(Minghui.org) Una donna di 60 anni residente nella città di Ning'an, nella provincia dell'Heilongjiang, sta facendo ricorso contro una condanna a tre anni e mezzo di carcere per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.
Shang Xiufang, tecnico di laboratorio presso il Centro di controllo delle malattie di Ning'an, è stata arrestata il 9 maggio dell'anno scorso durante una retata degli agenti della Divisione di sicurezza interna della città di Ning'an. La donna è stata trattenuta nel Centro di detenzione della città di Ning'an e successivamente condannata al carcere dal Tribunale della città di Hailin. L'appello è stato affidato al giudice Pan Yuancheng del Tribunale intermedio di Ning'an.
Negli ultimi 26 anni di persecuzione, Shang è stata ripetutamente arrestata e incarcerata per aver sostenuto la propria fede. In precedenza ha scontato due periodi in un campo di lavoro e un periodo di detenzione, per un totale di cinque anni e otto mesi. Ha subito torture incessanti ed è sopravvissuta a stento.
Un anno in un campo di lavoro per aver fatto appello al Falun Gong
Shang è stata arrestata per la prima volta il 21 luglio 1999, il giorno dopo l'inizio della persecuzione e reclusa nel Centro di detenzione di Ning'an per 13 giorni.
Il 14 febbraio 2000 si è recata a Pechino per chiedere il diritto di praticare il Falun Gong e lì è stata arrestata e riportata indietro, per poi essere rinchiusa nel centro di detenzione locale. Poiché si è rifiutata di rinunciare al Falun Gong, è stata costretta a indossare per un mese catene del peso di 24 chilogrammi e a subire scosse con manganelli elettrici.
Nel giugno 2000 Shang è stata condannata a un anno di lavoro forzato e trasferita al Campo di lavoro di Mudanjiang. Una guardia di nome Ling e due medici le hanno aperto la bocca con un cacciavite e poi le hanno inserito un apribocca arrugginito. Successivamente le hanno somministrato a forza, attraverso un tubo di gomma, farina di mais mescolata con molto sale, rischiando di farla soffocare.
Poiché Shang praticava gli esercizi del Falun Gong nel campo di lavoro, la guardia Zhang Xiaoguang l'ha costretta a stare in piedi nel corridoio, le ha tappato la bocca con il nastro adesivo e le ha versato dell'acqua fredda nel naso. Si sentiva come se il suo sistema respiratorio fosse bloccto e non poteva fare a meno di piangere.
Per due mesi nel campo di lavoro, Shang è stata picchiata, maltrattata verbalmente, le è stata versata addosso acqua fredda e ogni giorno veniva sottoposta a scosse con manganelli elettrici. In una occasione, la guardia Liu Xiufen l'ha percossa con un manganello elettrico così a lungo da ustionarle gravemente le gambe.
Alla fine di luglio 2000, Shang ha iniziato uno sciopero della fame per protestare. Quattro giorni dopo è stata riportata al Centro di detenzione di Ning'an. La guardia Li Wenying l'ha colpita alla schiena con un lungo tubo di PVC mentre entrava nella cella. In seguito non è più riuscita a camminare e sentiva il suo corpo disarticolato. Ha finito di scontare la pena nel centro di detenzione ed è stata rilasciata nel maggio 2001.
Condannata a tre anni
Il 21 aprile 2002 Shang è stata nuovamente arrestata dagli agenti della prima Stazione di polizia di Ning'an che l'hanno immobilizzata, picchiata con un bastone di legno, bruciata con delle sigarette e le hanno versato dell'acqua fredda addosso.
Successivamente, dopo essere stata portata al Centro di detenzione di Ning'an, si è rifiutata di indossare la divisa da detenuta ed è stata costretta mani e piedi in catene, con le manette collegate a una catena di 40 centimetri, che le impedivano di alzarsi e di raddrizzare la schiena, costringendola a tenere il corpo sempre piegato. Le guardie hanno rimosso il dispositivo di tortura solo 20 giorni dopo. In quel periodo ha dovuto ricorrere all'aiuto di altre persone per andare in bagno o mangiare.
http://en.minghui.org/u/article_images/47902cfaab7e50089651fef8cac16ea6.jpgIllustrazione della tortura: mani e piedi in catene
Il 19 agosto 2002 il Tribunale di Ning'an ha condannato Shang a tre anni. Il giudice Ge Yupu ha firmato il verdetto e il 3 dicembre 2002 è stata rinchiusa nel Carcere femminile della provincia dell'Heilongjiang.
Nella divisione in cui era appena stata reclusa, oltre 80 detenute erano rinchiuse in una grande stanza e avevano a disposizione un solo bagno. Poiché il tetto gocciolava, era coperto da un telo, e di notte si sentiva il rumore dell'acqua che colava. Al mattino, lei e altre detenute dovevano rimuovere l'acqua dal telone.
Shang era sorvegliata da due detenute 24 ore su 24 e non poteva parlare con nessuno. Era costretta a stare seduta su un piccolo sgabello per oltre 15 ore al giorno. Al mattino doveva ottenere un permesso per poter usare il bagno, ma soltanto per urinare e, se doveva defecare, era costretta ad aspettare fino a giorno successivo dopo le ore 9.00 per ottenere un altro permesso.
Un mese dopo, Shang è stata assegnata all'ottava divisione e sorvegliata da quattro detenute. Non le era ancora permesso di parlare con nessuno. Poiché si rifiutava di rinunciare al Falun Gong, le guardie non le hanno assegnato un letto, ma l'hanno costretta a dormire sui bordi di due letti posti uno accanto all'altro e doveva chiedere il permesso alle detenute per poter usare il bagno. Inoltre, le guardie le impedivano di acquistare beni di prima necessità o di ricevere visite dai suoi familiari. Suo marito si è recato più volte in carcere, ma non gli è stato permesso di vederla.
Tra agosto e inizio settembre 2003, Shang è stata costretta a rimanere nuovamente seduta su un piccolo sgabello, dalle ore 6.00 alle ore 21.00 e persino dalle ore 5.00 alle ore 22.00 di ogni giorno. Non le era permesso di muoversi o parlare e le venivano concesse solo due pause al giorno per andare in bagno. A causa della prolungata permanenza in posizione da seduta, le si sono formate grosse vesciche sui glutei.
Il 5 settembre 2003 le guardie hanno ordinato a Shang di iniziare a lavorare. Poiché lei e altre praticanti si sono rifiutate di obbedire, le guardie le hanno costrette a fare dei giri mentre le picchiavano. Shang è stata anche colpita con manganelli elettrici alle orecchie e frustata con rami d'albero sulla schiena. La corsa è proseguita nel pomeriggio, dopo una breve pausa per il pranzo. Per tutto il giorno non le è stata fornita acqua.
Nelle prime ore della sera, le praticanti sono state riportate nelle loro celle, dove hanno potuto bere un po' d'acqua e usare il bagno. Poi le guardie le hanno legate, con le mani dietro la schiena, e le hanno costrette a sedersi sul pavimento di cemento umido. Le detenute hanno dato loro da mangiare. Di notte non potevano dormire e, quando chiudevano gli occhi, le detenute le picchiavano con bastoni di bambù. Il volto di molte praticanti riportava lividi ed era sfigurato.
Al mattino le detenute hanno liberato i piedi delle praticanti, ma non le mani, e poi le hanno portate in bagno. Quando sono rientrate, le hanno legate di nuovo e lasciate sedute sul pavimento di cemento, in attesa che le guardie arrivassero e le portassero nuovamente al campo di addestramento.
Dopo qualche giorno, anche le detenute erano esauste. Se vedevano qualcuna chiudere gli occhi, iniziavano a picchiare Shang, che era la più vicina a loro.
Alcune praticanti, a causa della grave mancanza di sonno, sono cadute in uno stato di delirio. Hanno sentito Wang Shuling dire: “C'è del riso per terra e voglio dormire”. La detenuta Zhao Yan si è avvicinata, ha indicato il muro e ha chiesto a Wang cosa fosse. Lei ha risposto che era il cielo. Zhao ha poi indicato se stessa e ha chiesto a Wang se l'avesse riconosciuta. Lei ha risposto di no. Zhao le ha poi chiesto se voleva dormire e la risposta è stata affermativa. Zhao ha estratto una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong e l'ha fatta firmare a Wang e poi le ha permesso di andare a dormire.
An Ling era così esausta che non poteva continuare a correre. Il medico della prigione le ha punto le piante dei piedi con lunghi aghi. Le detenute Wang Fengchun e Yang Ping hanno punto il collo del piede di altre praticanti con degli aghi.
La maratona di torture è durata in tutto 11 giorni. Durante questo periodo, Shang e un'altra praticante, Jia Shuying, hanno cercato di impedire alle detenute Zhu Yuhong e Li Guihong di picchiare la praticante Ni Shuzhen. Li ha dato un calcio alla gola a Shang, facendola svenire.
Poco dopo la conclusione della sessione di tortura, a Shang sono cadute le unghie dell'alluce di ciascun piede e ha sviluppato la scabbia su tutto il corpo, che le procurava un prurito indescrivibile e la teneva spesso sveglia di notte.
Nel febbraio 2004, poiché Shang si rifiutava di indossare l'uniforme da detenuta, la guardia Zhang Chunhua e le detenute Zhao Yanhua, Song Libo e Zhu Yuhong le hanno tolto i vestiti e le hanno imposto l'uniforme. Inoltre successivamente le hanno girato una mano dietro la schiena per ammanettarla, mentre l'altra mano le è stata tirata sulla spalla frontalmente. Questa tortura da sola era già abbastanza insopportabile, ma le guardie hanno aggiunto una catena alle manette e l'hanno fatta passare attraverso la traversa della cuccetta superiore di un letto. I suoi piedi riuscivano a malapena a toccare il suolo. Il dolore l’ha fatta subito svenire. Dopo che si è ripresa, la tortura è continuata. Le guardie l’hanno tenuta ammanettata in quel modo per una notte.
http://en.minghui.org/u/article_images/bc28d5ef28b284a7d22a6de206cce252.jpgIllustrazione della tortura: ammanettata dietro la schiena
Nel dicembre 2004 le detenute hanno costretto le praticanti del Falun Gong a sedersi sul pavimento di cemento nel corridoio durante la notte e hanno aperto la finestra per farle congelare. La tortura è durata 20 giorni; durante il giorno dovevano lavorare senza retribuzione.
Oltre alle torture descritte, a Shang sono stati tolti i pantaloni ed è stata picchiata con bastoni di legno e ciabatte sui glutei. È stata rilasciata nell'aprile 2005.
Secondo periodo nel campo di lavoro
Nel novembre 2011 Shang ha contattato Yan Hecheng, capo dell'Ufficio 610 della città di Ning'an, invitandolo a non perseguitare i praticanti del Falun Gong. Il 28 novembre 2011, per vendetta, Yan ha ordinato alla Divisione per la sicurezza interna della città di Mudanjiang e a quella della città di Ning'an di arrestarla sul posto di lavoro. La donna è stata trattenuta nel Centro di detenzione della città di Mudanjiang, senza che la polizia rivelasse ai familiari dove si trovava. Per cercarla, questi hanno visitato la stazione di polizia e l'ufficio 610, ma senza successo.
Nel gennaio 2013 Shang è stata trasferita al Campo di lavoro forzato famminile della provincia dell'Heilongjiang per scontare una pena di 20 mesi. È stata tenuta in cella d’isolamento e monitorata 24 ore su 24. Nel campo non c'era un orologio o una sveglia, e neanche nella stanza. Non le era permesso di recarsi alla mensa per consumare i pasti ed era costretta a sedersi su un piccolo sgabello di plastica senza imbottitura per tutto il giorno. Le guardie si presentavano al mattino, al pomeriggio e alla sera, ordinandole di rinunciare al Falun Gong. Era sottoposta a una tremenda pressione mentale.
Dopo un mese di gestione rigorosa, la guardia Lu Boya e la detenuta Ba Lihua le hanno ordinato di nuovo di rinunciare al suo credo, afferrandole la mano per tentare di costringerla a imprimere le impronte digitali su una dichiarazione precompilata di rinuncia al Falun Gong. Ha lottato con tutte le sue forze e la sua mano si è ferita e gonfiata. A causa della persecuzione, ha sentito una stretta al petto, i capelli sono diventati grigi e tutti i denti si sono indeboliti. In seguito le sono caduti gli incisivi. È stata rilasciata il 2 agosto 2013.
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