(Minghui.org) Il 20 luglio, i praticanti hanno organizzato un raduno a Renon Square, un importante spazio pubblico a Denpasar, Bali, per chiedere la fine della persecuzione del Falun Gong da parte del Partito Comunista Cinese (PCC), che dura ormai da 26 anni.
Sono state esposte immagini che illustravano i metodi di tortura utilizzati dal PCC nella persecuzione. Molte persone si sono fermate a prendere del materiale informativo, hanno parlato con i praticanti e hanno espresso il loro sostegno agli sforzi pacifici di questi ultimi per difendere la giustizia. I praticanti hanno dato inizio alla mattinata con una sessione di esercizi di gruppo.
Raduno a Renon Square, Denpasar, Bali, il 20 luglio
I praticanti parlano ai passanti della persecuzione del PCC
Quella sera, i praticanti hanno organizzato una veglia a lume di candela a Puputan Badung, a Denpasar, per onorare le migliaia di praticanti deceduti durante la brutale persecuzione del PCC
I praticanti della Falun Dafa hanno organizzato una veglia a lume di candela il 20 luglio
Sostegno pubblico al Falun Gong e condanna della persecuzione
Durante l'evento mattutino, i praticanti hanno raccolto oltre 800 firme da persone che hanno espresso il loro sostegno alla fine della persecuzione del Falun Gong e al prelievo forzato di organi dai praticanti in Cina.
Molte persone hanno firmato una petizione per sostenere la fine del prelievo forzato di organi da parte del PCC ai praticanti del Falun Gong
Acha, uno studente universitario, ha detto: “Sebbene sia la prima volta che sento parlare dei principi di Verità, Compassione e Tolleranza, credo che la Falun Dafa e i suoi valori siano molto benefici per la società e possano guidarla verso un futuro migliore”.
Acha (secondo da sinistra) ascolta attentamente mentre un praticante spiega la questione
Raditya, docente presso un'università di Denpasar, ha espresso un parere simile. “I principi di Verità, Compassione e Tolleranza dovrebbero essere ampiamente promossi in tutta la società. Dal punto di vista filosofico, questi valori possono avere un impatto positivo sull'etica e sul comportamento delle persone”.
Sri Widiastuti, responsabile di un'organizzazione religiosa regionale a Bali, ha sostenuto con forza l'impegno dei praticanti nel sensibilizzare l'opinione pubblica. “Non arrendetevi”, ha affermato. “Continuate a informare il pubblico su questa persecuzione. Anche se non potete fare grandi cose, le piccole azioni che state compiendo ora possono portare a qualcosa di più grande. Spero che la persecuzione finisca presto”.
Wisnu, che lavora nel settore turistico, ha esortato le persone a prestare attenzione quando si sottopongono a trapianti di organi in Cina. “Per chi sta valutando la possibilità di sottoporsi a un trapianto di organi in Cina, assicuratevi che la provenienza degli organi sia legale”, ha affermato. “Siate molto cauti, è possibile provengano da praticanti del Falun Gong. Se così fosse, sarebbe una cosa profondamente straziante per tutti noi”.
Shanti e suo figlio Deva hanno ascoltato attentamente mentre i praticanti spiegavano le atrocità del prelievo di organi dai praticanti del Falun Gong detenuti in Cina. Sono rimasti profondamente turbati e hanno affermato che si tratta di un atto disumano. Parlando della persecuzione delle credenze religiose, Shanti ha affermato: “Se viola i diritti umani, dobbiamo denunciarlo”.
Komang Ayu legge un opuscolo informativo sulla Falun Dafa
Anche Komang Ayu, una residente locale, ha manifestato la sua preoccupazione. “Cosa c'è di sbagliato in questa pratica di meditazione pacifica? Perché viene perseguitata? È una pratica così tranquilla e basata sui principi di Verità, Compassione e Tolleranza. Una pratica così buona non dovrebbe essere perseguitata”.
Tangkas (a sinistra) condanna il prelievo illegale di organi dai praticanti del Falun Gong in Cina
Tangkas, un ex professionista della pesca in pensione, ha espresso con fermezza la sua posizione: “Il prelievo di organi dai praticanti del Falun Gong deve essere fermato!”
Nisa e la sua amica Zahra hanno espresso il loro sostegno agli sforzi pacifici dei praticanti per difendere la gentilezza e la giustizia. “Ho scelto di sostenere questa iniziativa pacifica piuttosto che rimanere in silenzio”, ha concluso Nisa. “Per quanto riguarda i responsabili, dobbiamo chiederci dove sia finita la loro coscienza”.
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