(Minghui.org) Ripensando ai miei oltre 20 anni di coltivazione, ho molte esperienze ancora vivide nella mia memoria. Avevo disturbi ginecologici, soffrivo di mal di stomaco, mal di schiena, insonnia e altri disturbi minori. Dopo aver iniziato a praticare la Falun Dafa, nel 1999, tutti questi malanni sono scomparsi. Il Maestro Li ha purificato il mio corpo. Ero felice ogni giorno, e gradualmente sono arrivata a comprendere molti principi della Fa.

Quando il Partito Comunista Cinese (PCC) ha lanciato la persecuzione, praticavo la Falun Dafa da circa tre mesi. Non capivo perché avessero vietato una pratica così buona ed ero molto preoccupata. Vivevo in una piccola città, dove arrivavano solo poche informazioni. Avevo perso i contatti con gli altri praticanti, quindi studiavo la Fa e facevo gli esercizi da sola in casa. Quando i vicini o i colleghi mi vedevano, ripetevano le calunnie sentite in televisione per cercare di convincermi a non praticare più.

Gli spiegavo che quello che dicevano in televisione non era la verità; la Falun Dafa era stata accusata ingiustamente e veniva calunniata; il Maestro ci insegna a diventare brave persone assimilandoci ai principi di Verità, Compassione, Tolleranza, ed è grazie a questi insegnamenti che siamo sani e ci miglioriamo fino a diventare esseri altruisti e illuminati, e che la Falun Dafa è una Fa retta. Quando qualcuno mi chiedeva se fossi una praticante della Dafa rispondevo: “Sono ancora lontana dallo standard per essere un’autentica discepola della Dafa, ma farò del mio meglio per esserlo”.

Non riuscivo a procurarmi alcun materiale informativo per chiarire la verità, ma non volevo che quest’ostacolo potesse impedirmi di far conoscere la verità sulla Dafa alle persone, quindi ho realizzato degli adesivi di carta rossa con su scritto “La Falun Dafa è buona; Verità, Compassione, Tolleranza sono buone”. Il giorno dopo il Capodanno cinese, mentre mi avviavo a prendere l’autobus all’uscita dal lavoro, ho incontrato un’anziana praticante che mi ha chiesto se praticassi ancora la Dafa. Ho risposto: “Certo. Come potrei non praticarla è davvero un’ottima pratica!”. Mi ha condiviso il suo pensiero dicendo che era meraviglioso che stessi ancora praticando. Con l’aiuto del Maestro, sono riuscita nuovamente a contattare altri praticanti e mi sono immersa nella potente corrente della rettifica della Fa.

Nel 2002, un amico praticante è stato arrestato mentre affiggeva adesivi di chiarimento della verità e ha fatto il mio nome alla polizia. Stavo preparando il pranzo quando ho sentito bussare alla porta. Dallo spioncino, ho visto che erano agenti di polizia, quindi rapidamente sono corsa in camera mia e ho bruciato l’elenco dei contatti dei praticanti. Stavano ancora bussando quando ho aperto la porta e oltre 10 agenti si sono precipitati dentro casa e hanno iniziato a mettere tutto a soqquadro. Un agente mi fissava insistentemente. Ho chiesto loro: “Perché state perquisendo la mia casa? Chi vi ha dato l’autorità? Quale legge ho infranto?”.

Quando mi hanno chiesto se fossi praticante della Falun Dafa, ho detto loro che lo ero e ho chiesto: “Cosa c’è di sbagliato nella Falun Dafa? È sbagliato essere una brava persona?”. Hanno risposto che praticare la Falun Dafa era illegale, che il governo non lo permetteva. Qualcuno che sembrava essere un funzionario mi ha mostrato uno striscione di chiarimento della verità e mi ha chiesto se l’avessi scritto io. Ho risposto di sì.

Mi hanno messo la casa sottosopra senza alcuna spiegazione, e volevano portarmi via. Ho detto: “Aspettate! Avete fatto una tale confusione in casa! Siete davvero la ‘polizia del popolo’? Prima pulite tutto”. Hanno ordinato a due agenti di risistemare un po’.

Mi hanno portata alla stazione di polizia, e una volta arrivati là sono stata ammanettata a una sedia. Ho cercato di chiarirgli la verità sulla Dafa, ma si sono rifiutati di ascoltare. Quella sera mi hanno trasferita al centro di detenzione. Mentre giacevo stesa sul pavimento a piedi nudi in quella notte gelida, mi sono resa conto di non sentire freddo. Ho visto un grande Falun (ruota della legge) ruotare sul soffitto, e una linea di caratteri cinesi sul muro che recitava: “Fare il meglio in base alla circostanza”.

Sapevo che il Maestro mi stava accanto e mi aiutava a calmarmi. Ho visto anche delle piccole figure umane che correvano e saltavano sul muro, come in un film. Mi sono messa a sedere, le ho guardate per qualche istante, e ho sorriso. Sapevo che il Maestro mi stava suggerendo di non avere paura, perché era tutta una finzione. Ho pensato: “Sto imparando una retta Fa, e il male non può trionfare sul bene. Devo assumere il ruolo di protagonista”. Ho cercato di recitare la Fa, ma ero solo in grado di ricordare Hong Yin, “Sulla Dafa” e l’indice dello Zhuan Falun. Ho recitato tutto ciò che riuscivo a ricordare e con la Fa del Maestro nel mio cuore mi sono rassicurata.

La mattina dopo un uomo anziano mi ha portato un panino di mais al vapore e una ciotola di zuppa e ha detto: “Figliola sei così giovane. Perché credi in questa Falun Dafa? Hai dei bambini piccoli a casa. Ammetti di aver sbagliato e vai a casa”.

“Signore, non ho fatto nulla di sbagliato. Ho solo tratto beneficio dalla Dafa. Il Maestro ci insegna a essere brave persone e seguire i principi di Verità, Compassione, Tolleranza. Come può essere sbagliato?!”. Ha borbottato qualcosa sul perché fossi così testarda e se n’è andato.

Poco dopo sono arrivati oltre una decina di agenti di polizia. Ho rammentato la Fa del Maestro:

“Le mie radici affondano profondamente nell’universo; se qualcuno potesse colpire voi, sarebbe in grado di colpire me e per dirla chiaramente, sarebbe in grado di danneggiare l’universo.” (Prima Lezione, Zhuan Falun)

Ho pensato intimamente che nessuno di loro avrebbe potuto toccarmi, nemmeno torcermi un capello. Mi hanno portata nella stanza per gli interrogatori. Gli ho solo chiarito la verità e ho sostenuto di non sapere nient’altro. In questo modo sono passati diversi giorni e ai miei famigliari non hanno permesso di venire a trovarmi: mi hanno confiscato tutto il cibo che la mia famiglia mi mandava, così per protesta ho iniziato uno sciopero della fame.

La mattina del settimo giorno, la polizia ha aperto la porta della cella e mi ha chiamata fuori. C’erano oltre 10 agenti muniti di manganelli elettrici e del personale dell’emittente televisiva con le telecamere, pronti a registrare. Ero il loro soggetto principale. Mi hanno portata nella stanza degli interrogatori e tenuta ferma su una sedia. Gli ho fatto notare che stavano violando i miei diritti e che li avrei denunciati. Ho iniziato a recitare la Fa silenziosamente e mi sono rifiutata di rispondere alle loro domande.

Il direttore della stazione di polizia cercando di intimidirmi ha battuto forte sul tavolo, e urlando ha detto: “Sai dove siamo? Come ti chiami? Pensi di potertene andare da qui?”.

Ho risposto: “Prima di tutto non sono una criminale. Non ho infranto alcuna legge. Secondo, la libertà di credo è un diritto dei cittadini. Siete voi che state infrangendo la legge. Se posso andarmene da qui o no, sarà il nostro Maestro a deciderlo”.

Un agente è intervenuto e mi ha detto: “Devi permettere al nostro direttore di salvare la faccia!”.

“Le stazioni televisive della nazione stanno diffamando la Falun Dafa confondono il nero col bianco … È una questione di salvare la faccia?”.

Allora il direttore infuriato ha detto: “Ci dica la sua attuale opinione sulla Falun Dafa”. Mi ha lanciato un pezzo di carta sul quale ho scritto: “La Falun Dafa è una pratica di coltivazione rara e di alto livello, ma viene ingiustamente perseguitata come non si era mai visto prima. La Dafa è una retta Fa”. Vedendo che non avrei collaborato, hanno concluso rapidamente l’interrogatorio.

Circa due settimane dopo, sono tornati e mi hanno ordinato di firmare i documenti di rinuncia alla pratica della Dafa. Ho rifiutato fermamente. A quel punto hanno chiamato mio marito il quale, temendo che sarei stata nuovamente perseguitata, mi si è inginocchiato davanti, con le lacrime agli occhi che gli rigavano il viso. Nel mio cuore si è fatto spazio un sentimento che mi ha turbata, finché non mi è venuta in mente la Fa del Maestro:

“Fama, interesse ed emozioni – tutto va eliminato mediante la coltivazione,ascendi al firmamento con il Compimento,osserva il mondo con compassione,solo allora ti sarai risvegliato dalle illusioni”(“Raggiungere il Compimento”, Hong Yin)

Quel pomeriggio hanno portato me e un’altra praticante al centro di detenzione della città. Una volta lì, ci siamo rifiutate di indossare l’uniforme dei detenuti e di recitare le regole del centro di detenzione. Sono stati detenuti lì molti praticanti. In quel centro venivano picchiati, insultati, torturati con i bastoni elettrici, messi in cella d’isolamento, legati al letto della morte e sottoposti a torture disumane.

Noi non ci siamo fatte intimidire. Abbiamo condiviso le nostre esperienze e recitato insieme la Fa. Anche gli amici praticanti dicevano che il Maestro non riconosce questa persecuzione, quindi non dovremmo riconoscerla neanche noi. Dopo aver compreso i principi della Fa, ho detto intimamente al Maestro: “Maestro, ho sbagliato. Tu vuoi che salviamo le persone, ma come posso salvare le persone se sono bloccata qui? Se hai disposto questo per me, lo accetto. Altrimenti, non lo accetterò assolutamente. Non è qui che dovrei stare. Devo uscire e fare quello che devo fare. Sono stata qui oltre due mesi e mi sono persa tante opportunità”. Con questo unico pensiero in mente il Maestro mi ha aiutata.

Il mattino di due giorni dopo, un funzionario di polizia ha chiamato me e l’altra praticante, e mi ha ordinato di recitare le regole del centro di detenzione. Ho risposto che non le avrei recitate perché non ero una criminale. Mi ha chiesto cosa volessi fare e gli ho risposto che volevo tornare a casa. Ha replicato che ci era stato assegnato un campo di lavoro forzato e ci ha detto di prendere le nostre cose. Siamo state scortate fuori dal cancello. La polizia ha ammanettato l’altra praticante, poi ha cercato di ammanettare me. Con un solo gesto delle mani, ho evitato le manette. Quando se ne sono accorti, uno di loro ha esclamato: “Non importa! Non ti ammanetteremo più”.

Ho dato i miei effetti personali ad altre praticanti e non ho preso nulla. Una poliziotta mi ha chiesto: “Non porti niente con te? Cosa farai quando arriverai lì?”. Le ho detto che ci avrebbe pensato il Maestro. Per tutto il viaggio abbiamo inviato continuamente pensieri retti chiedendo al Maestro di rafforzarci.

Siamo arrivate al centro di detenzione verso le 14:00, e i medici ci hanno visitate. Avevo i valori della pressione talmente elevati che il centro di detenzione si è rifiutato di accettarmi. In questo modo, con la protezione del Maestro, sono uscita dal programma di tre anni di lavori forzati e il giorno stesso sono tornata a casa.

Durante gli oltre 20 anni di coltivazione ho sperimentato molte prove e tribolazioni. Dopo aver letto “Le tribolazioni della Fa” e “Brusco risveglio”, mi sono guardata dentro e mi sono veramente vergognata: gli attaccamenti alle nozioni umane e il mio sentimentalismo non erano stati coltivati. D’ora in poi coltiverò sicuramente me stessa in modo solido e correggerò ogni singolo pensiero. Farò bene le tre cose, sarò degna della grazia del Maestro e tornerò a casa con Lui.

Questa è la mia esperienza personale di coltivazione. Vi prego di farmi notare tutto ciò che non è in linea con la Fa.

Gli articoli in cui i coltivatori condividono le loro comprensioni riflettono le loro percezioni in quel momento, in base al proprio stato di coltivazione, e vengono offerti nello spirito di consentire l’elevazione reciproca.