(Minghui.org) Il 12 luglio scorso, i praticanti del Falun Gong hanno organizzato delle attività in un parco di Boston, Massachusetts, per chiedere al Partito Comunista Cinese (PCC) di porre fine alla persecuzione che ormai dura da 26 anni. Durante il raduno hanno denunciato i crimini di genocidio e prelievo forzato di organi commessi dal regime comunista, e allo stesso hanno indirizzato un appello per porre fine alla persecuzione in corso fuori e dentro i confini cinesi.
Era una giornata luminosa e soleggiata e il parco era pieno di gente. I praticanti hanno esposto dei cartelli che illustravano le tattiche utilizzate dal PCC per diffamare il Falun Gong, e inoltre, hanno parlato alla gente della crescente persecuzione transnazionale del regime cinese. Molti passanti si sono fermati per leggere le illustrazioni e cercato di conoscere meglio la situazione creatasi fuori e dentro la Cina. Tanti hanno firmato la petizione per sollecitare il Senato degli Stati Uniti ad approvare il Falun Gong Protection Act.
Praticanti radunati a Boston per chiedere la fine della persecuzione transnazionale da parte del PCC
Le persone leggono le informazioni e firmano la petizione per sostenere il Falun Gong Protection Act
Notizie errate dai media sulla persecuzione fuori dai confini cinesi da parte del regime comunista
Mark Apollo, giornalista freelance, ha un suo canale su diverse piattaforme di social media e scrive spesso per diverse importanti aziende mediatiche. Quando ha saputo che il PCC utilizzava i media per pubblicare resoconti distorti contro il Falun Gong e Shen Yun, è rimasto sorpreso dalla indecente sfrontatezza del regime, e ha dichiarato: “Questa è una persecuzione di cittadini ignari e innocenti da parte dell'apparato statale comunista”.
Il giornalista freelance Mark Apollo ha affermato che gli articoli del New York Times diffamano Shen Yun
Come giornalista con molti anni di esperienza, Mark Apollo ha ritenuto che i resoconti diffamatori del New York Times su Falun Gong e Shen Yun fossero contrari alle norme deontologiche del diritto univoco all’informazione giusta e libera, non soggetta a pressioni politiche.
Ha affermato: “Se dovessi scrivere questi articoli, intervisterei persone che attualmente lavorano per Shen Yun, in quanto è necessario rivolgersi a una platea più ampia, e non presentare opinioni di una singola persona. Gli articoli del NYT sono più simili a una diffamazione che danneggia la reputazione di Shen Yun ingiustamente”.
A coloro che hanno letto e creduto ai resoconti distorti di alcuni media, e di conseguenza hanno avuto fraintendimenti nei confronti del Falun Gong e di Shen Yun, Mark ha suggerito: “Non bisogna avere fretta di giudicare prima di aver letto tutti i fatti”. Ha ritenuto utile evidenziare che se i notiziari intervistassero solo quelle poche persone inserite nel libro paga del PCC, allora si dovrebbe dubitare della credibilità dell'articolo.
Ha inoltre affermato: “Il giornalista non dovrebbe intervistare solo la persona che ha rinunciato a lavorare per Shen Yun, ma risulta ovvio intervistare anche il personale che attualmente sono impegnate nella compagnia, in una percentuale di almeno il 10%. Vi faccio un esempio: se Shen Yun dispone attualmente di 1000 dipendenti, allora 100 persone dovrebbero essere intervistate”.
Diciamo no alla persecuzione transnazionale da parte del PCC
Dopo aver letto le varie tattiche subdole utilizzate dal regime cinese nella persecuzione transnazionale, Riley ha dichiarato: “A dire il vero, questo mi fa veramente arrabbiare. A prescindere, il regime che opera all’interno di un’altra nazione senza autorizzazione è fuori da ogni convenzione e rapporto diplomatico; il PCC non può fare cose del genere in un altro Paese”.
Ha poi espresso solidarietà ai praticanti del Falun Gong: “È meraviglioso che possano venire in America e godere della libertà, e qui non dovrebbero essere più perseguitati”.
Riley (a destra) e sua madre, Robyn (a sinistra), sono contro la persecuzione transnazionale
La madre di Riley, Robyn, è di religione cristiana molto devota, e capisce la tenacia dei praticanti in quanto ritiene che “la fede sia importante”. Ha notato i praticanti che eseguivano gli esercizi da lontano ed è stata attratta dai loro movimenti armoniosi, “perché è un campo energetico potente, calmo e compassionevole”.
È rimasta profondamente toccata dalla persecuzione subita dai praticanti del Falun Gong. Con le lacrime agli occhi e la voce rotta, ha detto: “Vi auguro ogni bene, che sia per voi stessi o per i vostri familiari che si oppongono alla persecuzione, proprio come si augura il bene al proprio figlio. Pregherò per tutti voi affinché otteniate un buon risultato”.
Voci di sostegno
Adel Mansilla, praticante del Falun Gong, ha dichiarato: “Dobbiamo sostenere attivamente e apertamente la verità di fronte a questa diffamazione pubblica e all'escalation della persecuzione transnazionale, perché questo è il nostro Paese. I nostri figli crescono in questo luogo, perciò abbiamo bisogno di gentilezza e verità”.
La praticante Adel Mansilla (primo da sinistra)
Adel ha incontrato molte persone che hanno dichiarato di sostenere i praticanti del Falun Gong: “Molti hanno capito in modo inequivocabile e chiaro la persecuzione transnazionale in atto, e per questo hanno espresso il loro sostegno al Falun Gong”.
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