando incontriamo qualcuno, potremmo avere una relazione predestinata. Dobbiamo solo provare”.

Le ho spiegato come salutare le persone, come rompere il ghiaccio e come collegare la conversazione alle informazioni sulla Dafa e lasciare il PCC. Lei ha ascoltato e ha imparato, e presto è stata in grado di parlare con le persone.

In questi anni ho aiutato sei praticanti in questo modo. Tutti hanno fatto progressi e ora sono diventati bravi.

Lasciare andare le nozioni umane

Io ho poca paura, quindi parlo quasi con chiunque, ma a volte mi è mancata la gentilezza e la pazienza. Altre volte ho discusso con delle persone. Ho sentito che il Maestro mi ha aiutata a migliorare in questo aspetto.

Un giorno ho visto un uomo anziano alla stazione degli autobus e gli ho parlato della Dafa. Non solo non mi ha ascoltata, ma mi ha afferrato il cappello e me l’ha lanciato a terra. Io non ho detto nulla: l’ho raccolto e me ne sono andata.

Qualche giorno dopo sono passata dalla stessa stazione e ho iniziato a parlare con una persona della Dafa. Era lo stesso uomo anziano, ma io non l’avevo riconosciuto. Lui mi ha riconosciuta, mi ha insultata ad alta voce e mi ha afferrato la borsa minacciando di denunciarmi alla polizia. Un’altra praticante che era con me ha provato a spiegargli, ma lui si è rifiutato di ascoltare.

All’inizio l’ho ignorato, ma siccome ha continuato a urlare e addirittura mi tirava la borsa, mi sono arrabbiata e l’ho colpito leggermente con un pugno. “Lasciami andare! Sei senza speranza!”, gli ho detto, e me ne sono andata.

L’altra praticante si è spaventata, ma io no. Non volevo soltanto essere afferrata e insultata da lui in pubblico.

Dopo che mi sono calmata, ho capito di avere sbagliato. Il Maestro ha detto:

“Ma abbiamo detto che un praticante non deve ribattere quando viene colpito o insultato; deve essere molto esigente con sé stesso, deve attenersi a uno standard molto elevato” (Quarta Lezione, Zhuan Falun)

Non avrei dovuto colpirlo e ho deciso di fare meglio.

Soffrivo anche di gelosia. Una volta, io e un’altra praticante, Mei, siamo andate su una collina. Lei ha detto: “Salgo io per prima. Se ci sono persone, ti chiamo e vieni su”. Io sono rimasta lì ad aspettare e ho parlato con le persone che passavano. C’era poca gente, quindi ho aspettato due o tre ore e poi sono tornata a casa.

Quando le ho chiesto spiegazioni, il giorno dopo, lei ha detto che c’erano molte persone. Era così impegnata a parlare con loro che si è dimenticata di me.

Ho risposto: “Mi avevi detto di aspettare. Se me l’avessi detto, avremmo potuto parlare con più persone”.

Mei coltivava bene, quindi mi ha sorriso anche se io continuavo a lamentarmi. Era stata una poliziotta dura, ma era cambiata dopo avere praticato la Dafa. Più tardi le ho chiesto scusa. Questo episodio mi ha ricordato dove migliorare.

Mio marito è venuto a mancare alcuni anni fa. Io e i miei parenti abbiamo avuto a volte dei conflitti, e ogni volta che pensavo a loro mi arrabbiavo. Quando succedeva, mi compariva una protuberanza sulla fronte. Ho chiesto a una praticante di stampare la parola “Tolleranza” in caratteri grandi e ne ho appese diverse copie in casa per ricordarmelo. Penso di essere migliorata, ma so di avere ancora molta strada da fare.

Il Maestro è stato molto compassionevole. Noi dobbiamo far tesoro di questa opportunità e migliorare veramente noi stessi. Sono determinata a fare meglio e a collaborare con gli altri praticanti per aiutare il Maestro a salvare le persone.

Grazie, Maestro! Grazie, amici praticanti!

(Articolo selezionato inviato per la 22a Conferenza della Fa in Cina su Minghui.org)