(Minghui.org) Nell'agosto 2016 la signora Fu Yanfei, una residente di Changchun, è stata imprigionata per la sua fede e costretta a sedersi ogni giorno su uno sgabello molto piccolo per lungo tempo.

Il 14 marzo 2015 la donna quarantaduenne era stata arrestata nella sua casa per aver rifiutato di rinunciare al Falun Gong, una disciplina spirituale tutt'ora perseguitata dal regime comunista cinese.

La procura locale le ha negato la libertà provvisoria e le visite dei familiari, con la motivazione di non aver ammesso i suoi "crimini".

Il giudice Zhao Junfeng ha rifiutato di processare la signora Fu in presenza dal suo avvocato e di consentire ad esso di rivedere i documenti del caso.

Solo il giorno prima della data prestabilita (24 marzo 2016), la famiglia della praticante ha saputo dell'imminente processo. All'avvocato della donna non è stato permesso mettere piede nel palazzo di giustizia, mentre un avvocato d'ufficio ha fornito una dichiarazione di colpevolezza contro di lei.

Il 20 maggio il giudice Zhao ha condannato la signora Fu a tre anni di carcere. Il 26 luglio la corte superiore locale ha emesso una decisione per sostenere il verdetto originale senza lo svolgimento di un processo e senza informare il suo avvocato.

Un mese dopo la signora Fu è stata trasferita in carcere. La donna, una volta docente presso il Bohai Petroleum Institute, ha lasciato il suo lavoro sei anni fa dopo che al figlio di due anni è stato diagnosticato l'autismo. La sua prigionia ha lasciato al marito la responsabilità di badare alla cura del ragazzo e dei suoi anziani genitori.