(Minghui.org) Sono una praticante della Falun Dafa veterana, ho iniziato a praticare la coltivazione prima dell’inizio della persecuzione avvenuta il 20 luglio 1999. Ho tratto grandi benefici dalla Dafa. Perciò quando il Maestro Li e la Dafa sono stati diffamati e attaccati dal Partito Comunista Cinese (PCC), ho deciso che dovevo fare qualcosa e sono andata a Pechino quattro volte per fare appello e parlare a favore della Falun Dafa e del Maestro .

Uscire per chiarire la verità

Quando è iniziata la persecuzione, uscire per distribuire il materiale informativo per chiarire la verità, è stato un processo irresistibile e anche pericoloso. L’unica ragione per cui sono riuscita a farcela è stata grazie alla guida del Maestro e alla mia fede incrollabile in Lui.

I miei genitori abitano in campagna a circa 30 chilometri da dove abito io. Spesso andavo da loro a distribuire il materiale informativo, perché poche persone avevano l’opportunità di conoscere la verità. Ho riflettuto: “Questa è la mia città natale, ed è una mia responsabilità”.

Una volta sono uscita da casa dei miei genitori dopo il tramonto, portavo una pesante borsa sulle spalle: un’auto mi ha puntato addosso i fari. La strada era stretta e l’auto la bloccava completamente. Ho pensato: “Va bene, ho il Maestro”. Così ho superato cautamente l’auto e mi sono diretta verso un altro villaggio dove ho distribuito molto materiale.

Al ritorno, l’auto era ancora lì. Cosa fare? Ho avuto un po’ di paura e ho pensato: “Sarebbe bello se passasse qualcun altro, potrei camminare al suo fianco”. Proprio in quel momento, da un sentiero laterale sono arrivate tre persone, due adulti e un bambino, e ho superato l’auto in tutta sicurezza.

Non avevo ancora finito: c’erano altri villaggi da visitare. Era molto buio e non c’erano strade, solo campi aperti. Dove sarei andata? Mentre camminavo, all’improvviso ho spaventato qualcosa che è volato via con un fruscio. Ero terrorizzata! Ho iniziato a recitare in silenzio alcuni passi della Fa e mi sono aggrappata al pensiero: “Ho il Maestro. Va bene!” Poi in lontananza ho visto una luce, poteva essere una casa. Mi sono diretta verso di essa, camminando nel campo è apparso un piccolo sentiero: sembrava un solco.

In pieno inverno, era impossibile distinguere una strada da un fossato. All’improvviso sotto i miei piedi si è aperto un fitto cespuglio e ci sono caduta dentro. Ho cercato di uscirne con le unghie, ma il fondo del fossato era ghiacciato. Ho provato più volte a risalire, ma tornavo a scivolare giù. Ho pensato: “Se solo ci fosse un ramo a cui aggrapparmi”. E proprio in quel momento ne ho trovato uno! Mi sono arrampicata e dopo essere risalita ho continuato a camminare. Sono finita nel cortile di qualcuno, ho vagato un po’ prima di trovare l’uscita. Proprio mentre uscivo, sono apparsi i fari di un’auto. Ho pensato: “Se solo ci fosse un muro o qualcosa per schermare la luce, potrei arrivare in fondo al cortile”. Il muro c’era. Mi sono accovacciata e quatta quatta mi sono mossa lungo il muro per fuggire.

Dopo aver finito di distribuire il materiale ed essermi lasciata il villaggio alle spalle, sono stata nuovamente disturbata dai fari di un’auto, che era sempre la stessa. Non potevo tornare indietro, potevo solo scivolare lungo il pendio di una collina verso quello che sembrava essere un capanno per i meloni. Ho continuato a scivolare, poi cominciato a ruzzolare fino in fondo. Una volta giù, mi sono resa conto che si trattava di una casa con tre stanze.

Tornando verso casa dei miei genitori, lungo la strada ho recitato Hong Yin, sono arrivata che era mezzanotte, ma mio padre era ancora in piedi ad aspettarmi.

Una volta sono uscita con mio marito (anche lui praticante) per appendere gli striscioni di chiarimento della verità. Si trattava di un’altra fredda e secca notte d’inverno. Abbiamo preso un taxi per andare in un posto lontano da casa. Mentre eravamo intenti ad appendere gli striscioni, in lontananza è apparsa un’auto. Non potendoci nascondere, ci siamo sdraiati sulla neve. Ero sudata, e nel momento in cui ho toccato il suolo col petto ho sentito un brivido gelido. Sono passate diverse auto e noi non abbiamo neppure osato muoverci; dopo essere transitata l’ultima, i guanti si erano ormai congelati. Comunque tornando verso casa abbiamo continuato ad appendere gli striscioni.

Superare l’illusione del karma di malattia

Un anno, poco prima delle vacanze del Capodanno cinese, mi sentivo particolarmente indisposta: mi mancava la solita energia. Mia nuora se n’è accorta e mi ha chiesto: “Mamma, sei malata? Vai a fare un’iniezione o prendi una medicina, altrimenti come farà papà a prendersi cura di te?”. Sapevo di non essere malata, stavo solo eliminando karma. Ho risposto: “Va bene. Dammi tre giorni. Ti prometto che starò bene”. In quei tre giorni ho studiato intensamente la Fa e inviato pensieri retti per ripulire il mio campo dimensionale. Passati i tre giorni ero guarita!

Da quando il Maestro ci ha detto di fare bene le tre cose, ho tenuto a mente le sue parole. Solitamente studio la Fa al mattino ed esco nel pomeriggio per parlare con le persone; quando esco non ho paura. Ogni volta che incontravo qualcuno che sembrava essere predestinato, per stabilire un legame, iniziavo col parlargli di qualche argomento del quotidiano per passare, in seguito, a parlare della persecuzione. Tutto avveniva con naturalezza e la maggior parte delle persone accettava di fare i tre ritiri (Partito Comunista Cinese (PCC), Lega della Gioventù e Giovani Pionieri).

Mantenere una fede salda nel Maestro e nella Dafa

Un giorno mi sono avvicinata a una donna che aveva un braccio fasciato, e ho iniziato una conversazione. Appena le ho chiesto se avesse lasciato il PCC, mi ha dato uno schiaffo e mi ha detto: “Questo è per te!” Non mi sono arrabbiata e ho continuato a spiegarle la verità. Non ho potuto aiutarla in quel momento, ma il risultato di questo approccio non ha influenzato il mio impegno a salvare altri esseri. Quel giorno ho aiutato diverse altre persone a lasciare il PCC. Il Maestro ha detto che non tutti possono essere salvati. Forse avrà un’altra possibilità. Cerco sempre di evitare le discussioni e di chiarire la verità con razionalità e saggezza.

Anche mio marito è un praticante della Falun Dafa, ma la polizia non ha segnato il suo nome nella lista nera. Ogni volta che venivano a molestarci, dicevo sempre: “Venite, venite, e parlate con me. Non disturbate nessun altro!”.

L’avverarsi dei desideri non è solo una questione di fantasia. Richiede pensieri e azioni rette. Se credo veramente nel Maestro e nella Fa, mantengo saldo il pensiero di essere una praticante della Dafa e so che quello che faccio è sicuramente retto, allora nei momenti critici il Maestro mi proteggerà sicuramente. Nel corso degli anni, ho attraversato molte tribolazioni con pensieri retti. Andrò avanti, continuerò a seguire la rettifica della Fa e tornerò a casa col Maestro.