(Minghui.org) La Falun Dafa insegna alle persone ad essere gentili. Di seguito sono riportate alcune storie e riflessioni che ho acquisito praticando la Falun Dafa (chiamata anche Falun Gong), spero che più persone possano comprendere i meriti della Dafa e non si lascino ingannare dalle menzogne del Partito Comunista Cinese (PCC).
La Dafa porta armonia nella mia famiglia
Mio marito non pratica la Falun Dafa e ci siamo conosciuti ad un appuntamento al buio. Sono stata completamente onesta e aperta con lui, gli ho detto che praticavo la Falun Dafa e che sia io che la mia famiglia avevamo subito persecuzioni, volevo che sapesse della mia fede e le conseguenze che il regime poteva causare. Volevo anche che ne parlasse a casa con i suoi genitori perché se non fossero stati contenti della mia pratica, avremmo potuto smettere subito di vederci. L’uomo che era esausto per un viaggio di lavoro ed era venuto all’appuntamento al buio per cortesia, improvvisamente si è illuminato e ha detto: “Ho incontrato praticanti della Falun Dafa al lavoro, sono persone molto gentili e non lottano per ottenere vantaggi personali. È una convinzione personale e non credo sia un problema, ma comunque, ne parlerò con i miei genitori”.
I suoi genitori erano molto favorevoli. Mia suocera, una persona piuttosto timida, apprezzava il Falun Gong e raccontava di una sua ex collega che praticando era guarita dalle sue malattie. Ha anche detto che se non avesse avuto paura della persecuzione avrebbe voluto iniziare a praticarlo anche lei. Mio suocero, che era stato perseguitato durante una precedente campagna politica, vedeva le cose più chiaramente e ha detto che essendo una mia convinzione personale non c’era nulla di cui preoccuparsi, e così, io e mio marito ci siamo sposati.
Dopo il matrimonio ho sempre mantenuto gli standard di una praticante. Mia suocera ha quattro fratelli, tutti molto uniti e si incontrano spesso. Sapevano che mio marito era esigente ed erano curiosi di sapere che tipo di moglie avesse scelto, si riunivano spesso in famiglia e mi osservavano. Nella mia vita seguo i principi di Verità, Compassione e Tolleranza ed essendo sempre premurosa nei confronti degli altri, tratto tutti i parenti e amici con gentilezza.
Col tempo mia suocera ha ricevuto molti complimenti per la nuora, i fratelli dicevano che sono coscienziosa, generosa, brava nel lavoro, di buon carattere e che sono capace di far star bene la famiglia.
Nel corso degli anni non ho mai avuto conflitti con miei suoceri, ho sempre considerato prioritario il loro benessere e quello di mia cognata (la sorella minore di mio marito), suo marito e mia nipote. Sono sempre umile e cortese quando si tratta di considerare i nostri interessi personali, anche miei suoceri sono gentili e corretti, di conseguenza siamo sempre andati molto d’accordo. Tutti loro sostengono profondamente la Falun Dafa.
L’usanza locale vuole che i nonni, in particolare le nonne, si prendano cura dei propri nipoti e ci si aspetta che utilizzino i propri averi per aiutare a prendersene cura, venendo criticati se non svolgono bene il loro compito.
Dopo la nascita di nostro figlio ho ricordato a mio marito che i suoi genitori stavano invecchiando e che sua madre aveva subito un intervento di craniotomia, gli ho suggerito di occuparci noi stessi di nostro figlio. Lui è stato d’accordo, quindi abbiamo assunto una infermiera per familiarizzare con le necessità del neonato durante il primo mese dopo il parto e in seguito, una tata che si occupava del bambino durante il giorno mentre io e mio marito ci occupavamo di nostro figlio durante la notte.
Mia suocera ne è rimasta molto commossa e i suoi fratelli l’hanno invidiata. In realtà, è positivo per i praticanti sopportare alcune difficoltà. Nel processo di crescita di nostro figlio ho eliminato molti attaccamenti umani e sono diventata più tollerante e calma, crescere un bambino senza un aiuto aggiuntivo mi ha aiutata a comprendere meglio i suoi cambiamenti psicologici e a comunicare con lui in modo più fluido. Dopo aver sperimentato le difficoltà di crescere un bambino, ho una comprensione migliore anche degli anziani.
Nostro figlio è diventato un praticante della Falun Dafa e mi ha seguito sul percorso di salvare le persone sin da quando era molto piccolo. Grazie, Maestro, per la tua compassionevole protezione.
Non dar peso ai guadagni e alle perdite sul lavoro
Il PCC ha iniziato a perseguitare la Falun Dafa a luglio del 1999, solo sei mesi dopo che ero stata assunta al lavoro. Sebbene fossi introversa e riservata seguivo comunque ciò che il Maestro insegnava nello Zhuan Falun, non discutevo né contendevo quando si trattava del mio tornaconto personale, svolgevo diligentemente il lavoro che mi veniva assegnato indipendentemente dal fatto che rientrasse o meno nelle mie mansioni. Correggo i miei difetti quando gli altri me li fanno notare e sono gentile con tutti, colleghi e colleghe, compresi quelli che non mi apprezzano. Molte colleghe si sono avvicinate per incoraggiarmi, dicendo che bastava guardarmi per capire che il Falun Gong era una cosa buona e che dovevo stare attenta.
Il direttore del nostro dipartimento in seguito è stato trasferito alla squadra investigativa del dipartimento di polizia della città. Una volta è tornato a trovarci e mi ha detto esplicitamente: “Mi è stato assegnato il compito di mandare i praticanti del Falun Gong al campo di lavoro, mi sono ricordato di quanto tu sia gentile e quindi sono stato gentile con loro”. Ho risposto: “Grazie! Trattare bene i praticanti del Falun Gong ti porterà benedizioni, ma sarebbe meglio per te se potessi evitare del tutto di essere coinvolto nella persecuzione”.
Un dipendente che è stato licenziato dal posto di lavoro e si stava preparando ad avviare un’azione legale contro la nostra ditta, è venuto da me per raccogliere prove. Gli ho detto tutto del suo caso senza riserve: facevo parte del gruppo che se ne occupava e i fatti erano a suo favore, ma avrei potuto essere ritenuta responsabile per averlo aiutato. Mi ha chiesto: “Cosa dovrei fare? Potresti essere ritenuta responsabile anche tu”. Gli ho risposto: “Un errore rimane tale per chiunque lo commetta e le persone devono accettare le conseguenze dei propri errori. Non preoccuparti, fai semplicemente ciò che ritieni giusto. Non importa, purché vada bene per te”. È rimasto senza parole per un attimo, poi ha detto: “Lascia perdere, non è una grande perdita. Sei così gentile che non sopporterei di vederti coinvolta”. Ricordo ancora le sue parole sincere. In realtà io e questo collega non avevamo quasi mai parlato prima, tranne che durante alcuni passaggi di consegne e quando ci eravamo scambiati i registri degli avanzamenti di lavoro.
In seguito ho segnalato gentilmente alla direzione i problemi e le ingiustizie subite dai dipendenti e il nostro reparto, sotto questi aspetti è migliorato.
Attualmente sono vicina all’età pensionabile. Ripercorrendo il trascorso della mia carriera posso dire di non aver mai avuto conflitti con i miei superiori a causa dello stipendio o della mia posizione, ho sempre lavorato duramente e compensato silenziosamente le carenze. Se l’azienda aveva il bilancio di spesa limitato o non era disposta ad acquistare le attrezzature, i dati o la tecnologia necessari per il mio lavoro e se le mie finanze lo permettevano, pagavo di tasca mia o trovavo risorse gratuite oppure imparavo a svolgere il compito senza.
Una volta sono andata a presentare una relazione alla sezione revisioni e per caso c’era lì una dirigente che i miei colleghi temevano: ha alzato lo sguardo, mi ha vista e ha preso in carico la mia pratica, stranamente era cordiale e allegra, ha persino chiacchierato con me di questioni familiari. Un giorno il mio direttore mi ha detto: “Quella dirigente ha un brutto carattere, non mi piace avere a che fare con lei ma un giorno mi ha chiamato per lodarti. Che cosa le hai fatto?”.
Un’altra volta ho fatto domanda per un lavoro in un’altra azienda e dopo aver verificato le mie referenze, il responsabile delle risorse umane mi ha detto: “Il responsabile dell’ufficio della tua ex azienda ha parlato molto bene di te, lodandoti continuamente e dicendoci di trattarti bene”. In realtà non conoscevo affatto il responsabile dell’ufficio perché era nuovo e probabilmente aveva sentito parlare di me dal suo predecessore, che nemmeno io conoscevo. Anche se non ci conoscevamo bene, penso che le persone potessero comprendere e percepire la bontà dei praticanti della Dafa.
Gli articoli in cui i coltivatori condividono le loro comprensioni riflettono le loro percezioni in quel momento, in base al proprio stato di coltivazione e vengono offerti nello spirito di consentire l’elevazione reciproca.
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