(Minghui.org) Ho iniziato a praticare la Falun Dafa nel 1996, ma nel 2003 mi sono gradualmente allontanata dalla Dafa e per molto tempo non mi sono più considerata praticante. A causa del lavoro, ho sviluppato l’artrite. Durante un’escursione nel 2012, ho scoperto che la mia artrite era peggiorata significativamente. Il dolore alle ginocchia era così forte che mi faceva zoppicare. Per mitigare il dolore salivo le scale camminando di lato e le scendevo camminando all’indietro.

Reagire al karma di malattia con pensieri retti

Ho ripreso la pratica della Falun Dafa nel 2014. Conseguente all’eliminazione del karma di malattia ho sperimentato un intenso dolore alle gambe. Quando piegavo le ginocchia durante il quarto esercizio, mi sembrava d’avere dei vetri rotti infilati nelle ginocchia: gemevo di dolore continuamente. Quando sedevo in meditazione, mi sembrava che un peso enorme mi premesse sui fianchi e le gambe da rendere davvero difficile stare seduta. Era straziante. Mentre sopportavo il dolore ho ricordato a me stessa: “Ho lasciato la Dafa per così tanti anni. Non solo non ho eliminato il mio karma, ma ne ho accumulato dell’altro. Se non sopporto il dolore, chi lo farà? Forza, ti eliminerò!”. Non mi sono fermata e ho resistito per un’ora. Quando tenevo le mani unite, il dolore era così intenso che sudavo freddo, il viso mi pulsava e lo sentivo intorpidito. La caviglia destra era diventata rossa e gonfia, notevolmente più ingrossata della sinistra. Le parole ‘assapora il dolore’ continuavano a tornarmi in mente. Ho perseverato, secondo dopo secondo. Di notte, il dolore lancinante occupava i miei pensieri e non riuscivo a raddrizzare la gamba. Dopo sei mesi, il dolore diffuso ha cominciato a diminuire e anche quello al ginocchio si è gradualmente attenuato. Lentamente, senza nemmeno rendermene conto, sono guarita completamente.

Non molto tempo fa, con alcuni compagni di scuola, abbiamo fatto un’escursione in montagna di circa 30 chilometri. Sono stata tra i primi a raggiungere la vetta e anche tra i primi a tornare. Diversi compagni di classe sono rimasti molto sorpresi poiché loro si allenavano regolarmente, mentre io non avevo mai fatto esercizio fisico. Ho detto loro: “Questo è il risultato della pratica della Falun Dafa. Circa dieci anni fa non riuscivo più a scalare le montagne, ma ora sono in testa al gruppo”. Tutti hanno assistito al potere straordinario e miracoloso della Dafa, soprattutto perché l’artrite è generalmente considerata incurabile.

A metà gennaio 2023 ho sentito improvvisamente un fitta alla parte destra dei glutei. All’inizio era un dolore lieve, ma in poco tempo si è intensificato e lungo la coscia si irradiava al polpaccio, fino alle dita dei piedi che erano intorpidite e insensibili al tatto. Inoltre zoppicavo in modo evidente. Non sapevo come definire questa condizione in termini medici. Ho cercato di inviare pensieri retti, ma non sembrava fare effetto. Di tanto in tanto mi passava in mente un pensiero inquietante: “Potrebbe essere un sintomo di necrosi della testa del femore?”. Ho rapidamente scacciato questo pensiero non retto. Ho scelto di lasciarlo andare e ho continuato con i miei compiti normali e ho continuato a fare le tre cose come al solito.

Poi, una notte, mentre distribuivo volantini per chiarire la verità in un quartiere residenziale, sono stata pedinata dall’amministratore dell’immobile e da un giovane. Cercando di sfuggire sono finita in un condominio dove sono entrata e salita rapidamente dal primo al quinto piano, pensando che non potevo permettergli di prendere i volantini. Alla fine, ho nascosto la mia borsa in un angolo del corridoio dove erano ammucchiati cavoli e altre cianfrusaglie. Poi ho bussato a una porta, mi ha aperto una donna, mi ha guardata e ha detto: “Non ti conosco”, e mi ha chiuso la porta in faccia.

Sono stata raggiunta e presa dai due uomini che mi inseguivano. Quando siamo arrivati al piano terra, il giovane mi ha chiesto: “Dov’è la borsa? Ti ho vista chiaramente che avevi con te una borsa”. È tornato dentro per cercarla. Ho inviato pensieri retti per impedirgli di trovarla. L’amministratore dell’immobile mi teneva il polso con una mano mentre con l’altra cercava di chiamare la polizia. Faceva fatica a comporre il numero con una sola mano, quindi prima che potesse finire, ho allungato l’altra mano e ho riattaccato la chiamata. Ha provato diverse volte, ma non è riuscito a chiamare. Proprio mentre stava per mollare la presa per fare la chiamata, mi ha riafferrata al polso con forza.

In modo inatteso l’ho rimproverato dicendo: “Come può un uomo adulto come te continuare a trattenere una donna in questo modo?”. Ho scosso vigorosamente il braccio. Colto di sorpresa, ha avuto un attimo di esitazione e io ho colto l’occasione, mi sono liberata e senza voltarmi indietro, sono corsa verso l’uscita del condominio. Lo sentivo gridare alle mie spalle. Sono corsa fuori e sono saltata sulla mia bicicletta: ero al sicuro. La mattina dopo sono tornata dove avevo lasciato la mia borsa, che era ancora lì, con dentro i volantini ben conservati. Ho detto nell’intimo del mio cuore: “Grazie, Maestro, per la tua compassionevole protezione”.

Ogni volta che ripenso a questa scena, non posso fare a meno di chiedermi come avessi potuto correre così velocemente vista condizione dolorante della gamba destra. Il dolore causato dal karma di malattia alla gamba non mi ha fermata. In seguito ho scoperto che il dolore alla gamba era un sintomo di sciatica, che è incurabile dal punto di vista medico. Ma nel giro di tre mesi è scomparso completamente.

Attraverso queste due prove di karma di malattia, ho capito che quando si incontrano tribolazioni, bisogna avere pensieri e azioni rette e credere fermamente nel Maestro e nella Fa. Anche le tre cose non devono essere trascurate.

Cambiare le mie nozioni, superare l’inerzia mentale e rettificare me stessa nella Fa

Dopo essere tornata alla coltivazione della Dafa, ho imparato che durante il periodo di rettifica della Fa, i praticanti della Dafa devono fare bene le tre cose, come richiesto dal Maestro. Poiché non studiavo abbastanza bene la Fa, le mie nozioni umane erano ancora molto forti, la mia mente non era chiara e anche se ogni giorno perseveravo a studiare la Fa, i miei pensieri vagavano. Praticavo gli esercizi ogni giorno, ma spesso mi rilassavo. Inviavo pensieri retti almeno quattro volte al giorno, ma raramente lo facevo a mezzanotte, temendo che potesse influire sul mio sonno e disturbare la mia salute. Man mano che approfondivo lo studio della Fa, ho capito che non era vera coltivazione aggrapparsi a queste nozioni, dovrei invece correggere me stessa. Quindi, ho rispettato gli orari prestabiliti per inviare i pensieri retti.

Per quanto riguarda gli esercizi, pensavo che fare il secondo esercizio di un’ora fosse troppo impegnativo per me, l’idea di tenere la ruota per così tanto tempo mi intimoriva e l’ho provato solo due volte. Durante una sessione di studio di gruppo della Fa, una praticante ha raccontato che praticava il secondo esercizio di un’ora ogni mattina e mi sono sentita ispirata. Siamo tutti praticanti della Dafa, quindi perché non potevo fare lo stesso? Ho capito di dover cambiare mentalità. Una volta, durante un esercizio di mezz’ora in cui si tiene la ruota, la musica mi è sembrata più lunga del solito. In seguito ho scoperto che in realtà era di un’ora. Ho capito che era il Maestro che mi suggeriva di cambiare, così ho iniziato a fare il secondo esercizio per un’ora. Quando mi sono impegnata davvero, ho scoperto che non era così difficile come immaginavo. Erano state le mie nozioni a ostacolarmi e a ingigantire la sfida.

Una volta sono andata in un’altra contea a casa di un praticante nel giorno che tenevano il loro incontro periodico. Dopo averli ascoltati condividere i loro pensieri e le loro azioni rette per superare la persecuzione e salvare gli esseri senzienti, mi sono resa conto di quanto fossi indietro. Un praticante ha detto: “Coloro che coltivano nel monastero seguono il tempo delle campane del mattino e dei tamburi della sera, e tutti aderiscono alle rigide regole e ai precetti. Poiché è stato stabilito un orario per gli esercizi mattutini, dovremmo tutti impegnarci a rispettarlo”. Facevano gli esercizi con costanza al mattino, e questo mi ha colpita profondamente. Se gli altri praticanti ci riescono, perché io no? Mi sono resa conto che avevo paura delle difficoltà. Ci deve essere uno scopo profondo dietro la disposizione di fare gli esercizi al mattino. Dovevo coltivare per eliminare questa inerzia mentale.

Dopo essere tornata a casa, ho impostato la sveglia e da allora faccio gli esercizi ogni mattina. A volte, quando questa resistenza a cambiare prende il sopravvento e mi sembra difficile, dico a me stessa: “Tanti praticanti stanno soffrendo nelle prigioni, desiderano un ambiente libero per fare gli esercizi, ma non possono farli. Io ho un ambiente così rilassato e libero a casa mia, perché dovrei temere le difficoltà? Poter ascoltare personalmente la musica e la voce del Maestro per fare gli esercizi: che rara, preziosa e sacra felicità!”.

Eliminare le nozioni umane e salvare vite incessantemente

Dopo che il Maestro ha pubblicato “Come è nata l’umanità”, i nostri praticanti hanno compreso l’urgenza di salvare le persone e hanno iniziato a diffondere ampiamente le informazioni sulla Dafa. I fattori negativi si sono scatenati e la polizia ha arrestato diversi praticanti. Di fronte a questa situazione, alcuni praticanti hanno sentito la pressione e hanno suggerito: “Restiamo fuori dai riflettori e aspettiamo che questo periodo passi”.

Altri, invece, hanno detto: “Non penso mai alle date sensibili o alle situazioni di tensione. Faccio solo quello che devo fare”. Concordo pienamente con questa seconda prospettiva: comprendo che quando i praticanti della Dafa affrontano delle situazioni tese non devono fermarsi e aspettare. Dobbiamo invece assumerci la responsabilità della nostra missione e agire con maggiore razionalità e saggezza. Indipendentemente dal freddo pungente, dal caldo torrido o dalle circostanze difficili, dobbiamo rimanere saldi sul sentiero di salvare le persone. Non ci fermeremo finché il male non sarà completamente eliminato.

Ad esempio, un imprenditore edile una volta ha organizzato in uno stadio una campagna pubblicitaria che ha attirato molte persone. Ho colto al volo questa opportunità: ho evitato le auto della polizia nelle vicinanze e ho distribuito in pochi giorni quasi 700 copie di materiale informativo di chiarimento della verità.

Un’altra volta, un grande centro commerciale ospitava un evento che attirava una folla numerosa. Quella sera mia figlia, tornata a casa per le vacanze, è venuta con me al centro commerciale e insieme abbiamo distribuito materiale informativo di chiarimento della verità. Dato che ne avevamo portato una grande quantità, che non ci sarebbero stati nelle borse, abbiamo deciso di lasciarne una parte nei cestini delle nostre biciclette. Ci siamo dette di ricordarci a vicenda di inviare pensieri retti e di stare attente. Dopo aver parcheggiato le biciclette, abbiamo deciso di dividerci per distribuire il materiale e di ritrovarci lì una volta finito.

Dopo un po’ ho notato due auto della polizia, erano parcheggiate in una zona ben visibile, quindi le ho evitate e ho messo i volantini sulle auto, sulle biciclette e sugli scooter elettrici intorno al centro commerciale. Dopo aver distribuito volantini in numero considerevole, sono tornata a prenderne altri dal cestino della mia bicicletta. Ho notato che il cestino della bici di mia figlia era vuoto, il che significava che era stata più veloce di me a distribuire il suo materiale. Avrei voluto chiederle di andare in un’altra zona, quindi l’ho cercata guardando tutto intorno e nel mentre ho continuato a distribuire: ma non l’ho vista.

Nel frattempo, ho individuato altre due auto della polizia nascoste e ho cominciato a sentirmi a disagio. Mi sono voltata più volte per guardare le auto della polizia, ma tutto sembrava essere normale. Ho continuato a cercarla e nel mentre inviavo pensieri retti. Si stava facendo tardi e la gente aveva cominciato a tornare a casa. Guardando la folla che gradualmente si diradava, alcuni pensieri negativi hanno cominciato a insinuarsi e mi chiedevo: “A quest’ora dovremmo esserci già incontrate. Starà bene?”. Ho lottato per reprimere questi pensieri, li ho negati e ho cercato di liberarmene, ma sudavo.

In preda all’ansia, ho finalmente individuato una figura familiare che si affrettava verso la sua bicicletta. In seguito mi ha raccontato che un bambino si era allontanato dalla madre e le aveva chiesto aiuto. Voleva usare il suo cellulare per contattare la mamma. Dato che lei non aveva il cellulare con sé, ne ha chiesto uno in prestito da qualche passante, ha contattato i genitori del bambino e l’ha riconsegnato alla madre prima di tornare indietro.

Siamo tornate a casa in bicicletta, gioiose, fiere e piene d’energia come guerrieri vittoriosi.