(Minghui.org) Una supervisora di polizia in pensione di 73 anni della città di Nanchino, nella provincia del Jiangsu, ha chiesto di essere scagionata dopo aver finito di scontare, nel novembre 2021, una pena detentiva di un anno per la sua fede nel Falun Gong. La richiesta della signora Cheng Lan è stata ripetutamente respinta a livello municipale e provinciale. Attualmente è in attesa di risposta dalla Corte Suprema del Popolo e dalla Procura Suprema del Popolo della Cina.
Il 13 marzo 2022, la signora Cheng ha presentato una mozione presso il Tribunale intermedio di Nanchino per riesaminare il suo caso ed essere scagionata dalla condanna ingiusta. Ha inoltre inviato in copia la mozione al Dipartimento di polizia del distretto di Qixia, alla Procura del distretto di Xuanwu e al Tribunale distrettuale di Xuanwu, responsabili dell'arresto, dell'incriminazione e della condanna da lei subiti. Ha ribadito di non aver violato alcuna legge praticando la sua fede e di non aver mai dovuto essere incarcerata o vedersi sospesa la pensione, semplicemente per aver esercitato il suo diritto costituzionale alla libertà di credo.
Il 28 giugno 2022, la Corte Intermedia di Nanchino ha respinto la mozione della signora Cheng. La donna si è rivolta allora alla Corte Superiore della provincia del Jiangsu, che si è pronunciata contro di lei il 18 luglio 2023. Ha quindi presentato ricorso alla Corte Suprema del Popolo il 1° agosto 2023. Lo stesso giorno, ha anche depositato la mozione presso la Procura Intermedia di Nanchino.
Il 17 novembre 2023, la praticante ha ricevuto una sentenza dalla Procura Intermedia di Nanchino, che stabiliva l'archiviazione del caso per “mancanza di fondamenti”. Ha quindi presentato la richiesta alla Procura Superiore del Jiangsu il 3 gennaio 2024 e questa le ha inviato un sms il giorno successivo per confermare la ricezione della richiesta. Un altro sms arrivato il 7 aprile 2024 l'ha informata che il caso era in fase di elaborazione. Sono seguiti altri due messaggi di aggiornamento simili e infine le è stata consegnata una sentenza scritta il 7 gennaio 2025, che stabiliva l'archiviazione del caso per “mancanza di fondamenti”.
La signora Cheng ha allora presentato la stessa istanza alla Procura Suprema del Popolo il 24 febbraio 2025 e al momento è ancora in attesa di risposta. La Corte Suprema del Popolo, a cui ha presentato l'istanza il 1° agosto 2023, non le ha ancora risposto.
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