Commento del Maestro Su "La dignità della Dafa"

Nell'articolo di questo discepolo, le idee sono eccellenti. Questa è la differenza tra la rettifica della Fa e la coltivazione personale. Al contempo, esso dimostra le solide fondamenta gettate con la coltivazione personale del discepolo. Se non avete la benevolenza (shan) che ha un discepolo della Dafa, allora non siete coltivatori. Se un discepolo della Dafa non riesce a convalidare la Fa, allora, non è un discepolo della Dafa. Mentre smascherate il male, voi state anche salvando tutti gli esseri senzienti e perfezionando i vostri paradisi.

Li Hongzhi, 16 Luglio 2001

Nota: Commento del Maestro all'articolo "La dignità della Dafa", scritto da un discepolo della Dafa e pubblicato il 25 Luglio 2001 sul sito web Clearwisdom.

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La dignità della Dafa

Il Maestro, in una delle sue lezioni sulla Fa impartite fuori della Cina, ha detto che "la Dafa ha la sua dignità" e che "non tutti possono ottenere la Fa". Le parole del Maestro mi hanno sempre guidato, facendomi riflettere, dalla prospettiva della Fa, su ogni mia parola e azione tra la gente comune. Da quando lascio andare i miei attaccamenti e identifico i miei problemi, i miei pensieri si accordano meglio ai principi della Dafa. Infatti, questo mi sta realmente portando alla giusta comprensione di cosa significhi conformarsi al modo di esistere della gente comune, alla corretta comprensione della vera Compassione (Shan), e alla razionale comprensione della relazione tra la Rettifica della Fa e la coltivazione e pratica personale.

A causa della persecuzione del male, io sono da tanto tempo senza casa e vivo grazie all'assistenza finanziaria di amici. Durante la vacanza per la Festa del Lavoro del primo Maggio, insieme a mia moglie abbiamo fatto visita ad un parente per chiarire la verità della Dafa, e abbiamo alloggiato presso di lui. Sfortunatamente, suo figlio ha rubato dalla nostra sacca da viaggio alcune migliaia di yuan. Mia moglie suggerì di cercare in noi stessi la causa, e che l'incidente fosse probabilmente successo per eliminare uno dei nostri attaccamenti o per verificare se avevamo agito male in qualche cosa. Il parente e la sua famiglia erano veramente ansiosi e biasimavano costantemente il figlio. Mia moglie cercò di confortare il parente: "Lascia stare. Non importa. Non prendertela troppo a cuore." Io sentivo che, in qualche modo, le sue parole gli consentivano di eludere tutte le sue responsabilità. Io pensavo: "Per i praticanti della Dafa, è più facile guadagnare il denaro? Oppure, se vengono rubati i soldi ai praticanti della Dafa, è meno grave? In fin dei conti, questo non significa forse incoraggiare le forze del male?" Certamente, dovremmo cercare in noi stessi le nostre insufficienze. Ma questo non deve essere fatto senza un criterio, e ancor meno deve servire da scusa per indulgere ad ogni sorta di elementi perversi. I nostri amici ci hanno aiutato finanziariamente affinché potessimo fare meglio il lavoro di chiarire la verità della Dafa, e noi dobbiamo essere sempre molto esigenti con noi stessi. Perché, quando affrontiamo situazioni di questo genere, dovremmo sempre pensare che è colpa nostra? Non è forse vero che il male ha potuto approfittare della nostra Benevolenza e ha sfruttato le lacune nel nostro pensiero? Io ho quindi immediatamente condiviso con il parente questa mia diversa opinione: "Tuo figlio deve assumersi la responsabilità di aver rubato il denaro. Rubare diverse migliaia di yuan è già un atto criminale. Noi non possiamo tollerare questo suo comportamento. Noi lo trattiamo con benevolenza, e poi scopriamo che lui ha rubato tutto il nostro denaro. Questo è il comportamento di un essere degenerato; perciò deve assumersene la completa responsabilità. D'altro canto, noi speriamo che voi genitori non dobbiate portare un fardello troppo pesante. Noi vorremmo vedervi vivere in modo salutare."

Dopo aver conosciuto la mia opinione in proposito, e sentendo la fermezza nelle mie parole gentili, il parente mi ha immediatamente minacciato, usando la sua astuzia umana: "Ci dispiace che il ragazzo sia senza giudizio; se lo denunciamo alla polizia, durante l'interrogatorio potrebbe rivelare la vostra vera identità e nuocere alla vostra sicurezza." A quel punto, mia moglie era veramente preoccupata, e si dichiarò d'accordo con lui. Da parte mia, io percepii che la sua apparente preoccupazione per la nostra sicurezza altro non era che un'aperta minaccia. Io sapevo che i pensieri del mio parente non erano affatto retti. Se mi fossi dichiarato d'accordo con lui, l'avrei veramente danneggiato. Egli stava approfittando della nostra Benevolenza e dei nostri pensieri non retti per paura di essere denunciati alla polizia. Perciò risposi in modo inequivocabile: "Spero che tuo figlio rientri a casa. Se non torna nelle prossime 24 ore, lui non se l'aspetta ma io andrò a denunciare il furto alla polizia." Il giorno seguente il mio parente mi disse che ci avrebbe sicuramente restituito il denaro; se non lo avesse fatto, non avrebbe più potuto stare a testa alta di fronte agli amici e ai parenti per il resto della sua vita. Io fui felice che avesse potuto vedere chiaramente il principio, e accettai con cuore calmo il denaro che ci rimborsò, a nome del figlio.

Durante la condivisione delle nostre esperienze di coltivazione, una praticante mi disse che suo marito aveva interferito con la sua coltivazione e pratica della Dafa fin dall'inizio - spesso minacciandola, picchiandola e ingiuriandola, al punto da costringerla ad accettare il divorzio. Io le chiesi: "Poiché sei in grado di affrontare questo senza alcun malcontento o astio, senza chiedere neanche una parte dei beni, senza che la tua retta fede nella Dafa sia minimamente scossa, di che cosa devi aver paura sulla terra? Tu sei un discepolo della Dafa e hai la tua dignità. È possibile che un discepolo della Dafa sia così Benevolente (Shan) e nonostante ciò debba penare, dormendo per strada ed elemosinando il cibo? Non stai forse indulgendo sugli elementi perversi che stanno dietro a tuo marito? Il fatto è che molte persone sono diventate degenerate. Più sei benevolente nei loro confronti, più si approfitteranno di te e ti perseguiteranno. Dopo aver purificato i tuoi pensieri, puoi dirgli apertamente e con dignità: «Se vuoi divorziare da me semplicemente perché coltivo e pratico la Falun Dafa, la decisione dipende da te. Tuttavia, io ho diritto di avere la mia parte di tutti i beni di questa famiglia». Nel frattempo, puoi inviare pensieri retti, per estirpare gli elementi perversi che stanno dietro di lui. Prova e vedrai." Il giorno seguente, la praticante mi raccontò che, dopo essersi calmata, disse a suo marito, apertamente e con dignità, ciò che le avevo suggerito. Il marito era stupito e scandalizzato e disse: "Io pensavo che voi praticanti non foste attaccati ai soldi e ai beni." Essa replicò: "Naturalmente, noi non siamo attaccati ai soldi e ai beni. Ma tu ne stai approfittando per perseguitare un discepolo della Dafa. In questo caso, io non ho paura di avere denaro e beni. Io ho il diritto di avere la mia parte di tutti i beni di questa famiglia." Da allora, suo marito si è trattenuto e non è più stato irragionevole come prima.

Mio zio e sua moglie erano praticanti della Falun Dafa. Sotto la forte pressione conseguente alla messa al bando della Falun Dafa, il 22 Luglio 1999, essi furono spaventati dal male e cercarono di nascondere il loro attaccamento di paura con scuse tipo: "un vaso di terracotta non può rompere un vaso di ferro" e "questo è ciò che si chiama dittatura del proletariato". In cuor loro sapevano molto bene che la Dafa è buona, e per questo la praticavano di nascosto. Ma essi stavano nascondendo il loro attaccamento di paura con varie attività tipiche della gente comune, come la pratica del Taiji e la danza e cercavano di giustificarlo come un "conformarsi allo stato della società umana". Quando le persone comuni parlano loro della Dafa o perfino calunniano la Dafa, essi fanno orecchie da mercante, come se la cosa non li riguardasse o come se non fossero mai stati parte della Dafa in passato. Essi considerano perfino i miei sforzi per chiarire la verità come un "immischiarsi nella politica", un "combattere con la gente" e così via, e non vogliono più avere alcun contatto con me.

Un giorno, poiché ero andato a casa loro per portare un nuovo articolo del Maestro, mio zio mi ha criticato e mi ha chiesto di non andarci più. Io ho risposto immediatamente, con un tono severo: "Hai ottenuto grandi benefici praticando la Dafa. Sai chiaramente che la Dafa è la più retta e che il regime di Jiang sta diffondendo menzogne, eppure guardi ancora la Dafa con la sordida mentalità della gente comune. Hai ancora una coscienza umana? Sei ancora degno di essere un discepolo della Dafa? Quando la Dafa, che ha migliorato così tanto il tuo corpo e la tua mente, viene oltraggiata dal male, come puoi restare così indifferente ed essere così timoroso di parlare in favore della Dafa? Tu hai perfino paura che io, un parente, venga a casa tua. Sei ancora degno di essere un uomo? Io coltivo e pratico apertamente la Dafa, con dignità e senza alcun timore, né tentando di dissimulare. Ciò che ho guadagnato è il rispetto dei miei colleghi, dei dirigenti e della polizia, che ora rispetta la Dafa e i discepoli della Dafa; ho dato l'immagine di un praticante che vive la sua vita lealmente e con dignità. Benché sia rimasto senza casa a causa della persecuzione, io non vivo in modo meno nobile, aperto e libero. E tu invece? Tu non vivi come un uomo, ma come un fantasma, e conduci una qualche specie di esistenza patetica e putrefatta. È uno stato normale per un essere umano?" Le mie severe parole, che manifestavano la dignità della Dafa, e il pensiero più retto di un discepolo della Dafa, scossero i loro cuori e riuscirono immediatamente a vedere il loro atteggiamento scorretto verso la Dafa.

Un giorno, una praticante della Dafa, che aveva abbandonato la sua casa per meglio convalidare la Dafa, andò a trovare un amico, nella speranza di chiarirgli la verità sulla Falun Dafa. Inaspettatamente, i suoi parenti, suo marito, il suo buon amico e il suo capo ufficio avevano cospirato con la polizia locale che la rapì, per mandarla ad un corso di lavaggio del cervello. La praticante giunse a capire che il male stava tentando di approfittare della sua Benevolenza e dei suoi sentimenti verso gli amici e i parenti per perseguitarla, in quanto discepolo della Dafa. Perciò, non si lasciò trasportare dai sentimenti umani e dalle parole ipocrite dei suoi parenti e amici, che proclamavano di fare questo per il suo bene. In quanto discepolo della Dafa, essa convalidò la Dafa a rischio della sua vita, e fece questo con una fede retta e senza paura. Al tempo stesso, smascherò il loro comportamento malvagio con i suoi retti pensieri e la sua compassione. In breve tempo, estirpando l'interferenza e i perversi elementi che li stavano controllando in altre dimensioni, li aiutò a rendersi conto della loro cattiva azione, e questo portò al suo immediato rilascio. Quelle persone avevano ora ripreso a trattarla in modo amabile. Attraverso questo episodio, non solo essa si rese libera, ma salvò anche i molti esseri coinvolti nella faccenda.

Un altro praticante andò a Beijing per convalidare la Dafa. Una volta arrivato, non trovò un posto in cui alloggiare, perché tutti gli alberghi richiedevano la carta d'identità, e la sua sicurezza era un problema. Mentre cercava un posto per dormire, una domanda lo tormentava: "Questa situazione significa che devo sopportare maggiori avversità, oppure che devo abbandonare un certo attaccamento?" Egli pensò per un certo tempo alla questione da questa angolazione, ma senza riuscire a trovare alcuna causa. Poi pensò: "Sono venuto a Beijing per convalidare la Dafa - l'azione più sacra e più retta nell'universo. Quindi, ogni cosa dovrebbe essere la migliore e la più retta. Come potrebbe essere permesso che io non trovi un posto per dormire?" Subito dopo aver avuto questo pensiero, trovò un grande albergo che non richiedeva la carta d'identità.

Lo stato d'animo puro e benevolente dei discepoli della Dafa può fondere perfino il diamante. Se noi non perseguiamo le avversità e le tribolazioni, e neppure consideriamo "bella la sporcizia", la dignità della Dafa si manifesterà in noi. Quando vi percuotono, non starete pensando che vi stanno dando del de; al contrario, voi penserete che stanno perseguitando la Dafa. Quando vi portano via i vostri soldi o i vostri beni, non starete pensando che vi stanno dando del de; al contrario, voi penserete che stanno deliberatamente danneggiando la Dafa e i discepoli della Dafa. Quando vi mettono in prigione, voi lo vedrete come una persecuzione che ha come unico obiettivo la Dafa, anziché vederla come parte della vostra coltivazione. In altre parole, dovete vedere qualsiasi manifestazione del male dalla prospettiva della rettifica della Fa; voi non dovete dare loro alcuna opportunità di approfittare dei vostri pensieri non retti, e non dovete mai accondiscendere ad alcuna persecuzione del male verso di voi.

Nel mese di Aprile del 2000, fui ingannato e condotto in un centro di detenzione. Quando mi sottoposero ad un interrogatorio, non ebbi alcuna sensazione di essere interrogato. Al contrario, mostrai pienamente e felicemente ad ognuno di loro la più pura benevolenza di un discepolo della Dafa. Inoltre, la mia Coscienza principale era veramente lucida: io avrei dovuto rettificare, in qualsiasi circostanza, tutto ciò che non era retto. Mi chiesero se fossi venuto nel centro di detenzione per elevare il mio livello, e mi dissero che tutti i praticanti che erano stati lì, lo consideravano un buon ambiente per elevare il loro livello di coltivazione. Io risposi con chiarezza: "No, questo non è assolutamente un luogo in cui io, o chiunque altro con un animo nobile, debba rimanere. Io sono stato rapito e portato qui con l'inganno. Questa è una assurda persecuzione contro di me. Questo luogo non può essere considerato, in alcun modo, un buon ambiente per elevare il livello di coltivazione dei discepoli della Dafa. Spero che mi rilascerete al più presto possibile". Quando mi chiesero qual era il mio contesto familiare, elencai tutti i professori, laureati, studenti universitari, e direttori scolastici della mia famiglia e parentela, affinché sapessero che specie di gente pratica il Falun Gong. Lo dissi per far loro capire che noi praticanti della Dafa siano persone di talento; molti di noi appartengono all'élite della società umana, e non alla categoria di persone che si sente spiritualmente vuota e cerca un sostegno mentale per colmare questo vuoto. Ogni volta che dicevano qualcosa, facevo in modo di dirigere la conversazione sul come si possa essere una buona persona. Per guidarli attraverso tutto questo, ho utilizzato la mia potente e retta fede e la mia Coscienza principale. Alla fine erano tutti un poco emozionati, e rispettosi nei miei confronti. Dalle loro menti era sparita l'idea di provare a perseguitarmi.

Nella mia cella, non ho criticato i prigionieri che disputavano tra loro. Al contrario, ho parlato loro della Fa: "Se si risponde al male con il male, la gente può imparare soltanto il male, poiché voi scaricate su qualcuno il male che avete sopportato da qualcun altro. Ma se rispondete al male con la benevolenza, la gente può imparare la benevolenza e questo le permetterà di avere fortuna in futuro. Poiché la polizia ha dimostrato nei vostri confronti una falsa gentilezza, mentre nei loro cuori non erano affatto gentili, voi potevate sentire la loro malvagità, ed è la malvagità che avete imparato. Per questo, la rieducazione tramite i lavori forzati non può cambiare la natura di una persona. Tuttavia, la Falun Dafa può cambiare una persona dalle fondamenta, rendendola per sempre incline alla benevolenza, ispirata dalla benevolenza e desiderosa di benevolenza". Dopo avermi sentito, i prigionieri smisero di disputare fra loro, e cominciarono a tenersi in considerazione. Prima di essere inviato al centro di detenzione, avevo sentito molti praticanti raccontare come avevano fatto conoscere la Dafa ai prigionieri, e come, in prigione, fosse facile coltivare ed elevare il proprio livello. Ma quando finii io stesso là dentro, mi meravigliai veramente di come quello potesse essere un luogo in cui poteva stare un praticante!

I pensieri, le parole e i comportamenti dei prigionieri erano pieni di volgarità e sconcezze. Per questa ragione, ho chiarito loro la verità e fatto in modo che conoscessero la Dafa, attraverso la mia esperienza di coltivazione. Nondimeno, alcuni di loro mi facevano domande solo per ammazzare il tempo, e questo mi fece pensare: "Come potevo parlare della Dafa a chiunque, come se si trattasse di una cosa qualunque? Non era questo un oltraggio alla Dafa?" In tal modo, per tutto il corso della mia detenzione, ho cercato di conservare una visione razionale riguardo alla diffusione della Dafa tra i prigionieri. Inoltre, come potrebbe un luogo così sporco essere buono per la nostra coltivazione e pratica? Avevo in mente la ferma idea che dovevo uscire di là al più presto, per fare ciò che dovevo per la Dafa.

Appena arrivato al centro di detenzione, chiesi alle guardie il permesso di praticare gli esercizi. Non mi risposero, anzi ordinarono al capo cella di sorvegliarmi. Non avendo fretta di praticare, quando le guardie mi chiamavano fuori per parlarmi, coglievo l'opportunità per spiegare con chiarezza la verità della Dafa, per parlare dell'essenza della coltivazione e pratica, per spezzare, in diversi modi, i pensieri e le nozioni che il male aveva formato in loro, per rettificare tutto ciò che non era retto nelle loro menti e svegliare il loro lato benevolente. Durante quel periodo, avevo una sola idea: utilizzare lo stato mentale più puro e benevolente per dissolvere il male nelle loro menti. Molte volte, quando parecchie guardie mi stavano intorno, con il mio buon umore e la mia benevolenza, io chiarii loro la verità e risvegliai il loro lato benevolente. Questo provocò gradualmente in loro un cambiamento, incluso il poliziotto che i prigionieri detestavano e consideravano il più crudele e malvagio. Egli mi disse: "Nel mio turno di guardia, puoi praticare dieci minuti, ma non di più." Io risposi: "Non è sufficiente. Dieci minuti bastano appena per cominciare il movimento." E lui: "Allora, quindici minuti." Io sorrisi, sapendo che non valeva la pena di negoziare oltre. Egli stava cambiando: promettere quindici minuti o di un'ora, non faceva differenza. Poiché ero sempre felice, le guardie mi chiesero di non sorridere di fronte ai prigionieri, per timore di non riuscire più a gestirli facilmente. Io risposi loro che sono diventato così ottimista grazie alla coltivazione della Dafa, e che questa è la mia vera natura. Siccome sorridevo sempre quando parlavo con i poliziotti, i prigionieri temevano che avessi una speciale relazione con loro; infatti, quando essi parlavano con i poliziotti non potevano fare altro che tenere la testa bassa, compreso quello che era il più forte e crudele, e tantomeno abbozzare un sorriso. I prigionieri non riuscivano a capire perché i poliziotti mi favorissero nel praticare gli esercizi.

In seguito, dalla direzione arrivò l'ordine di rafforzare la sorveglianza su di me. La guardia mi chiese quindi di non diffondere la Dafa ai prigionieri. Io risposi: "Fin quando non mi verrà chiesto, io non dirò una parola ad alcuno." Sapevo che gli umani sono curiosi, e che me l'avrebbero chiesto. Inoltre, la Dafa ha la sua dignità e non conviene parlarne dovunque, con parole o frasi che sembrino casuali. Allora le guardie ordinarono al capo cella di annunciare ai prigionieri che a nessuno era permesso farmi domande sul Falun Gong. Io non dissi più nulla, e mentre lavoravo continuavo a pensare alla Dafa, sempre con il sorriso sul volto. Lavorai in silenzio per 18 ore, il viso sempre sorridente. Il giorno seguente, il capo cella si affrettò a dire alla guardia: "La capacità di concentrazione di quest'uomo è veramente forte. Poiché lui non parlava, nessuno di noi riusciva a parlare." In verità, dentro o fuori dalle alte mura della prigione, io non avevo alcuna sensazione di essere sotto pressione. Sapevo con chiarezza che dovevo uscire di là. La mia mente era tranquilla come l'acqua di uno stagno, ma libera quanto lo desideravo. Nulla poteva influenzare la mia mente. Io dissi ai prigionieri: "Voi non conoscete la durata della vostra condanna, ma io posso controllare perfettamente la mia. Infatti, tutto ciò che devo fare è dire: "Io non praticherò più" ed essi mi rilasceranno immediatamente. Ma è proprio perché mi rifiuto di dire questo, che sono rinchiuso qui dentro." Con ogni mia parola e ogni mia azione mi guadagnavo il rispetto dei prigionieri e dei poliziotti. Quando praticai gli esercizi, nessuno fece rapporto su di me. Anche se i poliziotti mi vedevano praticare, non dicevano nulla.

Una notte era il mio turno di guardia. Faceva molto caldo e quindi agitavo un ventaglio per il capo cella e i prigionieri che dormivano attorno a me. Con mia sorpresa, il capo cella balzò in piedi e mi disse in preda al panico: "Signore, per favore, si accerti di non agitare il ventaglio per noi. È contro i principi celesti." Io smisi immediatamente, non considerandolo più un gesto di benevolenza da fare. Dopo un mese fui rilasciato. Quando lasciai il centro di detenzione, la guardia non osò venire da me, perché si stava asciugando le lacrime. Il capo cella rimpiangeva di non fatto l'ultimo pasto con me. Io scrissi gli articoli del Maestro che riuscivo a ricordare e glieli lasciai.

Una volta riportato al commissariato di polizia, mi fu chiesto di scrivere un resoconto sul mio atteggiamento verso il Falun Gong, sul perché praticavo gli esercizi nel centro di detenzione e sul perché diffondevo la Dafa in prigione. Conoscevo molto bene la loro intenzione malvagia; perciò mi rifiutai di soddisfare la loro richiesta e scrissi qualcosa circa la mia comprensione della Dafa. Essi lo lessero e dissero che così non poteva essere approvato. Mi insultarono con un linguaggio volgare, e mi minacciarono di condannarmi a tre anni di rieducazione tramite i lavori forzati. Dissero che ciò che avevo osato scrivere non era accettabile e me lo restituirono, chiedendomi di riscriverlo. La mia mente non seguiva alcuno dei loro ragionamenti e rigettava tacitamente qualunque cosa dicessero. Io pensai soltanto che, se mi chiedevano di riscriverlo, era perché non lo avevo scritto con sufficiente determinazione e fermezza. Allora scrissi, proprio all'inizio del rapporto: "Io penso che la Falun Dafa sia la più grande coltivazione e pratica di una retta Fa mai conosciuta nel corso della storia." Concentrai la mia mente e il mio cuore su queste parole. Questa era la mia risposta al male. Mi rilasciarono immediatamente.

Nel mese di Ottobre del 2000, il capo dell'Ufficio "610" della nostra provincia mi convocò per un colloquio. Io parlai con loro mantenendo sempre la saggezza e una retta fede. Quando nominarono senza alcun rispetto il nostro Maestro, io dissi loro in modo calmo e ragionevole, ma determinato: "Voi dovete assolutamente rispettare il nostro Maestro. Questa è la base della nostra conversazione. Altrimenti, il nostro colloquio non può continuare." Essi mi hanno guardato dritto negli occhi e, dietro la calma, hanno visto la determinazione e la retta fede. Hanno quindi cambiato il loro modo di agire. Sebbene stessimo parlando e scherzando a cuor leggero, in realtà stavamo lottando, per vedere chi era il più saggio e il più coraggioso. Ogni frase era simile al luccicare e al balenare di pugnali e di spade. Ogni parola tendeva una trappola. Essi parlarono con me in questo modo per un giorno intero, con lo scopo ultimo di anestetizzare la mia Coscienza principale e di ottenere ciò che volevano da me. Ma, fin dal principio, io ero pienamente consapevole delle loro reali intenzioni, e cercavo di utilizzare la saggezza che la Dafa mi aveva concesso per dissolvere completamente i loro schemi e i loro intrighi. Infatti, dietro la calma apparente del colloquio, si nascondevano numerose minacce; ma tutto ciò che poterono udire dalla mia bocca fu la mia retta fede nella Dafa, e alla fine, non riuscirono a trovare alcuna falla, né ad ottenere ciò che volevano. Allora, io dissi loro con calma: "Fin tanto che avrete un pizzico di buona volontà e un corretto atteggiamento verso la Falun Dafa, noi praticanti della Dafa vi offriremo la salvezza." Essi non poterono fare altro che ringraziarmi.

In seguito, andai in casa di una praticante in un'altra città. Suo marito è direttore della ricerca in un certo campo scientifico e anche supervisore del dottorato di ricerca. Dopo aver letto alcuni articoli di condivisione delle mie esperienze di coltivazione e pratica, egli mi dimostrò una grande stima. Mi mise a disposizione la camera da letto migliore e il suo studio, dove, in un ambiente tranquillo, io scrissi molti articoli di condivisione delle mie esperienze per convalidare la Dafa. Lui invece si spostò in una piccola stanza da letto poco ventilata, per lavorare ad un piano di ricerca nel suo campo scientifico. Molti praticanti non riuscivano a capirlo, e mi facevano notare: "Quando stavamo a casa sua, non era affatto contento. Non gli importava chi ci andasse, ma aveva stabilito che quella persona dormisse nella stanza piccola e mal ventilata. È strano che sia stato così buono con te, e ti abbia dato il meglio. È proprio difficile da credere." Per la mia comprensione, quando manifestate ad un essere umano la razionalità, la saggezza, la serenità, e la dignità che possiede un discepolo della Dafa, è certo che quell'essere umano avrà rispetto per la Dafa. La ragione per cui mi ha trattato così bene, è perché la saggezza e la dignità della Dafa si è manifestata in me. Benché avessi scarse conoscenze nel suo campo scientifico, ho utilizzato la saggezza ottenuta con la coltivazione della Dafa per aiutarlo a riflettere sulla sua disciplina, da diverse prospettive e angolazioni. Gli dissi: "Professore, io ho una scarsa conoscenza nel suo campo di ricerca, ma la comprensione che ho elaborato è più profonda, io credo, di quella di un qualsiasi laureando che tu abbia seguito. Tu stesso potresti non avere una conoscenza così vasta. Tutta la mia saggezza viene dalla Dafa." Scherzando, gli dissi: "Professore, dovresti darmi un dottorato di ricerca." Il professore sorrise, dicendo che avrebbe studiato seriamente lo Zhuan Falun.

Versione cinese: http://www.minghui.org/mh/articles/2001/7/17/13573.html