(Minghui.org) In un articolo pubblicato lo scorso 20 febbraio, il Washington Examiner ha dichiarato che dopo aver fallito nel tentativo di far chiudere Shen Yun con minacce e sabotaggi, il Partito Comunista Cinese (PCC) ha provato un'altra tattica: mettere contro l'opinione pubblica facendo leva sui media statunitensi.
La missione di Shen Yun è quella di portare in scena 5.000 anni di autentica cultura cinese, mentre il PCC ha sempre fatto il contrario, soprattutto dopo la Rivoluzione Culturale, cercando di convincere i teatri di tutto il mondo a cancellare gli spettacoli di Shen Yun, utilizzando campagne diffamatorie e minacce di bombe. Dopo il fallimento di questi tentativi, il PCC ha collaborato con il New York Times, che ha pubblicato 6 articoli in 6 mesi con argomenti che sabotavano ed erano contro Shen Yun.
Secondo il Washington Examiner, il PCC non è riuscito a far chiudere Shen Yun con la repressione, e “ora è passato a una tattica ancora più insidiosa, sfruttando i media americani come il New York Times, per attaccarlo”.
L'autore definisce la prolungata soppressione di Shen Yun da parte del PCC “un problema dell'America”, perché significa che agenti stranieri si sono infiltrati nella stampa statunitense per mettere a tacere i dissidenti.
L'articolo del New York Times che critica Shen Yun non è solo un articolo, ma un segno che il PCC ha “manipolato le grandi aziende per evitare di criticare la Cina, e ha usato i giornalisti occidentali per sostenere le sue narrazioni”.
L'autore parla di come lo sport, il cinema e le aziende tecnologiche, abbiano ceduto alle richieste del PCC in cambio di profitti. Gli Istituti Confucio si sono infiltrati nelle università statunitensi, diffodendo la propaganda del PCC. “Ora il PCC sta usando i media americani per diffamare i dissidenti che hanno cercato rifugio negli Stati Uniti, mettendo la nostra stampa contro coloro che sono fuggiti dall'oppressione”, si legge nell'articolo.
Cresciuto in Iran, l'autore ha raccontato di essere stato testimone di come il regime iraniano usi la guerra psicologica e la propaganda per mettere a tacere i dissidenti. “Il regime iraniano usava i media controllati dallo Stato, per mettere i cittadini gli uni contro gli altri ed eliminare l'opposizione, e ora vedo che il PCC utilizza la stessa tattica, per mettere a tacere chi dice la verità”.
L'autore ha affermato che se i media americani possono attaccare un gruppo artistico, “cosa impedisce loro di usare le stesse tattiche contro gli americani comuni?”, e considera una grave violazione della libertà di parola il fatto che il PCC possa dettare la narrativa negli Stati Uniti per influenzare la percezione pubblica e le decisioni politiche, e ha affermato che “allora l'America non si governa più da sola”.
Alla fine l'autore ha dichiarato: “Gli artisti di Shen Yun sono venuti in America perché credevano nella promessa di libertà. Se permettiamo alle tattiche del PCC di infiltrarsi nei nostri media, nelle aziende e nelle istituzioni, tradiamo quella promessa. La questione è più grande di Shen Yun, si tratta di preservare l'anima dell'America”. Ha invitato gli Stati Uniti ad agire immediatamente e ad applicare la legge sulla registrazione degli agenti stranieri, per richiedere ai dirigenti dei media che promuovono la propaganda del PCC di registrarsi come tali, e ha inoltre esortato gli Stati Uniti a controllare le piattaforme di proprietà del PCC, e a ritenere responsabili le aziende che promuovono l'ideologia del PCC rispetto ai valori americani sul territorio statunitense.
Il Washington Examiner, con sede a Washington D.C., è un notiziario online americano e una rivista cartacea settimanale. La testata si concentra su reportage politici, economici e culturali ed è nota per i suoi articoli investigativi, le analisi e i commenti sugli eventi negli Stati Uniti e nel mondo.
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