(Minghui.org) In quanto giovane praticante che un tempo si era smarrita tra la gente comune e che durante le vacanze estive dello scorso anno è stata riportata sulla retta via dal Maestro, vorrei condividere con voi la mia recente esperienza di coltivazione.

Il Maestro ci ha insegnato:

“Vorrei anche dirvi che, in passato, la vostra natura era realmente fondata sull’egotismo e sull’egoismo. D’ora in poi, qualunque cosa facciate, dovrete innanzitutto considerare gli altri, in modo tale da conseguire la retta illuminazione sull’altruismo. Così, d’ora in poi, qualunque cosa facciate o qualunque cosa diciate, dovrete considerare gli altri - o perfino le future generazioni - come pure l'eterna stabilità della Dafa.” (“La natura di Budda è senza omissioni”, Elementi essenziali per un ulteriore avanzamento)

Questo mi ricorda le cose che sono successe di recente. Non solo riflettevano i miei vari attaccamenti, ma mettevano anche in luce il mio egoismo.

L’ossessione per gli snack

Ultimamente avevo un forte desiderio di mangiare snack. All'inizio non ci ho dato peso. Anzi, ho assecondato questo desiderio, pensando di poter mangiare tutto quello che volevo. Non mi sono comportata affatto come una coltivatrice. Mentre leggevo il capitolo sul mangiare carne nello Zhuan Falun, ho capito che questa ossessione era un attaccamento.

Il Maestro ha spiegato:

“Che desiderio intenso! Riflettete, un desiderio di questo tipo non va eliminato? Certamente sì. Ciò che una persona fa nel corso della coltivazione è liberarsi dai propri desideri e attaccamenti. Per parlare chiaramente, se il desiderio di mangiare carne non viene eliminato, non diventa quello un attaccamento che non è stato rimosso? Potrete raggiungere il perfetto compimento della coltivazione? Così, fintanto che c'è un attaccamento, bisogna eliminarlo.” (Settima Lezione, Zhuan Falun)

Ho capito che, anche se non sono ossessionata dalla carne, lo stesso principio vale anche per gli snack, quindi dovevo liberarmi di quell'attaccamento. All'inizio è stato davvero difficile per me. Ogni pomeriggio avevo ancora voglia di mangiare questo e quello.

Un giorno, il mio attaccamento al cibo è riemerso, così ho chiesto a mia zia, anche lei una praticante, di prepararmene un po'. Lei lo ha fatto e io l'ho finito rapidamente, ma dopo mi sono sentita estremamente a disagio e avevo voglia di vomitare. Era proprio come diceva il Maestro nello Zhuan Falun:

“... all'improvviso potreste non essere di nuovo in grado di mangiare carne.” (Settima Lezione, Zhuan Falun)

Mi vergognavo di aver bisogno che il Maestro mi illuminasse a tal punto. Ora, quando mi viene voglia di mangiare, riesco a ignorarla. Credo che diventerò più determinata man mano che coltiverò di più.

Guardare video in streaming

Avevo sentito parlare di praticanti che erano dipendenti dalla visione di video online, ma non pensavo che ciò potesse riguardarmi fino a quando mia zia non ha incontrato una grave tribolazione dopo essere diventata dipendente dallo streaming di video e dallo shopping online. Ha superato la tribolazione dopo aver guardato seriamente dentro di sé e grazie al rafforzamento dei suoi pensieri retti da parte del Maestro.

Una notte ho fatto un sogno in cui mia nonna mi diceva che mia zia era stata arrestata di nuovo. Mia nonna è attualmente imprigionata illegalmente per aver praticato la Falun Dafa, ma mia zia non è mai stata arrestata. Ho discusso del sogno con mia zia. Ha ammesso che in precedenza aveva smesso di dedicarsi ai video e allo shopping online, ma che recentemente aveva ricominciato.

Questo ha allertato anche me. Anche se non guardo video brevi, guardo sitcom in inglese e lo definisco apprendimento, non intrattenimento. Il risultato era che mi facevano male gli occhi quando leggevo la Fa, se guardavo i video. Altrimenti, gli occhi non mi facevano male. Mi sono resa conto che non dovevo aggiungere cose impure nella mia mente, quindi cerco il più possibile di non toccare il mio smartphone o il computer.

Ora mi sento rilassata e lucida, e ci sono meno ostacoli nello studio della Fa.

Bontà

Qualche giorno fa la mia preside mi ha chiesto se avessi tempo per partecipare a un'attività di volontariato. Ne ho parlato con mia zia e lei mi ha detto che avrei dovuto partecipare perché poteva essere un'occasione per risvegliare qualcuno; ho però continuato a trovare delle scuse e ho rifiutato di partecipare.

La sera, mia madre è tornata a casa e mi ha domandato: “La tua insegnante mi ha riferito che potresti partecipare a un'attività. Desideri andare?”. Mi sono arrabbiata e le ho risposto di no.

Prima di andare a letto, mia madre è venuta da me e mi ha suggerito: “È meglio se vai e partecipi. Non capita spesso di poter interagire con studenti stranieri”. In quel momento mi sono arrabbiata molto e le ho urlato: “Non voglio andare!”. Lei se n’è andata senza dire una parola, poi è arrivata mia zia e ha cercato di farmi ragionare; io però pensavo solo a me stessa e sono scoppiata in lacrime, mi sentivo offesa.

Mentre piangevo, ho sentito che c’era qualcosa che non andava: quella non sembravo essere io. Mia zia, mia madre e la mia insegnante non mi avevano costretta, quindi perché ero arrabbiata? Alla fine ho capito che questa era una prova che dovevo superare. Mi sono accorta che spesso non riesco a mostrare gentilezza e amore agli altri nella mia vita. Penso sempre prima a me stessa e se una cosa mi porterà dei benefici. Non faccio come suggerisce il Maestro, ovvero che il mio punto di partenza dovrebbe essere quello di salvare e amare gli altri.

Dopo essermi calmata, ho iniziato a guardarmi dentro e ho scoperto che erano la mia pigrizia, la paura dei problemi, l'avidità, la competitività e, soprattutto, l'egoismo ad avermi provocato e fatto reagire in modo così violento.

Penso che nella mia futura coltivazione dovrei coltivare più gentilezza, essere più premurosa verso gli altri e liberarmi del mio egoismo.