Shandong: Praticante condannata a quattro anni per la sua fede, da quando è dentro carcere non può farsi la doccia

Home > Persecuzione > Resoconti della persecuzione

22 Feb. 2025 | Di un corrispondente Minghui della provincia dello Shandong, Cina

(Minghui.org) Feng Guichun, una residente della città di Linyi, nella provincia dello Shandong, che sta scontando quattro anni per la sua fede nel Falun Gong, da quando è arrivata in carcere quattro mesi fa non può fare la doccia.

La signora Feng, trentenne dipendente della Banca centrale del sangue di Linyi, è stata arrestata il 24 agosto 2023 e il 30 maggio dell'anno successivo è stata condannata a quattro anni. Il 30 settembre è stato respinto il suo appello e il 17 ottobre dello stesso anno è stata rinchiusa nel Carcere femminile della provincia dello Shandong. Da quando è entrata in prigione è stata tenuta in cella d’isolamento.

Le guardie carcerarie hanno fatto in modo che le detenute sorvegliassero Feng 24 ore su 24. L'hanno costretta a guardare video che diffamano il Falun Gong e il suo fondatore. Poiché si è rifiutata di firmare dichiarazioni di rinuncia al Falun Gong, le guardie le hanno afferrato le mani per costringerla a firmare.

I familiari di Feng sono stati avvertiti di non menzionare alcuna parola lontanamente legata alla disciplina del Falun Gong (come “cielo” e “divinità”), altrimenti non avrebbero avuto il permesso di visitarla in prigione. Ogni volta che i suoi familiari la vedevano, notavano che i suoi capelli erano diventati opachi. Lei ha detto che non le era permesso di farsi la doccia e inoltre c'era un'etichetta rossa sui suoi vestiti. Una guardia carceraria ha detto che i cartellini di colore diverso venivano usati per indicare il “livello” (probabilmente quello di sicurezza) a cui ogni detenuta era assegnata. Non ha spiegato cosa significasse “rosso”, ma Feng ha detto che non poteva acquistare tutti i beni di prima necessità come le altre detenute.

Tutte le visite dei familiari erano monitorate dalle guardie incaricate; una che si chiamava Bi prendeva anche appunti sulle conversazioni. Quando i suoi cari le hanno chiesto se fosse stata torturata, costretta a sedersi su un piccolo sgabello o sottoposta ad altre forme di abuso, lei non ha voluto rispondere.