(Minghui.org) Pensavo di non essere stato profondamente influenzato dalla cultura del Partito Comunista Cinese (PCC) e di non avere l'attaccamento alla gelosia. Tuttavia, recentemente ho iniziato ad avere conflitti con altri praticanti. Dopo essermi guardato dentro, ho capito che la causa principale di tali incomprensioni derivava dalla cultura del Partito.

Essendo circondato dalla cultura del PCC, e non sapendo cosa fosse la cultura tradizionale, il mio comportamento rifletteva l'influenza del Partito.

Ad esempio, quando aiutavo le persone a lasciare il PCC, mi vantavo con gli altri praticanti: “Oggi ho aiutato decine di persone a lasciare il Partito”, oppure “Ieri ho aiutato molte persone a lasciare il Partito”. Ho notato che ad alcuni praticanti non faceva piacere sentirlo dire, ma non capivo perché e pensavo: “Non è una buona cosa aiutare più persone a lasciare il PCC? Non dovrebbero apprezzare i miei sforzi?”. Alcuni praticanti mi hanno fatto notare che avevo un attaccamento al mettermi in mostra. Ho respinto i loro commenti: pensavo di essere diretto e onesto.

Studiando la Fa, mi sono reso conto che non stavo considerando i sentimenti degli altri. Alcuni praticanti potrebbero non aver aiutato tante persone a lasciare il PCC e, parlando ripetutamente di quanto ero stato bravo, ho involontariamente creato pressione su di loro. Il mio comportamento ha rivelato la mia arroganza e il mio ego: desideravo distinguermi e volevo essere lodato.

Riconoscere il mio attaccamento al mettermi in mostra

Se avevo veramente capito che era stato il Maestro ad aver organizzato le cose, perché sentivo il bisogno di enfatizzare ciò che avevo fatto? Ho capito che rifletteva il mio desiderio di mettermi in mostra e cercare di convalidarmi. Questi attaccamenti erano così radicati in me che nemmeno li avevo notati.

Quando gli altri mi hanno fatto notare che avevo la tendenza a mettermi in mostra, non ho pensato di avere questo attaccamento. Solo quando un praticante si è vantato di poter leggere il carattere più piccolo sullo schermo del suo telefono, ho capito. Anche se non ho detto nulla, mi sono sentito infastidito e ho pensato che si stesse mettendo in mostra. All'improvviso mi sono anche reso conto di averlo fatto anch'io.

Mi sono guardato dentro e ho visto che le mie parole spesso riflettevano una mentalità di ostentazione, sia che parlassi di quante persone avevo aiutato a lasciare il Partito, sia di come avevo memorizzato la Fa o di ciò che avevo realizzato. Mi sono chiesto: “Le mie parole sono davvero utili agli altri?”. Quando chiariamo la verità, dobbiamo considerare la capacità di comprensione della persona con cui stiamo parlando. Allora perché non ho avuto la stessa considerazione per i sentimenti degli altri praticanti? Mi sono concentrato solo sulla condivisione dei miei successi: non è stata forse una manifestazione del mio ego?

Dobbiamo cercare di capire se ogni parola che pronunciamo può essere di beneficio ad altre persone, compresi i praticanti. Coltivare la parola non riguarda soltanto ciò che diciamo, ma riflette anche la nostra xinxing e la nostra mentalità.

Prima di iniziare a coltivare, mi sembrava che le persone intorno a me, dall'infanzia all'età adulta, provassero invidia nei miei confronti, anche se non ho mai capito perché. Un giorno ho letto un articolo in cui l'autore praticante spiegava che il contrario del proverbio “le acque calme scorrono in profondità” è “ostentare i propri talenti”. Mi sono reso conto che quell'articolo mi stava descrivendo perfettamente.

Poiché non conoscevo la cultura tradizionale e non sapevo essere umile, parlavo spesso dei miei punti di forza. Facevo sentire a disagio le persone intorno a me e questo mi portava ad avere conflitti con altri praticanti. Ho capito che quei problemi derivavano dall'influenza della cultura del Partito. Il fatto che mi mettessi involontariamente in mostra faceva sentire gli altri a disagio.

Dopo alcuni intensi conflitti, che mi hanno costretto a guardarmi dentro profondamente, a poco a poco ho riconosciuto i miei attaccamenti. Essendo cresciuto in un ambiente privilegiato, ero abituato a essere elogiato. Anche quando mi trovavo al centro di detenzione gli altri praticanti mi lodavano per la mia calma e sicurezza. Pertanto, quando improvvisamente mi son trovato oggetto di critiche, per me è stato difficile da accettare.

Ho capito che mi piaceva sentire i complimenti. Mi concentravo su chi avesse ragione o torto a livello superficiale, e non mi piaceva essere frainteso. Tuttavia giudicare le situazioni in base alle apparenze esteriori di giusto e sbagliato non è corretto. Come coltivatori, dovremmo concentrarci sul miglioramento della nostra xinxing, indipendentemente da come le cose appaiono in superficie.

Mi sono anche reso conto che senza questi conflitti, a casa o nella società, non avrei potuto migliorare veramente. I conflitti tra praticanti ci aiutano a migliorare la nostra xinxing e a eliminare il karma: sono, di fatto, positivi. Ogni sfida che incontriamo è un'opportunità, organizzata con cura dal Maestro, per mettere a nudo i nostri attaccamenti e aiutarci a eliminarli. Se non riesco a lasciar andare i miei attaccamenti, non sto forse fallendo nel seguire gli insegnamenti e la guida del Maestro?

Ho capito che, sia le situazioni buone che quelle cattive, si possono considerare positive. Dopo aver raggiunto questa comprensione, ho sentito un peso staccarsi dalle mie spalle. Sono profondamente grato agli altri praticanti per il loro sostegno, e ora mi sento più equilibrato e calmo.

L'aspetto più evidente della cultura del Partito è l'odio, irrazionale e privo di fondamento. Ho sempre pensato di essere una persona di buon cuore e di non aver mai avuto discussioni accese con nessuno. Tuttavia, l'odio seminato dal PCC è profondamente radicato in noi.

Circa 10 anni fa una praticante locale si è risposata dopo la morte del marito. Sapeva che disapprovavo il suo comportamento, quindi non osava affrontare l'argomento. Ogni volta che parlavamo del suo matrimonio, mi arrabbiavo e avevo pensieri negativi su di lei. Non capivo perché questa cosa mi irritasse e mi giustificavo dicendo che la mia disapprovazione era per il suo bene; dopotutto aveva già 50 anni, che senso aveva risposarsi?

Sapevo che la mia mentalità era sbagliata, così ho cercato di reprimere le mie emozioni. All'epoca non capivo cosa fosse la cultura del Partito. Anni dopo, quando ho rivisto la praticante, era molto invecchiata e non poteva più fare le tre cose. Mi è dispiaciuto molto per lei.

Gradualmente ho compreso che l'odio mi stava impedendo di avere compassione nei suoi confronti. Quando l'ho riconosciuto chiaramente, l'attaccamento è scomparso. Da allora, la sostanza dell'odio non è più apparsa nei miei pensieri.

La cultura del Partito si manifesta anche nell'essere taglienti, arroganti, privi di umiltà, in cerca di attenzione, parlare in termini assoluti e non lasciare spazio alle idee altrui. Riconosco di essere ancora portatore di queste cose, ma mi sto impegnando ad applicare la Fa per correggere ogni pensiero negativo ed eliminare tutta la cultura del Partito. Sono anche profondamente grato per l'aiuto disinteressato degli amici praticanti.