(Minghui.org) Lo scorso 25 ottobre Li Chunhua, disabile di 61 anni della città di Qiqihar nella provincia dell'Heilongjiang, è stata arrestata per aver presentato una denuncia contro coloro che l'avevano torturata a causa della sua fede nel Falun Gong, durante una precedente detenzione avvenuta alcune settimane prima.
Il calvario della signora Li è iniziato con il suo arresto del 21 agosto scorso, per aver scritto informazioni sul Falun Gong in luoghi pubblici. Gli agenti Li Hongyu, Qu Yongpeng e Yang Zhongyu l'hanno interrogata nel seminterrato della Stazione di polizia di Wulong, tenendola immobilizzata per oltre 30 ore su una sedia di ferro. Anni fa Chunhua aveva subito la frattura di una vertebra lombare, a causa della persecuzione, e la prolungata posizione seduta aveva aggravato la sua lesione alla parte bassa della schiena. Durante l'interrogatorio la donna è svenuta. Il capo dell'Ufficio di sicurezza interna di Longsha le ha versato dell'acqua sulle orecchie, sui vestiti e le ha soffiato aria in faccia.
La sera del 22 agosto Chunhua è stata portata al Centro di detenzione della città di Qiqihar. L'agente Li ha detto al medico incaricato di esaminare tutti i nuovi detenuti: “È in ottima salute. Non c'è bisogno che la visiti”.
Anche Yang, capo del Centro di detenzione di Qiqihar, ha detto al medico: “Siamo buoni amici, non c'è bisogno di fare l'esame fisico”. La donna ha avuto difficoltà ad addormentarsi nella cella 211, a causa del dolore.
Il 29 agosto la polizia ha ordinato a due detenute, anch'esse ammanettate, di trascinare la signora Li su e giù per le scale, per un ulteriore interrogatorio. Poiché i polsi le facevano male a causa delle manette, hanno tirato la signora Li su e giù, sforzandole i muscoli della spalla sinistra e del torace. Il dolore alle costole sinistre era così intenso che Chunhua non riusciva a stare in piedi, ed è stata posta su una sedia a rotelle. La signora Li pensava che l’avrebbero interrogata, ma l'hanno portata in una stanza per fotografarla. Lei si è rifiutata di farsi fotografare ed è stata riportata in cella.
Quando il medico del centro di detenzione ha visitato la signora Li, le ha punzecchiato le gambe e le piante dei piedi con un punteruolo, constatando che non aveva sensibilità. Il suo referto è stato: “Disabile”.
Per le due settimane successive, la signora Li è rimasta costretta a letto, ma di notte non riusciva a dormire per il dolore. Aveva le vertigini, un fastidioso ronzio nelle orecchie e gli occhi iniettati di sangue. I suoi organi stavano cedendo e il suo addome era infossato. Non riusciva a trattenere il cibo e vomitava tutto ciò che mangiava; il vomito era di colore verde scuro. Sentiva il petto in fiamme e aveva sempre sete; desiderava ardentemente dell'acqua ghiacciata. Incapace di camminare da sola, doveva essere portata in bagno quando ne aveva bisogno.
La signora Li ha chiesto di poter presentare una denuncia contro la polizia. La guardia Song Wei si è messa davanti alla sua cella e le ha detto: “Vuoi scrivere la denuncia? Perché non ti alzi dal letto e la scrivi tu stessa?”.
Chunhua si è trascinata fino al bordo del letto e si è rotolata sul pavimento. Ha chiesto a Song di spostarla su una sedia a rotelle per scrivere la denuncia, ma lui ha rifiutato. Le detenute hanno riportato la signora Li sul letto.
L'8 settembre la donna è stata portata all'Ospedale 39 della città di Qiqihar, dove le è stata fatta una risonanza magnetica alla parte bassa della schiena e un elettrocardiogramma. La polizia l'ha rilasciata su cauzione dopo aver estorto 20.000 yuan (circa 2.430 euro) alla sua famiglia, quindi è stata riportata a casa da un familiare.
Verso la metà di settembre la signora Li ha presentato una denuncia penale, presso la Procura locale, contro la polizia e le guardie del centro di detenzione, per averla torturata. Per ritorsione, il 25 ottobre scorso la polizia l'ha nuovamente arrestata. Gli agenti si sono rifiutati di comunicare ai suoi familiari dove fosse detenuta, e hanno minacciato di metterla in prigione senza processo.
Nata il 3 maggio 1964, la signora Li lavorava per l'Ufficio culturale del distretto di Jianhua; era una fotografa pluripremiata, autrice e insegnante d'arte. Dopo che il Partito Comunista Cinese ha ordinato la persecuzione del Falun Gong nel 1999, è stata ripetutamente presa di mira per aver difeso la sua fede. Suo marito ha divorziato da lei e nel 1999 le è stato inflitto un anno di lavori forzati. La sua pena è stata prolungata di 10 mesi e non è stata rilasciata fino all'agosto 2001. Durante la detenzione è stata picchiata, privata del sonno, tenuta in cella d’isolamento e appesa per i polsi. Ha anche dovuto svolgere lavori forzati, come la produzione di pesticidi, senza alcun dispositivo di protezione.
Quando la polizia ha tentato di arrestarla nuovamente il 22 ottobre 2001, lei è caduta dal quarto piano dell'edificio mentre cercava di fuggire. Ha riportato fratture alla colonna vertebrale e alle costole. A causa delle continue vessazioni, nel dicembre 2001 è stata costretta a vivere lontano da casa, ma il 24 maggio 2003 è stata arrestata. La polizia l'ha picchiata e percossa per ore con i bastoni elettrici. Temendo che potesse morire in custodia, la donna è stata abbandonata in un campo.
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